Eventi e appuntamenti | 28 marzo 2024, 11:35

Inaugurata al Castello Gamba la mostra 'Entre chien et loup' di Sophie-Anne Herin

Inaugurata al Castello Gamba la mostra 'Entre chien et loup' di Sophie-Anne Herin

Curata da Olga Gambari, giornalista, critica e curatrice indipendente che da anni si occupa di progetti artistici multidisciplinari, è stata inaugurata mercoledì 27 marzo, al Castello Gamba - Museo di Arte moderna e contemporanea della Valle d’Aosta di Châtillon - la mostra di Sophie-Anne Herin 'Entre chien et loup'. L’esposizione è realizzata in stretta sinergia con la Struttura Patrimonio storico artistico e gestione dei siti culturali della Soprintendenza ed è visitabile fino al 16 giugno prossimo.

L’antica espressione francese scelta per dare il nome all’esposizione, traducibile in italiano con “al calare della notte”, racchiude in sé il significato del progetto: raccontare quel particolare momento della giornata caratterizzato dal passaggio dalla luce al buio. È il tempo della penombra durante il quale non è possibile distinguere un cane da un lupo, come scriveva nel XVI secolo il poeta francese Jean-Antoine Baïf. È il momento che preannuncia l’arrivo della notte e con essa l’arrivo delle paure, quelle personali e quelle primitive.

“La restituzione visiva della Valle d’Aosta è del tutto peculiare, tecnicamente condotta sottoesponendo le immagini in fase di ripresa fotografica, digitale e analogica, con l’obiettivo di creare immagini crepuscolari - spiega Viviana Maria Vallet, Dirigente della Struttura patrimonio storico artistico e gestione siti culturali e Coordinatore scientifico del Castello Gamba -. È la volontà di circondare con un’aura di mistero ogni opera ad animare tutta l’esposizione e non un tentativo di definizione di ogni entità fotografata”.

Il crepuscolo raccontato da Sophie-Anne Herin, infatti, è quello dell’envers, il versante valdostano occupato prevalentemente da boschi e caratterizzato dalla scarsità di ore di luce nei mesi invernali. Si tratta, come scrive Gambari nel testo critico dedicato alla mostra, di “un mondo inverso fuori dal tempo dove l’artista ci immerge, con un lavoro fotografico e un allestimento che prende la forma di un percorso iniziatico, dove seguirla come sulle note del pifferaio. Un mondo che lei schiude in un ritratto libero, lontano da qualsiasi didascalismo, dagli stereotipi tradizionali di genere della fotografia di paesaggio, di montagna”.

Le immagini proposte giocano sui contrasti di luci, raccontando ciascuna la propria storia attraverso uno stile libero. “Sono nata in un paese che in inverno non gode di molte ore di luce e l’idea della penombra è qualcosa di familiare – spiega Herin –, una mappa di declinazione di luminosità che orienta il mio sguardo.”

La mostra si sviluppa all’interno dei tre piani dedicati alle esposizioni temporanee del Castello Gamba in un percorso che inizia dalla terra per poi superare i confini delle montagne e arrivare prima al cielo e poi al sogno. L’inizio del viaggio Entre chien et loup è con immagini di paesaggi, ritratti di animali e persone. Sono figure che escono dalla penombra, intesa sia come momento in cui si entra in contatto con le proprie paure personali e ancestrali sia come apertura su un altro mondo. Dalla penombra si passa poi alla notte, luogo dove si accende la fantasia e i sensi vengono nutriti da inconscio, desiderio e istinto. Il percorso prosegue poi verso l’alto con immagini raffiguranti il cielo e le stelle, fino ad accedere all’ultimo piano dedicato al sogno. “Da piccola non vedevo l’ora di andare a dormire per poter sognare, ancora adesso ho un’attività onirica intensa che per me è preziosa”, racconta l’artista. 

Ad essere centrale nell’ultima parte dell’esposizione è l’immagine personale di un sogno, una baubo, antica divinità femminile con una bocca al posto della vagina, posta nella torretta del castello come una presenza fantasmatica. La mostra termina con un video, in cui una lanuggine di semi del fiore di cardo volteggia seguendo una lieve brezza, simboleggiando con la sua danza la condizione esistenziale.

“Quasi rievocando il noto mito della caverna di platonica memoria, il percorso di questa esposizione, al di là della romantica e onirica dimensione dei soggetti scelti, ci prende per mano e ci accompagna attraverso le sfumature di un personale crepuscolo interiore: le luci e le ombre racchiuse in ognuno di noi”, commenta l’assessore regionale ai Beni e alle attività culturali, Sistema educativo e Politiche per le relazioni intergenerazionali, Jean-Pierre Guichardaz.

Sophie-Anne Herin

Sophie-Anne Herin inizia il suo percorso artistico a Bologna, dove si laurea al Dams. Nel 2006 si trasferisce a Parigi, dove continua la sua formazione artistica. Nel 2008 si avvicina alla fotografia formandosi allo I.E.D di Torino. Subito dopo inizia ad esporre in Italia e all’estero. Accanto alla professione di fotografa si occupa anche di formazione tenendo workshops e corsi di fotografia presso diverse strutture in Italia (Camera di Torino, Centro indipendente della fotografia di Napoli). Attualmente vive a Torino e Aosta.

 


red.laprimalinea.it

Ti potrebbero interessare anche: