Un investimento in tecnologia d'avanguardia per quasi due milioni di euro; un ammodernamento funzionale volto a triplicare la capacità produttiva e ampliare la gamma di prodotti di un'azienda valdostana 'doc' quasi duecentenaria, le Distillerie Saint-Roch della famiglia Rosset, che produce i distillati Saint-Roch, Levi e Ottoz.
E' stato presentato oggi alla stampa dai proprietari della distilleria, Nicola e Alessandro Rosset, dal Business Development Manager aziendale, Angelo Sarica e dall'enologo Matteo Moretto il nuovo alambicco a colonna dalla capacità di 1000 litri, che affiancato allo storico impianto da 500 litri porta ora la capacità totale a 1500 litri, con conseguenti rilevanti migliorie in termini di quantità di vinacce distillabili e in termini di genuinità e qualità dei prodotti.
Un importante obiettivo è anche quello di conciliare la qualità con la sostenibilità ambientale: il nuovo alambicco sfrutta l'energia solare prodotta da più di 2.000 metri di pannelli fotovoltaici installati sul tetto dello stabilimento. "Non si tratta di un'operazione di marketing o di greenwashing- ha spiegato Alessandro Rosset - ma di un investimento iniziato 10 anni fa con l'installazione dei primi pannelli fotovoltaici, quando ancora erano poco diffusi".
L'impianto fotovoltaico della distilleria Saint-Roch, che sarà presto completato con l'installazione di nuovi pannelli, permette di produrre 300 mila kilowatt di energia pulita all'anno, che corrisponde ad un taglio delle emissioni di anidride carbonica di circa 160 tonnellate.
"L'azienda- ha proseguito Rosset- produce e consuma tutto ciò di cui ha bisogno dal tetto con il sole. In estate produciamo anche un surplus di energia che rilasciamo alla rete nazionale".
E quanto alla bontà dell'investimento, ha aggiunto: "Con le nostre coltivazioni e vivendo in montagna siamo i primi a vedere, soprattutto questa estate, gli effetti del cambiamento climatico quindi fare il primo passo era molto importante, in più, dal punto di vista della stabilità della produzione, avere una certa autosufficienza, come ci ha insegnato questo periodo legato alla guerra, è fondamentale".
Nicola Rosset ha ricordato i tanti riconoscimenti nazionali e internazionali ricevuti: "La tutela e la valorizzazione del territorio sono da sempre un punto di forza per la nostra azienda. Siamo convinti che l’eccellenza e l’unicità della nostra regione siano elementi di grande qualità e che per questa ragione vadano tutelati e promossi. In questa direzione abbiamo lavorato in questi anni lungo un percorso di cui questo ultimo ammodernamento rappresenta solamente il passo più recente".
Rosset si è detto certo "che questo nuovo impianto, facendo anche fronte all’espansione vitivinicola valdostana, ci permetterà di rispondere al meglio ad una sempre maggiore richiesta del mercato, anche attraverso la realizzazione di nuovi prodotti, come ad esempio il primo whisky valdostano di cui abbiamo già avviato una prima distillazione e che, dopo un affinamento di due anni, potremo proporre sul mercato". Il whisky è prodotto con l'orzo coltivato nella zona del Montfleury.