Editoriale | 29 agosto 2022, 23:18

Candidati alle Camere, fate qualcosa contro gli uomini che picchiano le donne

Una volta ci pensavano i marescialli di paese, ma sono stati sostituiti dal modello prestampato di denuncia e allora siano i futuri legislatori a intervenire contro una piaga che in Valle è endemica

Candidati alle Camere, fate qualcosa contro gli uomini che picchiano le donne

Si può dire che è colpa del futuro incerto, del presente complicato, del passato problematico. Si può dire che è colpa dell'aumento dell'abuso di alcool e dell'uso di stupefacenti. Si può dire che è colpa del cattivo utilizzo dei social, che rendono tutti più aggressivi e intolleranti.

Si può dire quello che si vuole, esercizio di retorica se ne può fare a volontà, ma la verità è una sola: ci sono troppi uomini che picchiano le donne e troppe donne che non riescono a difendersi adeguatamente dagli uomini che le picchiano.

Non è vero che i bruti sono per lo più stranieri: per quanto riguarda gli ultimi tre arresti per maltrattamenti in famiglia eseguiti in Valle, le manette sono scattate attorno a polsi italianissimi.

Non è vero che la violenza di genere si sviluppa e cresce prevalentemente in ambienti degradati, dove regnano povertà e ignoranza: non si contano i verbali degli interventi delle Forze dell'ordine per sedare liti familiari in ville signorili e appartamenti di facoltosi e colti professionisti e imprenditori.

Non è vero che tutti gli uomini che aggrediscono le donne lo fanno perché traditi sentimentalmente/sessualmente o profondamente delusi dal comportamento delle loro consorti: la maggior parte picchia per il puro gusto di farlo e per il piacere del controllo totale sulla loro vittima; non c'è, insomma, movente alcuno anche se la parola 'movente' in simili casi stride come il gesso slamettato sulla lavagna. 

Nella Bibbia è scritto che 'la parola mite allontana il furore' ma con questi qui non funziona: la mitezza della vittima o di chi magari interviene per placare gli animi spesso non fa che aumentare la rabbia e la cattiveria dei codardi picchiatori di donne, che per mollare la presa devono trovarsi di fronte a chi le mani è capace di rompergliele senza tanti complimenti.

La violenza di genere è un virus contro cui sembra non esserci prevenzione adeguata, né terapia né tantomeno vaccino. Le Amministrazioni pubbliche provano a correre ai ripari creando Osservatori, Tavoli di lavoro, Associazioni. Tutti strumenti utili a capire ma che non spaventano più di tanto gli aguzzini, per i quali l'unica misura utile è l'inasprimento delle pene e delle misure cautelari. La Legge deve semplicemente essere molto più severa quando si trova di fronte a un conclamato caso di maltrattamento in famiglia o di vessazione di un debole. E non è assolutamente detto che la punizione peggiore sia il carcere: tante altri possono essere gli strumenti di 'induzione alla redenzione' più efficaci delle sbarre di una cella.

Una volta c'erano i marescialli di paese (Taormina docet), quelli che quando portavano in caserma un marito violento la prima volta gli parlavano come un buon padre si rivolge a un figlio che sbaglia, la seconda gli ricordavano quello che gli avevano detto la prima volta ma con un tono un po' più acceso, la terza lo gonfiavano che per un mese manco riusciva a sedersi.

Oggi quei marescialli sono stati sostituiti dal modello prestampato di denuncia e allora vorrei tanto che al posto loro, almeno ideologicamente, baluardo divenissero i candidati alle Elezioni Politiche del 25 settembre.

Voi che ambite a sedervi sugli scranni romani per portare giustizia ed equità (è per questo che lo fate, no?), ricordate in questi giorni nei vostri comizi, negli incontri organizzati con possibili elettori, la necessità di porre un argine alla violenza di genere, che è sì quella sulle donne ma anche sulle persone più deboli perché non 'maschie' nel senso peggiore del termine. Non temete di minacciare apertamente di pene severe e durature chi si macchia di questo reato, alzate la voce e aprite bene occhi e orecchie su questa piaga che si cela pervasivamente dietro le rassicuranti finestre illuminate di tante case solo apparentemente serene.

Vanno bene le iniziative di sensibilizzazione, i flash mob, i seminari. Ma chi picchia va punito con durezza e fermezza, che il perdono e la rieducazione possono sempre venire ma dopo, ai primi sinceri segni di pentimento. 

patrizio gabetti

Ti potrebbero interessare anche: