Cronaca | 15 marzo 2024, 13:00

Pietra tombale sul processo 'Appalti', la Procura generale rinuncia a impugnare la sentenza

Definitivamente assolti con formula piena il 53enne Fabio Chiavazza e gli altri imputati nel processo per la presunta corruzione in appalti pubblici che avrebbe avuto epicentro nel Comune di Valtournenche

Giugno 2021, Fabio Chiavazza (al centro) esce dal tribunale di Aosta insieme ai suoi legali dopo la lettura della sentenza di primo grado

Giugno 2021, Fabio Chiavazza (al centro) esce dal tribunale di Aosta insieme ai suoi legali dopo la lettura della sentenza di primo grado

I termini per il ricorso scadevano oggi venerdì 15 marzo ma il sostituto procuratore generale di Torino Marcello Tatangelo ha deciso che non sussistevano le condizioni per reggere l'accusa in un ulteriore dibattimento e ha rinunciato a impugnare la sentenza di assoluzione pronunciata nel luglio scorso dai giudici della Quarta sezione penale della Corte d'Appello di Torino.

Diviene così definitiva - e mette definitivamente fine al processo - l'assoluzione "perché il fatto non sussiste" nei confronti dei 14 imputati nell'ambito del dibattimento scaturito dall'inchiesta 'Do ut des' dei carabinieri di Chatillon/St-Vincent e coordinata dal pm Luca Ceccanti su un presunto (e che quindi ora può definirsi non dimostrato) giro di corruzione in appalti pubblici che sino al novembre del 2018 avrebbe avuto epicentro nel Comune di Valtournenche.

Il principale imputato era l'ex capo dell'ufficio tecnico di Valtournenche, Fabio Chiavazza.

Per sei capi di imputazione su quindici, il gup Davide Paladino aveva condannato in primo grado Chiavazza a sei anni di carcere per corruzione  e turbativa d'asta; i soci dell'impresa Edilvu, che da Chiavazza avevano ottenuto diversi lavori e, sostengono gli inquirenti, tanti favori, erano stai condannati a sette anni di reclusione ciascuno: si tratta di Loreno Vuillermin (72 anni), Renza Dondeynaz (68) e il figlio Ivan Vuillermin (49). Erano accusati di concorso in corruzione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti. A processo oggi anche Federico Maquignaz, presidente della società funiviaria Cervino spa, nel giugno del 2021 assolto con formula piena in udienza preliminare ad Aosta per un presunto abuso edilizio sui lavori di ampliamento del bar bistrot 'Rocce Nere' a Cervinia.

Con lui erano stati assolti 'perché il fatto non sussiste' altri nove imputati, ma tutti erano poi stati citati in Appello con gli stessi capi d'imputazione determinati in primo grado. Ritenendole troppo miti, il pm Ceccanti si era appellato (riproponendo anche in questo caso tutti gli originari capi d'imputazione) anche contro le cinque condanne inflitte nell'udienza preliminare di due anni fa.

Erano dunque 18 gli imputati di fronte ai giudici della Quarta sezione penale della Corte di Appello al Palazzo di Giustizia di Torino, per rispondere a vario di 19 capi di imputazione che, sviluppati in un fascicolo d'indagine di circa 12 mila pagine, andavano a vario titolo dalla concussione alla corruzione, dall'abuso d'ufficio alla turbativa d'asta, dal falso ideologico all'abuso edilizio sino ai reati tributari. Parti offese erano l'Anas, il Comune di Valtournenche e l'impresario valdostano Enrico Goglio che aveva denunciato di aver subìto un pesante taglieggiamento dall'ex capo dell'ufficio tecnico di Valtournenche Fabio Chiavazza.

Per un capo di imputazione su tre, ovvero turbativa d'asta per la gara Anas sul progetto esecutivo di completamento della variante a Etroubles e Saint-Oyen, erano stati condannati a otto mesi di carcere con sospensione condizionale della pena l'ingegnere aostano 59enne Corrado Trasino (assolto invece con formula piena per presunti illeciti nella realizzazione della scuola media di Cretaz) e il funzionario Anas Adriano Rosario Passalenti a otto mesi di carcere mentre per gli imputati Rosario Benincasa di Caravacio e Stefano Rossi, anch'essi funzionari Anas, la condanna era stata di quattro mesi. Il gup aveva anche dichiarato estinto il rapporto di lavoro tra Chiavazza e il Comune di Valtournenche e l'imputato è stato anche interdetto dai pubblici uffici per cinque anni.

Assolti a vario titolo dalle accuse di corruzione, abuso edilizio e turbativa d'asta 'perché il fatto non sussiste' ma ricomparsi in giudizio di Appello erano Cristina Camaschella (56 anni), dipendente del Comune di Valtournenche; Federico Maquignaz (54), presidente della Cervino spa; l'ingegnere Giuseppe Zinghinì (43); Nicolò Bertini (34), dell'impresa Bertini Aosta srl di Issogne; gli architetti Ezio Alliod (60) e Marco Zavattaro (50); Stefano Trussardi (44), artigiano; Enrico Giovanni Vigna (67), au della Ivies; Ivan Voyat (54), au della Edilvi costruzioni, Luca Frutaz (46) amministratore della Chenevier spa.

patrizio gabetti

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