Tensione alta in Consiglio comunale a Saint-Vincent, dove nella seduta del 25 novembre la maggioranza ha bocciato – con 10 voti contrari e 5 favorevoli – la risoluzione presentata dal gruppo di minoranza 'Saint-Vincent Rialzati'. Il documento chiedeva l’annullamento in autotutela delle delibere con cui la Giunta aveva affidato direttamente per 15 anni la gestione dell’area turistica del Col de Joux, un’operazione che, secondo l’opposizione, presenta “criticità giuridiche evidenti” e rischia di esporre il Comune a pesanti ripercussioni economiche.
'Sì allo sviluppo del Col de Joux, ma nel rispetto delle regole'
I consiglieri firmatari – Corrado Zani (foto sotto), Carmen Jacquemet, Beatrice Arditi, Stefano Capano e Mauro Cometto – hanno spiegato di non voler frenare la riqualificazione della località montana, ma di pretendere che il rilancio passi attraverso procedure trasparenti e competitive, nell’interesse dell’ente e non dei singoli soggetti privati.
Secondo l’opposizione, accettare condizioni “svantaggiose” pur di portare avanti l’operazione significherebbe rinunciare al ruolo di controllo che spetta all’Amministrazione.
Il caso del parere legale e le tensioni in aula
A infiammare ulteriormente il dibattito è stato l’episodio che ha coinvolto la consigliera Arditi. Durante la lettura di un parere legale pro veritate dell’avvocato Teodosio Pafundi – documento che, secondo il gruppo, smontava diversi passaggi dell’affidamento – la Presidente del Consiglio l’ha interrotta per “motivi di tempo”, impedendo la completa esposizione del testo.
La minoranza ha definito l’episodio una forma di “bavaglio” e ha criticato l’atteggiamento “arrogante” della maggioranza. Non sono passate inosservate neppure le parole del sindaco, che ha motivato la scelta dell’affidamento diretto sostenendo che, in assenza di operatori alternativi, “l’alternativa sarebbe il vuoto”. Una posizione che, per l’opposizione, equivale ad ammettere che si è pronti a forzare le regole pur di non lasciare l’area inutilizzata.
Costi in aumento per il Comune: il nodo economico
Il comunicato del gruppo 'Saint-Vincent Rialzati' elenca una serie di voci di spesa che sarebbero ricadute impropriamente sul bilancio comunale rispetto a quanto previsto nel bando originario, poi andato deserto.
Tra le principali modifiche contestate:
- Manutenzione ordinaria delle strutture e degli impianti, compresi sramatura della linea della seggiovia e manutenzione dei bike paths, ora a carico dell’ente.
- Costi del direttore di esercizio, prima previsti in capo al concessionario privato, trasferiti al Comune.
- Squilibrio economico della concessione: a fronte di un introito stimato in soli 148 mila euro in 15 anni, il Comune dovrebbe sostenere almeno 750 mila euro di spese, oltre a ulteriori costi indiretti legati alla manutenzione futura.
Secondo il parere legale citato dalla minoranza, una modifica così sostanziale delle condizioni avrebbe reso necessario un nuovo bando, che avrebbe potuto attirare altri operatori interessati, garantendo condizioni più vantaggiose.
La posizione sui privati: “Non sono loro il problema”
Il gruppo di minoranza ha infine chiarito di non voler attaccare gli operatori economici coinvolti, sottolineando che l’interesse dei privati per il Col de Joux è un valore per la comunità. Il tema sollevato riguarda esclusivamente le scelte procedurali dell’amministrazione comunale, che – secondo 'Saint-Vincent Rialzati' – deve garantire correttezza, concorrenza e tutela delle casse pubbliche.


pa.ga.


