Cronaca | 02 aprile 2024, 20:03

Tassista picchiato a Cervinia, aggressori denunciati ma sono rientrati in Inghilterra

Trauma a zigomo e palpebra, contusioni su tutto il corpo: dieci giorni di prognosi per Marco Pellissier, 76 anni, assalito con pugni e calci prima da tre giovani entrati nel suo pulmino per mettere le mani su alcune borse, poi dal padre di uno di loro

Marco Pellissier

Marco Pellissier

La diagnosi sul referto del Pronto soccorso parla chiaro: traumi da aggressione. Cinque giorni di prognosi e terapia stabiliti la sera di venerdì 29 marzo, due ore dopo il 'fattaccio', che sono diventati 10 oggi martedì 2 aprile perché in questi giorni sul corpo pur robusto del valdostano Marco Pellissier, 76 anni, ex campione di bob e noto tassista della Valtournenche, sono comparsi lividi scuri e un polpaccio si è gonfiato. Coloro che lo hanno così duramente picchiato - tre giovani turisti inglesi poco più che ventenni e il padre di uno di loro - domenica scorsa hanno lasciato il Breuil e sono rientrati indisturbati in Inghilterra. Su di loro pende una denuncia per lesioni personali volontarie e, almeno per ora, non è stata formulata un'accusa di tentato furto che potrebbe persino sostituirsi con quella di rapina impropria.

Nel tardo pomeriggio di venerdi, dopo aver parcheggiato il suo furgone ed essersi allontanato per appena una cinquantina di metri, Pellissier viene allertato da un conoscente: "Torna subito indietro, dei ragazzi sono entrati nel tuo taxi...".

Lui si rende subito conto di non aver chiuso a chiave il mezzo e che a bordo ha lasciato una borsa e il borsello con i suoi effetti personali: in pochi attimi raggiunge il mezzo e scansando due giovani che sembrano far da 'palo' davanti alla portiere aperta riesce ad afferrare le spalle del giovane turista inglese che dopo essere entrato nell'abitacolo sta 'ravanando' tra una borsa e un borsello di proprietà di Pellissier, il quale dopo aver fatto uscire il ragazzo dall'abitacolo si trova a doverlo affrontare insieme agli altri due che non intendono mollare la presa: Pellissier viene colpito con pugni e calci e finisce a terra; alcuni suoi amici e una turista britannica (che non conosceva gli aggressori) intervengono in suo aiuto, mentre qualcuno ha già allertato i carabinieri. I ragazzi scappano e una pattuglia della Stazione del Breuil è sul posto in pochi minuti; i militari iniziano ad accertare quanto accaduto e nel frattempo uno degli aggressori viene rintracciato poco distante.

Nel mentre, sulla scena compare un uomo che, di fronte agli sguardi esterefatti dei carabinieri e cogliendo di sorpresa Pellissier (ancora sotto choc e dolorante per l'accaduto), gli sferra un violento pugno a uno zigomo, a pochi centimetri dall'occhio che pochi giorni prima aveva subìto un intervento chirurgico. Il 76enne 'centrato' in pieno cade urtando la vettura dell'Arma, i militari bloccano le intemperanze dell'aggressore che si qualifica come il padre di uno dei tre ragazzi che avevano cercato di sottrarre il borsello a Pellissier. 

Arriva il 118, il tassista della Valtournenche viene trasferito in ambulanza all'ospedale di Aosta per le cure e i controlli del caso; intanto i carabinieri avviano le indagini e ascoltano i testimoni dell'accaduto. Il giorno dopo Pellissier con in mano il primo referto di Pronto soccorso si presenta in caserma e sporge denuncia per lesioni personali volontarie. I carabinieri gli spiegano che allo stato attuale non può presentare querela per tentato furto e men che meno per tentata rapina impropria: mancano elementi probatori che difficilmente potranno essere raccolti, anche perché il terzetto di giovani e il violento genitore hanno preso regolarmente il loro volo prenotato con destinazione Gran Bretagna e hanno lasciato l'Italia, dove è presumibile non torneranno tanto presto.

"Non pretendevo l'arresto - commenta Pellissier - ma pensavo che i carabinieri avrebbero trattenuto i loro passaporti per il tempo necessario alle indagini, impendendo loro di partire in Inghilterra. Mi è stato spiegato che in base agli accertamenti fin qui svolti sull'accaduto, non sussiste la possibilità di trattenerli in Italia. Io però la querela non la ritiro e voglio che sia fatta Giustizia. Per ora, mi sento beffato oltreché concretamente danneggiato sul piano fisico e psichico". 

pa.ga.