Cronaca | 31 ottobre 2025, 12:30

Aosta, ennesima aggressione in Psichiatria, medico colpito al collo; cresce la preoccupazione tra i sanitari

Manca in Valle d'Aosta una struttura Rems, Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza nei confronti di persone violente con disagio psichico

La sede della struttura di Psichiatria alla ex Maternità di Aosta

La sede della struttura di Psichiatria alla ex Maternità di Aosta

Un giovane aostano, R.V., noto alle Forze dell'ordine per una serie di reati contro la persona, è stato arrestato la scorsa settimana per l'ennesimo atto di violenza e, in stato di evidente disagio psichico, è stato sottoposto a Trattamento sanitario obbligatorio-TSO. Durante la degenza nel reparto di Psichiatria dell’ospedale Parini, situato ad Aosta nei locali dell’ex Maternità, il paziente si è dato alla fuga, durata appena tre ore: fuggito alle 16, alle 19 è stato ritrovato, fermato dai carabinieri del Nucleo radiomobile della Compagnia di Chatillon/St-Vincent e ricondotto in reparto. Poco dopo, però, ha aggredito un medico, colpendolo al collo. Il sanitario ha riportato lesioni giudicate guaribili in venti giorni con tutore ortopedico (collare cervicale) temporaneo. Ora R.V. si trova sempre in reparto ma è piantonato - nei limiti del possibile - dalle Forze dell'ordine come misura straordinaria di cautela.

L’episodio si aggiunge ad altre due aggressioni verificatesi recentemente nello stesso reparto, riaccendendo l’allarme tra il personale medico e infermieristico. Da tempo, infatti, psichiatri e operatori della Psichiatria aostana segnalano una situazione sempre più critica: nel reparto vengono condotte, spesso in stato di arresto o in TSO, persone che hanno commesso reati violenti o manifestano comportamenti potenzialmente pericolosi.

In molti casi si tratta di soggetti inviati dalle Forze dell’ordine per accertamenti sulle loro condizioni psichiche, anche per stabilire se siano compatibili con la detenzione in carcere (come nel caso di Marino Rodio, che ora è detenuto a Brissogne). Tuttavia, la Valle d’Aosta è una delle poche regioni italiane a non disporre di una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza-Rems, struttura specificamente dedicata alle persone con disturbi mentali e responsabili di reato.

L’assenza di una Rems costringe quindi a gestire situazioni di forte rischio in ambienti ospedalieri ordinari, non attrezzati né dal punto di vista logistico né da quello della sicurezza. “Non possiamo trasformare i reparti in luoghi di custodia – spiegano fonti sanitarie – ma al tempo stesso siamo esposti a un pericolo crescente”.

Va ricordato che anche nelle Rems per legge, non è possibile trattenere le persone 'in cella' o sottoporle a contenzione fisica prolungata: si tratta infatti di strutture sanitarie, non penitenziarie, dove prevale la finalità terapeutica e riabilitativa. Tuttavia, la presenza di personale formato e di spazi adeguati consente una gestione più sicura dei pazienti con profili di rischio elevato.

Il nuovo episodio rilancia dunque il dibattito sulla necessità di una Rems valdostana, tema più volte affrontato – senza esiti concreti – tra Regione, Usl e ministero della Giustizia. Intanto, nel reparto di Psichiatria del Parini, medici e infermieri continuano a lavorare in condizioni che molti definiscono ormai 'al limite'.

patrizio gabetti