"Non possiamo più consentire che si riproponga il 'tappo' di lunedì e una fila di oltre 15 chilometri anche perché questo territorio non è nelle condizioni infrastrutturali di poter assorbire la ricaduta e l'impatto che già avete conosciuto". Lo ha detto questa mattina Nello Musumeci, ministro per la Protezione civile e per le Politiche del mare, in una breve visita istituzionale nella sede della Protezione civile regionale all'aeroporto Corrado Gex di Saint-Christophe.
Musumeci, commentando l'emergenza per i trasporti tra Italia e Francia dopo la frana caduta nella Maurienne che ha costretto alla chiusura del tunnel del Fréjus ai mezzi pesanti, con l'intero traffico dirottato verso il traforo del Monte Bianco, spiega che il presidente della Regione Valle d'Aosta, Renzo Testolin, "mi ha sottoposto questo grave problema. Noi dobbiamo lavorare, e lo stanno già facendo i colleghi dei Trasporti e Infrastrutture e degli Affari esteri per trovare un'intesa bilaterale".
Sulla possibilità del raddoppio del traforo del Bianco tra Valle d'Aosta e Alta Savoia, Musumeci spiega: "Io domani tratterò il tema con i colleghi interessati, ma sono convinto che sarà fatto tutto ciò che sarà necessario fare per evitare situazioni di congestione assolutamente intollerabili come quelle che abbiamo conosciuto nei giorni scorsi".
Parlando del cambiamento climatico, Musumeci ha detto che "non è più un fenomeno da scoprire. Da diversi anni ormai conviviamo con il clima assolutamente mutato con una tropicalizzazione che avanza lentamente ma inesorabilmente. Il problema siamo noi: dobbiamo adeguarci al cambiamento climatico, ancora forse non lo abbiamo capito. Il tema rimane soltanto nelle conferenze e nei dibattiti e invece bisogna affrontarlo non solo dal punto di vista delle strutture e delle infrastrutture, con un metodo che deve coinvolgere le istituzioni e anche i privati, ma è un problema anche culturale".
Sui temi del riscaldamento globale e delle sue ricadute di Protezione civile, "dobbiamo acquisire una maggiore consapevolezza della cultura del rischio. Ogni cittadino deve sapere quali sono le insidie e le vulnerabilità del proprio territorio, così lo possiamo rendere più sicuro".