Raccolte al Mercato | 10 aprile 2024, 13:00

E' oggi la Giornata Mondiale dell'Omeopatia

Si celebra il 10 aprile in tutto il mondo, in concomitanza con l’anniversario della nascita del fondatore, Samuel Hahnemann

E' oggi la Giornata Mondiale dell'Omeopatia

Christian Friedrich Samuel Hahnemann nacque a Meißen in Sassonia il 10 aprile 1755. Proveniente da  un'educazione genitoriale basata sulla rettitudine imparò a leggere e a scrivere molto precocemente e acquisì la conoscenza di numerose lingue, tra cui l'inglese, il francese, l'italiano, il greco e il latino, oltre che nozioni di arabo e caldeo.

Studiò medicina per due anni alla Università di Lipsia e poi a Vienna conseguendo la laurea con lode il 10 agosto del 1779. Due anni dopo Hahnemann ricoprì la posizione di medico nell'area mineraria di Mansfeld. Intorno al 1782 si rese conto dell'inefficienza delle tecniche terapeutiche dell'epoca, decidendo di non praticare più la professione medica; si narra che, ai pazienti in sala di attesa nel suo vecchio studio, disse: “Andatevene, non sono in grado di curarvi, non voglio rubarvi i soldi”.

Samuel Hahnemann 1841

Lasciata la pratica medica, si interessò di chimica, lavorò come traduttore di testi medici e scientifici e viaggiò visitando diversi paesi, fermandosi in diverse città come Dresda, Torgau, Lipsia e Kothen per poi stabilirsi definitivamente a Parigi nel giugno del 1835. Durante la traduzione del testo Materia Medica del medico scozzese William Cullen, alla voce Cortex peruvianis (Corteccia di China) egli trasse una deduzione decisiva per la formulazione della legge dei simili: al tempo la malaria si curava con l'estratto della corteccia di china: Cullen riteneva chel'efficacia del chinino fosse dovuta al suo '’effetto tonico sullo stomaco'.

Hahnemann rifiutò questa idea, in quanto sostanze molto più astringenti del chinino non curavano la febbre; di conseguenza la causa dei suoi effetti terapeutici doveva essere un'altra. Ecco che decise di sperimentare su sé stesso il chinino e, dopo averlo assunto per diversi giorni, ritenne di avere sviluppato gli stessi sintomi della malaria: ipotizzò quindi che una serie di sintomi si potesse curare con la sostanza che in una persona sana avrebbe prodotto gli stessi sintomi. 

Dopo svariati anni di studi e ricerche, nel 1806,  pubblicò il suo primo lavoro importante, La medicina dell'esperienza, che conteneva già le idee fondamentali dell'omeopatia (dal greco omeios, simile e pathos, malattia) .Il testo trattava  i punti cardini della medicina omeopatica, ovvero: il "principio dei simili", similia similibus curantur; le malattie si guariscono con i loro simili, cioè con medicamenti che producono nel soggetto sano i sintomi caratteristici del morbo da combattere; la forza e l'efficacia dei medicamenti si trovano solo con esperimenti eseguiti con la materia pura sull'organismo sano; gli scuotimenti dei farmaci durante la loro preparazione (succussioni) apportano loro un'energia che viene moltiplicata dalla diluizione e infine il concetto che l'omeopatia non punta alla guarigione della malattia, che è solo un sintomo del disordine interno dell'organismo, ma alla guarigione dell'individuo nella sua integrità e individualità.

«Come affermò Hahnemann, tutta la guarigione che non origina dall'interno è nociva, e la cura apparente ottenuta solo tramite metodi materialistici, ottenuta solo tramite l'azione di altri, senza l'aiuto di se stessi, può portare certamente sollievo fisico, ma danneggia la nostra natura più alta, poiché la lezione non è stata appresa e il difetto non è stato sradicato.»

(Edward Bach, tratto da Le opere complete, p. 10)

Dopo quattro anni dalla pubblicazione del suo primo libro, nel 1810  Hahnemann pubblicò la prima edizione del suo principale lavoro teorico, L'Organon della guarigione razionale; più tardi ribattezzato L'Organon dell'arte di guarire, seguito da altre edizioni fino ad arrivare alla sesta, pubblicata postuma nel 1921.

Tornato per la quarta volta a Lipsia, nel 1812 fondò una Scuola di omeopatia presso l'Università di Medicina, nonostante venisse osteggiato; per poter dare lezioni dovette pagare una somma di 50 talleri. Hahnemann incontrò la forte opposizione degli altri medici e dei farmacisti. In questo periodo condusse molti esperimenti, insieme con un piccolo gruppo di allievi, per verificare gli effetti di numerose sostanze: la sostanza veniva somministrata più volte fino a provocare dei sintomi che venivano registrati dagli allievi e comunicati a Hahnemann. I risultati furono pubblicati in un testo in sei volumi, chiamato "La materia medica pura"

Nel 1821 si trasferì a Kothen e per evitare gli effetti collaterali delle medicine, Hahnemann aveva ridotto sempre di più il dosaggio, arrivando così a dosi estremamente basse. Di fronte all'obiezione che dosi così piccole non potevano più essere efficaci, Hahnemann ribatté che l'efficacia curativa delle sostanze poteva essere enormemente aumentata tramite un processo chiamato "dinamizzazione", consistente nello scuotere ripetutamente il prodotto.

Parallelamente sviluppò la propria teoria sui disturbi cronici: nel 1827 comunicò ai suoi due allievi più fidati di avere scoperto le cause di tutti i disturbi cronici così come le medicine per curarle, che pubblicò nel discusso trattato "Le malattie croniche". Secondo Hahnemann, tutte le malattie croniche, erano causate da quattro "miasmi": sifilide, sicosi, tubercolosi e psora.

Dopo la morte della moglie, nel 1835, all'età di quasi ottant'anni Hahnemann si sposò nuovamente con Marie Melanie d'Hervilly, più conosciuta con il suo nome da coniugata Mélanie Hahnemann, una donna di poco più di trent'anni con la quale, pochi mesi dopo, si trasferì a Parigi.

Nella sua casa al nº1 di Rue de Milan continuò a ricevere pazienti, aiutato dalla seconda moglie. Mélanie passò alla storia per essere diventata la prima donna a curare con l'omeopatia, ma questo le valse un processo nel 1847 per esercizio illegale della farmacia e della medicina.

Hahnemann morì a Parigi nel 1843 e fu seppellito nel cimitero monumentale di Père-Lachaise della stessa città.

Mentre le ricerche scientifiche non sono ancora del tutto riuscite a risolvere la querelle sull’efficacia terapeutica di questa disciplina  il dato di fatto è che questo approccio terapeutico risulta invece piuttosto apprezzato sia dai cittadini italiani che nel resto del mondo. Come riporta l’ultimo rapporto Eurispes, sono infatti circa 11 milioni  – pari al 18,5 per cento – gli italiani che hanno optato per le medicine complementari o non convenzionali come approccio di cura. 

 

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