Integrazione e solidarietà | 09 dicembre 2025, 20:57

Savt, al via campagna di sensibilizzazione 'Il lavoro è un diritto, non un genere'

Savt, al via campagna di sensibilizzazione 'Il lavoro è un diritto, non un genere'

Il sindacato valdostano SAVT ha presentato martedì 9 dicembre la nuova campagna di sensibilizzazione dedicata alla parità delle opportunità nel mondo del lavoro, frutto di un percorso durato un anno e sviluppato insieme alle professioniste Marzia Vigliaroni e Margherita Dametti. Il progetto nasce da un laboratorio di fotografia partecipativa che ha coinvolto i funzionari del sindacato, oltre alle lavoratrici e ai lavoratori del CAF e del Patronato, in un processo di analisi e confronto che ha portato a esplorare in profondità gli stereotipi di genere e le loro conseguenze nell’ambiente professionale.

"Ringrazio tutte le persone che lavorano all’interno del SAVT per essersi messe a disposizione in un percorso che non è stato facile – ha dichiarato il segretario generale Claudio Albertinelli –. È stato un lavoro fatto anche di momenti introspettivi, in cui ognuno ha dovuto tirare fuori qualcosa di sé. Questo impegno ha dato vita a una campagna che oggi abbiamo l’onore di presentare". Dal confronto collettivo è nato lo slogan che sintetizza l’intero progetto: “Il lavoro è un diritto, non un genere".

La campagna ruota attorno a tre immagini finali che rappresentano altrettanti scenari emblematici: le difficoltà di accesso delle donne al mondo del lavoro; la libertà di scegliere qualsiasi professione; gli stereotipi ancora presenti negli annunci occupazionali. Una di queste illustrazioni, destinata a diventare la Tessera SAVT 2026, raffigura una donna di fronte a una piccola porta che simboleggia il mondo del lavoro: un ingresso ridotto che esprime, con immediatezza, la difficoltà, ancora attuale, per molte lavoratrici di accedere a opportunità realmente eque. La tessera, che sarà inviata a tutti gli iscritti, si trasformerà così in un messaggio quotidiano dell’impegno del sindacato.

La parte grafica del progetto è stata curata da Genny Perron, che ha tradotto l’impianto narrativo emerso dal laboratorio in tre immagini simboliche e universalmente riconoscibili. "La fotografia partecipativa non è solo un metodo: è un atto di impegno civile – ha spiegato la formatrice Margherita Dametti – perché permette alle persone di riappropriarsi della capacità di analizzare e nominare le discriminazioni, raccontare il proprio sguardo sul mondo e costruire nuove letture. Cambiare il modo in cui rappresentiamo la realtà è il primo passo per cambiare il modo in cui la viviamo".

Per Sonia Chabod, responsabile SAVT del progetto, il lavoro emerso dimostra quanto sia necessario ribadire che tutti hanno il diritto di scegliere la professione che preferiscono, senza che il genere rappresenti ancora un ostacolo. "Le immagini create durante le sessioni sono diventate la base delle illustrazioni – ha detto – e rappresentano in modo concreto ciò che vogliamo superare: gli stereotipi che ancora oggi condizionano l’accesso al lavoro".

La campagna del SAVT, nata da una riflessione collettiva e trasformata in un percorso visivo e narrativo, intende quindi diventare uno strumento di consapevolezza e di cambiamento culturale, a partire proprio da chi il lavoro lo rappresenta e lo difende ogni giorno.

red.laprimalinea.it