Sanità | 16 novembre 2025, 08:41

"Per il medico era 'solo una botta', ma avevo tre fratture al bacino”

In questa domenica che più autunnale non si può il nostro Tiroir ha ricevuto la missiva (corredata da inequivocabile documentazione ospedaliera) di una lettrice lombarda che sollecita, da parte nostra ma ancor di più di chi esercita la professione sanitaria, una riflessione rigorosa e consapevole

"Per il medico era 'solo una botta', ma avevo tre fratture al bacino”

Mi chiamo Antonella Azzolin, ho 60 anni e abito in provincia di Bergamo. Sono esattamente 39 anni che trascorro con la mia famiglia sia le vacanze estive sia quelle invernali in Valle d'Aosta.

Solitamente scegliamo di soggiornare nel capoluogo per poi spostarci ogni giorno nelle varie e meravigliose valli della vostra regione. Lo scorso giovedì 11 settembre verso le ore 11 come ogni mattina mi stavo recando in centro con mio marito a bere il caffè con due nostre care amiche, ma purtroppo percorrendo via Prés-Fossés mi sono accidentalmente inciampata nell'avvallo di un tombino e sono caduta sul fianco destro, proprio dove purtroppo ho già una protesi d'anca. Sono stata subito soccorsa da mio marito e da alcuni gentili passanti e residenti, ma per il dolore acuto e la paura che la protesi stessa avesse subito dei danni, abbiamo richiesto l'intervento dell'ambulanza con la quale sono stata trasportata al Pronto Soccorso dell'Ospedale 'Parini' di Aosta.

Dopo il disbrigo delle pratiche di prassi, su richiesta del medico ortopedico, sono stata portata in barella a eseguire le radiografie all'anca sinistra e sempre in barella sono rimasta in attesa del relativo esito. Poco più tardi mi hanno accompagnato insieme a mio marito nello studio del medico ortopedico il quale mi ha comunicato che fortunatamente la protesi non aveva subito danni e naturalmente ne ero felice. Sempre adagiata sulla barella però facevo presente al medico che io avevo comunque molto dolore alla gamba e che non avrei nemmeno potuto reggermi in piedi. Nonostante ciò il medico non si è nemmeno mosso, è rimasto alla sua scrivania, non mi ha visitato e non si è minimamente preoccupato di approfondire e localizzare il forte dolore che io lamentavo (addirittura sul verbale veniva indicato "lieve dolore").

Malgrado quindi io gli facessi presente quanto stavo male, questo gentile professionista mi ha "liquidata" dicendomi che il dolore era causato dalla 'botta', consigliandomi di applicare ghiaccio, di prendere un Brufen 600 e per qualche giorno di deambulare con le stampelle.

Venerdì 12 settembre le mie vacanze erano terminate quindi, seppure con il dolore che non accennava a diminuire, ho affrontato il viaggio di rientro a Bergamo. La sera e la notte sono stata molto male, il dolore era insopportabile, non riuscivo più a reggermi in piedi nè tantomeno a camminare, pertanto la mattina di sabato 13 settembre mio figlio mi ha portato subito al Pronto Soccorso dell'Ospedale 'Bolognini' di Seriate, in provincia di Bergamo. Lì ho spiegato loro quanto mi era accaduto e hanno immediatamente sospettato che potessero esserci delle fratture al bacino. Purtroppo la conferma è arrivata dalle radiografie e dalla Tac che mi hanno prontamente eseguito e che confermavano la presenza di ben TRE fratture al bacino.

Il pomeriggio stesso di sabato 13 settembre sono stata ricoverata presso il reparto di Ortopedia del 'Bolognini' e subito immobilizzata come previsto in queste circostanze. Sono rimasta ricoverata in ospedale fino al 22 settembre, giorno in cui sono stata trasferita presso l'pspedale di Calcinate (sempre in provincia di Bergamo) nel reparto 'Ospedale di Comunità' dal quale sono stata dimessa il 13 ottobre scorso.

In data 31 ottobre ho eseguito i primi controlli (rx e visita ortopedica) e poichè le fratture non si sono ancora sistemate del tutto, ancora oggi devo camminare con l'ausilio delle stampelle in attesa dei prossimi controlli fissati per il giorno 5 dicembre p.v.; nel frattempo il 4 novembre ho eseguito la Tac, il prossimo 16 dicembre avrò la visita urologica, mentre il 17 dicembre avrò la visita endocrinologica. Seguiranno poi la visita fisiatrica, le sedute di fisioterapia, ecc... ecc... sempre sperando che non mi rimangano danni permanenti.

Forse, chissà, se il medico dell'ospedale di Aosta si fosse alzato dalla poltrona e si fosse degnato di visitarmi, in quanto ortopedico avrebbe capito che il forte dolore di cui gli parlavo non erano capricci o inutili lamentele, ma bensì TRE fratture al bacino??? E non sarà che, avendoci camminato sopra per giorni, la situazione  sia pure peggiorata? Mi sono permessa di scrivere alla vostra Redazione per s la segnalare la superficialità di questo medico di cui taccio (almeno per ora) il nome e nell'augurio che rendendo nota la mia disavventura si possa evitare che in futuro vengano trattati altri pazienti in questo modo così insensibile e cinico (e non sto esagerando, purtroppo...).

Sono molto triste e amareggiata, ho trascorso un intero mese in ospedale e sono molto provata, oltre naturalmente al dolore fisico che ho provato e che mi affligge tutt'oggi...senza contare tutto ciò che ancora dovrò affrontare. Ritengo che quanto accadutomi sia di una gravità inaudita. 

Antonella Azzolin