Attualità | 25 novembre 2023, 07:00

Ogni giornata della nostra vita deve essere contro la violenza sulle donne

Oggi, sabato 25 novembre, ricorre la Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza di genere; a tutti noi, individualmente, spetta la capacità di discernere, non restare a guardare e denunciare circostanze che potrebbero trasformarsi in tragedie

Credits: https://www.shalom.it/blog/arte-bc216/a-a-bella-da-morirea-a-mostra-fotografica-contro-la-violenza-sulle-donne-b1109321

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Rita Talamelli, Giulia Cecchettin, Francesca Romeo, Patrizia Vella Lombardi, Michele Faiers Dawn, Etleva Kanolja, Annalisa D'Auria, Pinuccia Anselmino, Giuseppina Lamarina, Antonella Iaccarino, Marta di Nardo, Concetta Marruocco, Silvana Aru, Eleonora Moruzzi, Piera Paganelli, Anna Malmusi, Egidia Barberio, Klodiana Vefa, Monica Berta, Carla Shiffo, Manuela Bittante, Anna Elisa Fontana, Liliana Cojita, Rosaria Di Marino, Maria Rosa Troisi, Cosima D'Amato, Nerina Fontana, Marisa Leo, Rossella Nappini, Francesca Renata Marasco, Vera Schiopu, Anna Scala, Celine Frei Matzohl, Maria Costantini, Iris Setti, Sofia Castelli, Mara Fait, Angela Gioiello, Marina Luzi, Vera Maria Icardi, Norma, Mariella Marino, Benita Gasparini, Ilenia Bonanno, Maria Michelle Causo, Laura Pin, Margherita Ceschini, Svetlana Ghenciu, Rosa Moscatiello, Cettina De Bormida, Floriana Floris, Maria Brigida Pesacane, Giuseppina De Francesco, Giulia Tramontano, Pierpaola Romano, Ottavina Maestripieri, Yirel Natividad Pena Santana, Anica Panfile, Jessica Malaj, Danjela Neza, Rosanna Trento, Antonella Lopardo, Wilma Vezzaro, Barbara Capovani, Stefani Rota, Anila Ruci, Rosa Gigante, Sara Ruschi, Brunetta Ridolfi ,Carla Pasqua, Alessandra Vicentini, Zenepe Uruci, Agnese Oliva, Francesca Giornelli, Pinuccia Contin, Maria Febronia Buttò, Rubina Kousar, Petronilla De Santis, Rossella Maggi, Iulia Astafieya, Iolanda Pierazzo, Rosalba Dell'Albani, Caterina Martucci, Giuseppina Traini, Maria Luisa Sassoli, Sigrid Grober, Chiara Carta, Rosina Rossi, Cesina Bambina Damiani, Melina Marino, Santa Castorina, Antonia Vacchelli, Margherita Margani, Yaba Malayko, Giuseppina Faiella, Alina Cristina Cozac, Teresa Di Tondo, Oriana Brunelli, Martina Scialdone, Giula Donato, Teresa Spanò e

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Tutte le altre Donne vittime da femminicidio negli anni precedenti a questo.

Cento e più nomi che non sono solo nomi, ma vite. Dal 2 gennaio al 19 novembre, ecco l’elenco delle donne uccise in Italia nel 2023.

Una media di una vittima ogni tre giorni, un numero dentro il quale ci sono vite umane spezzate, che fa accapponare la pelle.

Potremmo svolgere questa nostra commemorazione in maniera retorica, elencando a nostro parere tutte le possibili cause del perché di questa barbarie: patriarcato, educazione liberale, maschilismo, dipendenza affettiva o quanto altro di cui si sente discutere e riflettere ancor di più dopo l'omicidio della giovane Giulia.

Non intendiamo ripeterci e nemmeno assumerci ruoli che non ci competono, ruoli di chi studia questo terribile fenomeno dal punto di vista sociologico, antropologico, psicologico nonché penale. Troppi interventi, troppe 'opinioni' esternate in questi giorni su televisioni, giornali e social hanno ripetutamente sbeffeggiato, è il caso di dirlo, il dolore di una famiglia, 'massacrando' per la seconda volta la vittima. Ergersi a giudici e arbitri in queste circostanze comporta il rischio concreto di perdere di vista il vero dramma, la morte stessa di una donna che voleva soltanto vivere. Il nostro 'fare rumore' è una cosa ancora diversa.

Un invito, il nostro, a riflettere su fatti che toccano il significato e la sacralità della vita stessa. All'essenza della nostra esistenza ma non solo: l'invito è quello di agire quotidianamente in modo da affermare il valore unico del rispetto della persona e del suo essere nel mondo. 

A noi, individualmente, donne e uomini, la capacità di discernere, di non restare a guardare e denunciare circostanze che potrebbero trasformarsi in tragedie.

Ci limitiamo dunque a ricordare e a riportare alcuni dati oggettivi nella speranza che questi possano fare riflettere ognuno di noi, senza giudizio, evitando se possibile di tessere trame e costruzioni sui fatti che già di per sé dicono già tutto nella loro mostruosa banalità e rischiano di far perdere di vista la dignità della persona, disintegrando la natura umana della vittima stessa.

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Secondo la World Health Organisation una donna su tre subisce violenza nel corso della propria vita, e circa il 38% di tutti gli omicidi di donne sono compiuti da partner. Quello della violenza sulle donne è un problema grave anche in Italia, dove ogni anno si registrano numerosi casi di femminicidio, di cui la maggioranza compiuti da partner o ex partner (ricordiamo a riguardo l'importante ruolo di supporto alle vittime svolto dai centri antiviolenza in tutto il paese, e la presenza del numero nazionale 1522, al quale si possono denunciare abusi, molestie e stalking).

Anche nella nostra regione è stato registrato un incremento di questo fenomeno negli ultimi tre anni, risultando, a quanto stanno le statistiche, la terza regione italiana più colpita da questo dramma.

La violenza di genere però, oltre a prendere la forma di violenza fisica, può anche assumerne altre, come quella verbale, psicologica o economica.

In occasione di questa giornata ricordiamo quindi alcuni titoli di pubblicazioni degli ultimi anni (saggi, memoir e romanzi) che affrontano il tema da diverse prospettive, permettendo di capire la portata del problema in Italia e nel resto del mondo, le conseguenze d ella violenza sulle vittime e sulle persone che gli sono vicine, ma anche le metodologie e gli strumenti che servono per poter contrastare questo fenomeno.

Il cambiamento che meritiamo. Come le donne stanno tracciando la strada verso il futuro (Longanesi) è un saggio che delinea la problematica situazione in cui le donne vivono in Italia e nel mondo. Scritto dalla giornalista e scrittrice Rula Jebreal, consigliera sui temi per la parità di genere del G7, questo testo affronta il tema della violenza sulle donne nelle sue numerose sfaccettature (l'aumento del fenomeno durante la pandemia, il pregiudizio che colpisce le donne che la subiscono, la violenza verbale e l'incitamento all'odio) sia tramite dati che inquadrano il fenomeno, sia tramite le storie di chi continua a lottare per offrire a donne e bambine la possibilità di sfuggire alle violenze. Raccontando sia la propria storia personale, sia le svolte nella vita delle persone venute in contatto con queste realtà, Jebreal con questo libro vuole anche incoraggiare la creazione e il supporto di reti di sostegno per le donne e per i loro figli. Cosa devono affrontare le persone che sopravvivono a una vittima di femminicidio? Lo racconta la giornalista e fotografa Stefania Prandi nel libro Le conseguenze.

I femminicidi e lo sguardo di chi resta (Settenove), risultato di un reportage lungo tre anni. Prandi racconta il cammino tortuoso che aspetta genitori, fratelli e sorelle e figli delle vittime, che oltre al dolore devono affrontare processi e spese legali, mancato supporto da parte delle istituzioni e accuse mediatiche. Un percorso che molti decidono di affrontare contribuendo ad aumentare la consapevolezza sul tema tramite libri, petizioni, raccolte di fondi e incontri nelle scuole, al fine di mostrare che prima ancora che un problema personale e privato, quello della violenza sulle donne è un problema sociale e politico. Proprio per questa ragione per poter contrastare la violenza sulle donne prima di tutto è necessario comprenderla, sia nelle sue forme più pericolose, sia in quelle innocue solo apparentemente. 

Carlotta Vagnoli nel libro 'Maledetta sfortuna. Vedere, riconoscere e sfruttare la violenza di genere' (Fabbri editori) si occupa di raccontare le diverse forme che assume la violenza di genere, come per esempio quelle del catcalling, del revenge porn, del linguaggio d’odio, e dei pregiudizi nell’educazione. Tutti sistemi psicologici e sociali che influiscono sulla vita delle donne, conducendo alcune di loro a decidere di non denunciare per paura di non essere credute o giudicate. Un altro dei problemi che si trovano ad affrontare alcune delle donne che riescono a denunciare o abbandonare compagni maltrattanti è quello di trovare le risorse per mantenere se stesse e i propri figli, soprattutto se in precedenza era proprio il compagno a impedire l'accesso al mondo del lavoro o alle finanze di famiglia.

Stephanie Land nel suo racconto autobiografico 'Donna delle pulizie' (Astoria, traduzione di Chiara Libero), ora trasposta anche su Netflix nella serie tv Maid, racconta gli anni difficili che ha affrontato dopo essere fuggita da una relazione abusiva, trovandosi sola con la figlia a vivere in condizione di povertà e in continua incertezza economica, riuscendo però grazie alla tenacia e al duro lavoro a costruire per entrambe un futuro migliore .La comprensione del problema della violenza sulle donne passa anche da una consapevolezza delle discriminazioni del passato e da cui le donne - in alcune zone del mondo - sono riuscite a emanciparsi tramite molte battaglie.

Viola Ardone nel romanzo di formazione 'Oliva Denaro' (Einaudi) racconta come la realtà di un piccolo paese negli anni '60 potesse essere opprimente per una giovane ragazza. Oliva infatti si trova a subire le attenzioni di un ragazzo appartenente a una famiglia influente, che decide di rapirla affinché a causa della pressione sociale per la violenza subita lei sia costretta a diventare sua moglie. Tramite questo romanzo Ardone racconta il calvario attraversato da molte donne a causa dei pregiudizi della società, che al posto di proteggerle sosteneva così la causa della fonte della violenza.

Similmente, ma in un contesto diverso, l'artista inglese Una nel graphic novel 'Io sono Una' (add editore, traduzione dall’inglese di Marta Bertone) sottolinea già a partire dal titolo il legame che unisce il dolore personale delle vittime di violenza e il peso collettivo legato alla misoginia e alla paura. Questa storia ha luogo nello Yorkshire degli anni ‘70, e unisce il dramma della protagonista, vittima di una violenza sessuale infantile, con l’atmosfera che opprimeva le donne in quegli anni, sia a causa dei pregiudizi della società sia per il terrore che in quel periodo seminava il serial killer autore di numerose aggressioni e omicidi nella zona. L'artista Una in questa storia dalle tavole delicate e potenti traspone la difficoltà nell'affermare se stessi e nel superare un evento traumatico in un sistema in cui la colpa della violenza viene più o meno velatamente attribuita alle vittime.

Un'altra delle sfide dalla quale passa l’emancipazione femminile è quello del diritto all’istruzione per le donne, non ancora riconosciuto egualmente in tutto il mondo. A essersi battuta fin da un’età giovanissima affinché in Pakistan questo diritto fosse garantito a lei e alle sue compagne è Malala Yousafzai, che per il suo impegno in questo campo (portato sempre avanti nonostante i rischi: a soli 15 anni hanno tentato di ucciderla proprio per il suo attivismo) nel 2014 è diventata la più giovane persona a essere stata insignita del Premio Nobel per la pace. Yousafzai ha raccontato la sua storia e le sue battaglie nel libro 'Io sono Malala' (Garzanti, traduzione di Stefania Cerchi), un memoir in cui racconta la strada tortuosa che l'ha portata a battersi per l'istruzione dalle valli del Pakistan fino all'assemblea generale delle Nazioni Unite.

Di seguito i link per i contatti del Centro Donne Contro la Violenza

https://www.regione.vda.it/servsociali/violenza_di_genere/servizi/centro_donne_antiviolenza_i.aspx 

https://www.comune.aosta.it/servizi/pari-opportunita/centro-donne-contro-la-violenza 

red.laprimalinea.it