Scriviamo per segnalare una questione di grande rilevanza, perché esemplare dei diritti dei cittadini, riguardante i lavori di elettrificazione della rete ferroviaria nella nostra Regione, in particolare nel comune di Saint-Marcel.
Da sedici anni viviamo in quella che viene definita 'zona industriale', proprio di fronte alla vecchia stazione ferroviaria, ormai dismessa. La nostra abitazione è l’unica presente in un’area da tempo dimenticata dall’amministrazione comunale: i terreni adiacenti, occupati da vecchi magazzini, sono da anni abbandonati, in attesa di interventi di pulizia e bonifica mai realizzati.
Lo scorso anno, abbiamo ricevuto una comunicazione relativa all’esproprio e all’occupazione temporanea di una porzione del nostro terreno, pertinenza diretta della nostra abitazione. Abbiamo immediatamente chiesto un incontro con l’allora sindaco per comprendere le ragioni di tale scelta. Da quel momento, però, le domande sono aumentate più delle risposte. Perché, in una zona circondata esclusivamente da terreni abbandonati, si è deciso di far passare la strada di servizio e di depositare i materiali di cantiere proprio nel nostro frutteto e nel nostro prato? Perché è stata richiesta una modifica progettuale che ha aumentato disagi e costi, rendendo necessario lo spostamento di un palo di elettrificazione e persino di un oleodotto? Perché è stata approvata una variante che impone l’innalzamento di circa due metri dei muri che costeggiano il nostro terreno, lasciando, a fine lavori, una strada con una pendenza considerevole per colmare il dislivello tra il ponte e il piano della stazione? Perché non lasciare le infrastrutture dove si trovavano? E, se uno spostamento era davvero inevitabile, perché non utilizzare integralmente le vaste aree dismesse circostanti?
Ciò che resta, oggi, è un profondo senso di amarezza, rabbia e delusione, soprattutto dopo aver appreso che la richiesta di tali modifiche è partita proprio da chi avrebbe dovuto tutelare i nostri interessi, aggravando inutilmente costi e impatti. Amarezza che si rinnova nel constatare che l’attuale Amministrazione dichiara di non poter - o non voler - intervenire su decisioni assunte in modo tanto superficiale dalla precedente. In questi anni abbiamo piantato e potato alberi, seminato e curato il prato, dedicando fine settimana, tempo ed energie per costruire quello che per noi è un piccolo angolo di paradiso: un luogo che ci fa stare bene, dove accogliamo gli amici, dove semplicemente viviamo. Chiediamo che questa vicenda non venga liquidata come un inevitabile effetto collaterale del 'progresso'.
Il progresso non dovrebbe mai passare sopra le persone, soprattutto quando esistono alternative evidenti, meno costose e meno distruttive. Auspichiamo che, dando voce a questa situazione, si possa finalmente riaprire una riflessione seria sul rispetto dei cittadini e del loro diritto a non subire decisioni incomprensibili e sproporzionate, per noi dolorose.
Sabrina Poli, Saint-Marcel







