Economia | 21 febbraio 2024, 10:28

Ambientalisti valdostani, 'Cva vede il futuro energetico fuori dalla Valle'

Ambientalisti valdostani, 'Cva vede il futuro energetico fuori dalla Valle'

"La Compagnia valdostana delle acque-Cva intende procedere nei prossimi cinque anni a una 'differenziazione tecnologica e geografica'. Attualmente l'idroelettrico rappresenta l'81% della potenza installata, tale percentuale al 2027 scenderà al 48% e la maggiore potenza, 52%, sarà rappresenta da fotovoltaico, agrivoltaico e eolico con il 52%. Nulla da obiettare perché tale modificazione impiantistica è indispensabile per far fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici e alla progressiva diminuzione della quantità di acqua. Quello che però sorprende è che l’ampliamento di potenza nel fotovoltaico ed eolico avverrà fuori dalla Valle d'Aosta". E' quanto affermano in una nota congiunta Paolo Meneghini per Valle Virtuosa, Paolo Gino ed Ezio Roppolo per il Comitato giù le mani dalle acque e da Cva e Attac Vda nonché Paolo Fedi per Legambiente, che martedì 20 febbraio hanno preso parte a un'audizione della Quarta commissione consiliare regionale sul Piano Strategico-Industriale 2023-2027 di Cva.

Per le associazioni ambientaliste "questa diversificazione geografica non può essere accettata ed è in contrasto con le finalità istitutive di Cva e, in particolare, con la legge regionale n. 20/2000 che ha avviato il processo costitutivo della Compagnia Valdostana delle Acque".

"Abbiamo inoltre rilevato - si legge nella nota - che mentre la legge istitutiva di Cva indicava come base di tutta l'operazione la realizzazione del Piano energetico regionale, ora il Piano Cva ignora totalmente il Pear che la Regione ha predisposto e che è all'esame del Consiglio Valle. Non c'è una connessione fra i due documenti, sembrano scritti da due entità completamente diverse che non si parlano fra di loro. Eppure Cva è società controllata da Finaosta e Finaosta ha al suo interno il COA che ha partecipato alla redazione del Pear".

Altro aspetto importante per gli ambientalisti è che nel Comunicato di presentazione del Piano, diffuso dalla Compagnia lo scorso giugno, sono riportate le affermazioni dell'Amministratore delegato di Cva, Giuseppe Argirò, in cui si afferma che Cva intende dare un “rilevante contributo alla transizione energetica e alla sicurezza nazionale”.

"Peccato - si legge nella nota - che il Piano Cva nulla dica sulla transizione energetica della Valle d'Aosta su cui Cva ha un ruolo determinante. Le azioni e il percorso per arrivare a una Valle d'Aosta autonoma energeticamente e che non ha bisogno di usare combustibili fossili non sono descritte nel Piano ‘23-‘27. Come associazioni pensiamo che la recente normativa per istituire le Comunità di energia rinnovabile e i fondi europei previsti per le Comunità energetiche rinnovabili-Cer dovrebbero essere un campo prioritario per l'azione di Cva, invece  constatiamo che nel Piano della Compagnia nulla si dice su questa importante opportunità delle Cer".

Infine "abbiamo evidenziato l'assenza di considerazioni puntuali da parte di Cva sulla scadenza delle concessioni idroelettriche e sulla politica tariffaria che si intende praticare per le famiglie e le imprese.

In conclusione il giudizio espresso dalle associazioni ambientaliste sul Piano Cva, sulla base delle informazioni fornite da Cva stessa, "è stato negativo. E' un Piano che, a nostro avviso, andrebbe reimpostato dando priorità alla transizione energetica regionale, con una attenzione specifica sulle politiche tariffarie".

I temi saranno ripresi e sviluppati dalle associazioni in un ciclo di incontri pubblici sulla politica energetica in Valle d'Aosta. Il primo incontro pubblico sarà venerdì 23 febbraio alle ore 17,30 nella sala delle conferenze del Csv ad Aosta.

 

pa.ga.

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