Sanità | 09 gennaio 2023, 19:00

La scienza perduta: come si può dubitare dell'esistenza del virus Sars-CoV-2?

Prima tappa di un'analisi a puntate- pensata e organizzata dal ricercatore medico Diego Tomassone per LAPRIMALINEA.IT- la più approfondita e chiara possibile su un tema che, lungi da scelte ideologiche o 'di campo' necessita di un approccio scientifico

La scienza perduta: come si può dubitare dell'esistenza del virus Sars-CoV-2?

In un tempo tanto bizzarro quanto caotico come quello odierno è semplice smarrirsi nella moltitudine di opinioni e giudizi e più difficile trovare la chiarezza indispensabile al raggiungimento di quella serenità la cui pietra angolare è costituita dalla piena consapevolezza.

Seppur la tecnologia riesce ad aprire nuove possibilità per chiunque in ogni settore e sembra ritrarre quella contezza a cui tutti aspiriamo, dietro all'immagine pulita che dà di sé e che evoca l'evoluzione della specie umana nasconde tutto il buio di un'amara involuzione.

Infatti il mondo è troppo sottoposto al condizionamento ed è colmo di individui immersi in quell'anomala frenesia che tenta di contrastare la formulazione di qualsiasi pensiero critico: regna un'enorme confusione, tutti affermano tutto e il contrario di tutto e, senza rendercene conto, viviamo in una realtà costantemente manipolata e rimodulata.

Si è molto parlato del periodo oscuro che da qualche anno stiamo affrontando e, proprio a causa della moltitudine di informazioni che riceviamo da molteplici canali di comunicazione e dalla miriade di pensieri discordanti da cui siamo subissati, una folta schiera di persone ancora nutre dubbi sull'esistenza del virus Sars-CoV-2 e della sua parte più tossica, variabile e mutante, la proteina Spike.

Il dottor Diego Tomassone, per permettere ai più di vivere con lucidità e tranquillità la complicata situazione emersa, sin dal principio della pandemia si è discostato dai concetti più astrusi e dai discorsi privi di qualsiasi fondamento scientifico fatti da molti suoi colleghi. Ha cercato in ogni modo di far luce su alcuni punti opachi basandosi esclusivamente sulla vera scienza che è quel sistema di nozioni conseguite attraverso la ricerca, connubio della sperimentazione con la logica insita nei ragionamenti, e che nell'antica Grecia era considerata essenziale per l'acquisizione di saggezza e sapienza.

Egli ha più volte affermato che il virus succitato è stato isolato ma non in coltura pura, ossia fuori dalla cellula, poiché essendo un parassita endocellulare obbligato la sua esistenza fuori dalla stessa è praticamente impossibile. È necessario sottolineare che un parassita del genere necessita di una metodica di isolamento differente, che comunque restituisce una maggiore precisione di patogenicità rispetto ad altri metodi. Infatti dai postulati di Koch, in cui si commette l'errore di inserire come patogeni anche microbi che non hanno alcuna patogenicità, si passa ai postulati di Rivers, più attuali e dettagliati con criteri più stringenti, anche immunologici. Proprio grazie a questa maggiore accuratezza e al sequenziamento genomico è possibile isolare un virus e discriminarlo da un esosoma, un complesso multiproteico presente nelle cellule che trascrive e poi elimina gli mRNA utilizzati e con i nucleotidi ottenuti forma un nuovo mRNA.

Chi oggi dichiara ancora che siamo dinanzi a un virus che non esiste si rivela etremamente incompetente e poco serio, poiché è inconfutabile la presenza in numerosi soggetti degli anticorpi verso la proteina Spike, innegabile la reazione del sistema immunitario, evidente la validità del plasma iperimmune, incontrovertibile l'insorgenza di superinfezioni batteriche tutto/nulla che simulano l'infezione da HIV.

Tomassone ritiene che la vera situazione da portare alla luce non sia l'isolamento del virus, ma la confutabilità del nesso causale e del ruolo indispensabile dello stesso nel provocare la Covid-19. Infatti, grazie ai suoi studi sul campo egli ha rilevato che il virus non è condizione necessaria e sufficiente per il manifestarsi della malattia.

A questo punto la domanda che dovremmo porci è senza alcun dubbio la seguente: come mai ogni individuo reagisce in maniera differente all'incontro con questo virus? La risposta, come ci insegna il meraviglioso intreccio di microbiologia e immunologia, è davvero scontata e risiede nel terreno che ognuno ha ereditato e che si porta dietro.

Il Sars-CoV-2 è un virus batteriofago, cioè un parassita non solo delle cellule ma anche dei batteri, che, pur usando una tossina capace di mutare davvero repentinamente, punta tutto sull'ospite in cui si annida. D'altronde un parassita come può agire e in che modo può sopravvivere in un ambiente decisamente ostile? Per comprendere al meglio quali siano le caratteristiche che rendono un soggetto più suscettibile ad ammalarsi e a sviluppare una sintomatologia acuta si rivela di fondamentale rilevanza esaminare l'individuo, in quanto essere unico e irripetibile.

Proprio per il raggiungimento di tale obiettivo il dottor Tomassone ha sottolineato quanta importanza rivestano l'analisi dei polimorfismi genetici e la tipizzazione linfocitaria, dunque quanto occorra studiare la predisposizione ad ammalarsi sia dal punto di vista immunogenetico-infiammatorio (squilibrio risposta infiammatoria/anti-infiammatoria) sia dal punto di vista prettamente immunologico (squilibrio dei vari sottotipi linfocitari).

Grazie a quanti hanno partecipato alle sue ricerche e avvalendosi della collaborazione di altri professionisti del settore ha ottenuto delle risposte interessanti.

Ha scoperto infatti che alti valori di Vitamina D sono protettivi, che alcuni polimorfismi genetici sono predisponenti alla malattia, che i soggetti affetti da determinate mutazioni patologiche, quali ad esempio quella dei geni codificanti il Beta fibrinogeno o il Fattore V, sono a grave rischio di long Covid e di avere effetti avversi post vaccino e che la proteina Spike può rimanere nel corpo in uno stato di latenza, caratteristica comune dei virus a RNA, e può riattivarsi quando le difese immunitarie si abbassano. Non è un caso quindi che il dottore continui a consigliare un'adeguata profilassi per fare in modo che la risposta immunomodulante individuale si mantenga sempre a livelli congrui.

E allora è vero che in questo tempo tanto bizzarro quanto caotico è semplice smarrirsi ma è anche vero che c'è sempre chi, senza far leva sulle innumerevoli paure e senza far proprie falsità e comuni dicerie, può aiutare chiunque a ritrovare la strada della scienza da molti perduta.

CONTINUA

 

Valentina Adiutori

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