Cronaca | 22 marzo 2024, 16:55

25 anni fa il rogo al tunnel del Bianco; Testolin: 'sicurezza nei trafori obiettivo primario'

25 anni fa il rogo al tunnel del Bianco; Testolin: 'sicurezza nei trafori obiettivo primario'

"È una ricorrenza che non deve essere dimenticata per rispetto a tutti coloro che persero la vita in quella tragedia, per dimostrare la vicinanza delle istituzioni alle loro famiglie ed all’intera comunità". Lo ha detto oggi il Presidente della Giunta, Renzo Testolin, annunciando che presenzierà alla commemorazione delle 39 vittime del rogo del Tunnel del Monte Bianco, che si terrà domenica 24 marzo 2024 a Courmayeur.

Organizzata da Traforo Monte Bianco – Geie la cerimonia prevede, in contemporanea sui due piazzali del traforo, italiano e francese, un momento di raccoglimento a partire dal suono della sirena programmato sui due versanti del tunnel alla stessa ora di quanto scatto l’allarme: erano le 10,56 del 24 marzo del 1999.

A 25 anni dalla data che rappresenta una delle pagine più tristi della storia della Valle d’Aosta e della sua comunità, il Presidente Testolin sottolinea che "l’anniversario del rogo al traforo del Monte Bianco dev'essere ogni anno l’occasione per evidenziare un aspetto determinante, legato alla sicurezza e alla prevenzione, su cui investire e non transigere. Dobbiamo continuare a operare affinché la sicurezza nell’ambito dei trafori internazionali sia obiettivo primario delle nostre azioni nell’ambito delle politiche relative alla circolazione, affinché, con i necessari confronti e interventi a livello sia nazionale che internazionale, si possa giungere alla previsione dei necessari investimenti strutturali ed, in modo particolare per il tunnel del Monte Bianco, alla condivisione in merito alla realizzazione di una seconda canna che possa garantire le massime condizioni di sicurezza per la circolazione internazionale in quella 'via verso l’Europa' che tutti hanno avuto modo di comprendere quanto sia determinante per gli scambi economici e sociali". 

Quel giorno perirono 39 persone, tra cui sei valdostani: Maurilio Bovard, la moglie Nadia Pascal e la figlia Katia Bovard, Valter Pascal, Stefano Manno e il motard Pierlucio Tinazzi detto ‘Spadino’, addetto alla sicurezza nel versante italiano del traforo. Fu un Tir belga a prendere fuoco in galleria: le fiamme e il denso fumo da queste sprigionato uccisero 13 italiani, 18 francesi, due belgi, un inglese, un lussemburghese, un olandese, uno sloveno, un croato, un tedesco. 

Quando si accorse che erano divampate le fiamme, 'Spadino' (foto sopra) cercò di aiutare chi era pericolo di vita, muovendosi all’interno del tunnel con la motocicletta di servizio. Uscì ed entrò nel tunnel per ben cinque volte riuscendo a portare in salvo 10 persone, ma durante il quinto tentativo non fu più in grado di tornare indietro e si rifugiò, con il camionista francese ferito che stava cercando di soccorrere, all’interno di una cella di sicurezza. Il fuoco li raggiunse anche lì e persero la vita, insieme, con la speranza di farcela fino alla fine.

Nel 2000 la Presidenza della Repubblica ha conferito a Pierlucio Tinazzi la medaglia d’oro al valor civile. 

 

red.laprimalinea.it