Cronaca | 11 luglio 2023, 17:54

Simboli nazisti sui cancelli di casa, in Appello chiesta condanna per valdostano

Uno dei cancelli confiscati a Fournier e distrutti

Uno dei cancelli confiscati a Fournier e distrutti

Il procuratore generale di Torino Francesco Saluzzo ha chiesto oggi in udienza di Appello al tribunale di Torino la conferma della condanna di primo grado a 5 mila euro di multa per Fabrizio Fournier, 59 anni, di Saint-Vincent, accusato di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa. A termine della discussione, la Corte ha rinviato al 4 ottobre per le repliche e la sentenza.

 

Il 7 luglio del 2021, Fournier era stato condannato dal giudice monocratico del tribunale di Aosta Maurizio D'Abrusco a risarcire anche le parti civili: 20 mila euro alla Comunità ebraica di Torino, 10 mila euro alla Regione Valle d'Aosta e 5 mila euro all'Anpi.

Su due cancelli di accesso alla propria casa - affacciati su una strada pubblica - il valdostano aveva fatto installare un'aquila nazista e dei triangoli in metallo del tutto simili  a quelli cuciti sulle divise degli internati. Era poi stato accusato di aver pubblicato su Facebook e Whatsapp dei video e messaggi con contenuti negazionisti. Per il giudice di primo grado ''E' evidente come integri condotte di propaganda l'esposizione ostentata sulla pubblica via e per un rilevante lasso temporale del simbolo nazista dell'aquila tipico del partito nazionalsocialista tedesco''.

''Le condotte accertate - spiegano le motivazioni di condanna - offendono in concreto il bene protetto dalla norma, che in primis è l'uguaglianza degli individui''. Il giudice sottolinea come ''nel caso dei messaggi whatsapp, la propaganda, sia pure indirizzata a una cerchia ristretta di amici, è stata realizzata in maniera espressa e dichiarata, da parte dell'imputato, attraverso inviti a condividere idee negazioniste e ad aderirvi''.
    Fournier durante il processo di primo grado aveva ammesso di essere lui l'autore dei messaggi, ma ha respinto l'accusa di aver ''propagandato con coscienza e volontà ideologie nazionalsocialiste o revisioniste'' e si è dichiarato ''apolitico''. Il giudice però, nella motivazioni che lo hanno portato a emettere la sentenza, sottolinea come l'imputato, in aula incalzato dagli avvocati delle parti civili abbia dato risposte ''stucchevoli'' e ''irridenti''. 

D'Abrusco sottolinea però anche che Fabrizio Fournier non ha mai fatto neanche un giorno di carcere perché "non ha mai istigato nessuno alla violenza" e perché "ha dimostrato di avere ad oggi preso coscienza del disvalore penale delle proprie azioni".

 

pa.ga.