"Decesso del reo", quindi se è morto il colpevole (per gli inquirenti) non si può fare il processo. Dunque una richiesta di archiviazione praticamente 'obbligata', quella formulata al gip dal pm Giovanni Roteglia per il fascicolo delle indagini sull'omicidio del 72enne Pino Bétemps.
Il cadavere dell'uomo era stato rinvenuto il 19 ottobre 2021 nella cantina della sua abitazione a Sorreley di Saint-Christophe, con un cappio intorno al collo e con segni evidenti di percosse e strangolamento: lesioni procurategli almeno sette giorni prima così come la morte, indicherà l'esame autoptico.
Per quell'omicidio viene indagato un vicino di casa, il 62enne impresario edile Agnesi Saia, che la notte del 12 agosto si suicida nella propria abitazione, lasciando un biglietto in cui descrive la propria disperazione per i debiti accumulati che avevano portato alla vendita all'asta della casa, ma non vi sarebbe alcun riferimento alla morte di Betemps.
Gli indizi su di lui non sono schiaccianti ma sono gli unici disponibili: sul luogo del crimine, o meglio nella cantina di Betemps, vengono rinvenute impronte di suole di scarpe che corrispondono per misura e forma a quelle di un paio, apparentemente sporco di sangue, sequestrato a Saia (ma sulle scarpe non c'è dna di Betemps. Un'intercettazione, poi, lo coglie dire "ho fatto qualcosa di brutto...".
Alla base dell'omicidio, per gli investigatori, vi sarebbe stato un movente economico non meglio definito.