Un agente della Polizia Penitenziaria è stato gravemente aggredito nel pomeriggio di oggi, martedi 25 novembre, durante un trasferimento di detenuti tra le carceri di Brissogne e Torino. Secondo il sindacato di categoria Osapp, l’episodio rappresenta “l’ennesima conferma della situazione ormai fuori controllo” all’interno del carcere di Brissogne.
L’aggressione è avvenuta intorno alle 16,30, durante le procedure di consegna e prelievo dei detenuti. La scorta, partita da Torino alle 14,30, aveva già tradotto un primo detenuto presso la Casa circondariale di Brissogne ed era stata immediatamente reimpiegata per un secondo trasferimento, questa volta di un detenuto straniero diretto a Torino. Proprio quest’ultimo, un giovane di origine tunisina, durante le operazioni di prassi nell'Ufficio Matricola ha colpito all’improvviso e senza alcun motivo un agente della scorta, praticamente un suo coetaneo, sferrandogli un violento pugno al volto. Il colpo ha provocato una copiosa perdita di sangue e la probabile frattura del setto nasale al malcapitato poliziotto, subito trasferito al Pronto soccorso dell’ospedale 'Parini' di Aosta, dove risulta tuttora ricoverato. L’Osapp sottolinea, nella circostanza, “l’assoluta assenza di supporto e vicinanza” da parte della direzione penitenziaria di Brissogne.
"Il carcere della Valle d'Aosta è da tempo noto per la sua complessità e per il ripetersi di episodi intollerabili – afferma Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp –. Un agente aveva definito questo servizio come lavoro 'tossico' e purtroppo i fatti continuano a confermarlo: i poliziotti sono ormai bersaglio di una popolazione detenuta sempre più violenta e aggressiva".
Il sindacato torna a sollecitare interventi dalle più alte cariche dello Stato: "A nulla sono valsi i nostri reiterati appelli al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Confidiamo in un loro intervento presso le autorità penitenziarie, finora assenti nell’adottare correttivi indispensabili. Senza un cambio di rotta – conclude Beneduci – il carcere continuerà a essere un marasma privo di organizzazione e finalità".


pa.ga.



