Cronaca | 11 ottobre 2023, 19:49

Processo Geenna, due processi di Appello in cinque giorni per Antonio Raso

Domani, giovedì 12 ottobre, nuovo dibattimento di secondo grado sulla confisca dei beni al ristoratore aostano; martedì 17 ottobre altro processo in merito alla presunta pericolosità sociale

Processo Geenna, due processi di Appello in cinque giorni per Antonio Raso

Come anticipato nel luglio scorso da Laprimalinea.it, sarà celebrato domani, giovedì 12 ottobre al tribunale di Torino, il nuovo processo di Appello sulla legittimità o meno della confisca dei beni eseguita nel 2019 dalla Dda di Torino nei confronti del ristoratore aostano Antonio Raso (foto sotto), condannato in primo grado nel processo Geenna sulla 'ndrangheta in Valle, con sentenza di secondo grado annullata dalla Cassazione e rinviata alla Corte d'Appello di Torino per un nuovo giudizio insieme ad altri tre imputati (data ancora da fissare). 

La Corte di Cassazione il 13 aprile scorso aveva annullato, con rinvio a nuovo processo, la confisca dei beni di Raso. Per i Supremi Giudici, non vi è alcuna sproporzione tra i beni posseduti e i redditi dichiarati dal ristoratore e quegli stessi beni non sono provento di attività illecita. Di più, l'acquisizione dei beni "non risulta correlata cronologicamente al giudizio di pericolosità sociale formulato nei confronti di Raso dalla Corte di appello di Torino, occorrendo verificare se tale condizione soggettiva, che si faceva risalire al 2009, si era manifestata al momento dell'acquisto dei beni confiscati".  

Su otto, erano stati accolti  sei motivi della difesa (avvocati Ascanio Donadio e Pasquale Siciliano) riguardanti anche la mancata dimostrazione della "sproporzione reddituale" all'origine della confisca. Scrivono i Supremi Giudici che "esemplare rappresentazione di quanto si sta affermando si trae dalla confisca delle quote sociali" del ristorante La Rotonda "che erano state acquistate dal ricorrente nel 2002", quindi ben prima del 2009. "Discrasie cronologiche" che "si riverberano anche sul saldo attivo del conto corrente, cointestato ad Antonio Raso", utilizzato per "la gestione dei costi e dei ricavi dell'attività imprenditoriale in esame, sui quali si impone una complessiva rivalutazione". Ma "considerazioni analoghe valgono anche" per l'appartamento acquistato ad Aosta nel 2014 per circa 300 mila euro, dei quali però 170 mila euro provento della vendita di un immobile comprato da Raso nel 2000 e la parte restante frutto di un mutuo. Altre "discrasie cronologiche" che "si riverberano sui depositi bancari di Antonio Raso, giacenti" in un'altra banca e "su cui confluivano le somme provenienti dal contratto di mutuo".

Quanto alla 'pericolosità sociale' dell'imputato, per stabilire o meno la sussistenza della quale è stato fissato processo di Appello a Torino per martedì 17 ottobre, secondo la Suprema Corte di Cassazione "l'acquisizione dei beni confiscati non risulta correlata cronologicamente al giudizio di pericolosità sociale qualificata formulato nei confronti di Raso dalla Corte di appello di Torino, occorrendo verificare se tale condizione soggettiva, che si faceva risalire al 2009, si era manifestata al momento dell'acquisto dei beni confiscati". Per la Dda, invece, la pericolosità sociale qualificata di Raso risalirebbe "quanto meno al 2009”. Inoltre, “l’acquisizione, o quanto meno l’alimentazione” di una serie di beni del suo patrimonio sarebbe avvenuta “in costanza di detta pericolosità e in condizioni di palese sproporzione economico-reddituale rispetto al valore dei medesimi”. Tesi che però non  ha convinto i Supremi Giudici.

Antonio Raso è stato scarcerato il 31 marzo scorso insieme agli altri tre imputati in Geenna (Monica Carcea, Nicola Prettico e Alessandro Giachino) dopo oltre quattro anni di custodia cautelare. L'Appello 'bis' per tutti e quattro è fissato per il prossimo 15 novembre.

pa.ga.