Finestra sull'Arte | 14 novembre 2023, 11:40

L'inconsueta pittura 'carnale' e 'gestuale' dell'artista britannica Jenny Saville

"La percezione umana del corpo è così acuta e sapiente che il più piccolo accenno di un corpo può innescarne il riconoscimento". Jenny Saville

Jenny Saville in mostra da Gagosian

Jenny Saville in mostra da Gagosian

Nata nel 1970 a Cambridge, in Inghilterra, Jenny Saville ha frequentato la Glasgow School of Art dal 1988 al 1992, trascorrendo un semestre all'Università di Cincinnati nel 1991.

I suoi studi hanno focalizzato il suo interesse verso le “imperfezioni” della carne, con tutte le sue implicazioni sociali e tabù. 

Saville era rimasta affascinata da questi dettagli fin da quando era bambina; ha raccontato di aver visto le opere di Tiziano e Tintoretto durante i suoi viaggi , e di aver osservato il modo in cui i due seni della sua insegnante di pianoforte, schiacciati insieme nella sua camicia, diventavano una 'grande massa'. 

Rupture, 2020

Durante una borsa di studio nel Connecticut nel 1994, Saville ha potuto osservare un chirurgo plastico di New York al lavoro. Lo studio della ricostruzione della carne umana è stato formativo nella sua percezione del corpo, della sua resilienza e della sua fragilità. Il tempo trascorso con il chirurgo ha alimentato la sua analisi sui modi apparentemente infiniti in cui la carne viene trasformata e sfigurata.

Ha esplorato patologie mediche; hanno visto cadaveri all'obitorio; animali e carne esaminati; ha studiato scultura classica e rinascimentale; e hanno osservato coppie intrecciate, madri con i loro figli, individui i cui corpi sfidano le dicotomie di genere e altro ancora. L'artista inglese ha raggiunto una notorietà mondiale grazie soprattutto ai suoi interessanti olii che ritraggono giganteschi corpi di donna.

Jenny Saville, The Mothers, 2011 – Courtesy Artesplorando

Jenny Saville è una delle maggiori esponenti della yBa (young British artists), il movimento artistico britannico più interessante degli ultimi decenni.

Pittrice in assoluto ispirata alle teorie femministe trasgredendo i ruoli di musa, modella e amante da tempo destinati alle donne nel mondo dell’arte, focalizza la sua recente produzione sulla tematica femminista e sulla tematica transessuale e sfida l’immagine stereotipata che abbiamo del corpo femminile e maschile.

Saville rinvigorisce la pittura figurativa contemporanea sfidando i limiti del genere e sollevando domande sulla percezione della società dell'arte e del corpo e le sue potenzialità. 

Sebbene guardi al futuro, il suo lavoro rivela una profonda consapevolezza, sia intellettuale che sensoriale, di come il corpo è stato rappresentato nel tempo e attraverso le culture: dalla scultura antica e indù, al disegno e alla pittura rinascimentale, al lavoro di artisti moderni come Henri Matisse, Willem de Kooning e Pablo Picasso. 

Jenny Saville, Prism, 2020, pastello e carboncino su tela © Jenny Saville. Tutti i diritti riservati, DACS 2021. Foto: Prudence Cuming Associates. Collezione privata. Courtesy Gagosian (a sinistra). Jenny Saville, Chasah, 2020, olio su lino © Jenny Saville. Tutti i diritti riservati, DACS 2021. Foto: Prudence Cuming Associates. Collezione privata. Courtesy Gagosian (a destra)

Nei volti sorprendenti, negli arti confusi e nelle pieghe cadenti dei suoi dipinti, si possono percepire echi della Venere di Urbino di  Tiziano (1532 circa), del Cristo deposto dalla croce di  Rubens (1612-14), dell'Olympia  di Manet (1863), e volti e corpi selezionati da riviste e giornali scandalistici. 

I dipinti di Saville rifiutano di inserirsi agevolmente in un arco storico; invece, ogni corpo si fa avanti, autonomo, voluminoso e rifiutandosi sempre di nascondersi.

Un corpo  rappresentato nel tempo e attraverso le culture: dalla scultura antica e indù, al disegno e alla pittura rinascimentale, al lavoro di artisti moderni come Henri Matisse, Willem de Kooning e Pablo Picasso. 

Nei volti così sbalorditivi, negli arti confusi e nelle pieghe cadenti dei suoi dipinti, si possono percepire echi della Venere di Urbino di  Tiziano (1532 circa), del Cristo deposto dalla croce di  Rubens (1612-14), dell'Olympia  di Manet (1863), e volti e corpi selezionati da riviste e giornali scandalistici. I dipinti di Saville rifiutano di inserirsi agevolmente in un arco storico; invece, ogni corpo si fa avanti, autonomo, voluminoso e rifiutandosi sempre di nascondersi.

Jenny Saville, Aleppo, 2017-18 – Courtesy National Galleries of Scotland

Nelle sue rappresentazioni della forma umana, Jenny Saville trascende i confini sia della figurazione classica che dell'astrazione moderna. La pittura ad olio, applicata in strati pesanti, diventa viscerale come la carne stessa, ogni segno dipinto mantiene una vita elastica e mobile.

Mentre Saville spinge, imbratta e raschia il pigmento sulle sue tele di grandi dimensioni, le distinzioni tra corpi viventi e respiranti e le loro rappresentazioni dipinte iniziano a crollare.

Virtual, 2020 Courtesy Gagosian

Fonti: electa.it - gagosian.com

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