Cronaca | 25 ottobre 2025, 14:33

'I medici dell'ospedale Parini di Aosta mi hanno salvato la vita'

'Le Tiroir' de Laprimalinea.it ospita oggi la lettera aperta di Antonio Centomani, autore, regista e produttore cinematografico che racconta pubblicamente quanto accadutogli in Valle e ringrazia il personale sanitario che gli ha salvato la vita

Antonio Centomani

Antonio Centomani

Ero arrivato in Valle d’Aosta, a Saint-Vincent, insieme al mio editore e produttore, ospiti della Direzione del Casinò de la Vallée, per un appuntamento di lavoro. Un luogo accogliente, persone gentili, un clima sereno che mi ha subito fatto sentire a casa. La sera siamo stati invitati a uno spettacolo presso il teatro del Casinò — tutto perfetto, come doveva essere.

La domenica, però, qualcosa è cambiato. Durante una visita ad Aosta ho iniziato ad avvertire un malessere improvviso, una sensazione difficile da descrivere. Rientrato in albergo, le condizioni sono peggiorate e ho chiesto aiuto alla Guardia Medica di Saint-Vincent. Un medico napoletano, che desidero ringraziare pubblicamente per la sua lucidità e il suo senso di responsabilità, ha compreso immediatamente la gravità della situazione e ha disposto senza esitazione il mio trasferimento in ambulanza all’Ospedale di Aosta.

È stata la decisione che mi ha salvato la vita. Poco dopo, sono stato colpito da un infarto. Ricordo solo di essere al telefono con mio figlio Salvatore... poi il buio. Quando ho riaperto gli occhi, ero circondato da persone che stavano lavorando per restituirmi ciò che avevo rischiato di perdere: la vita. Medici, infermieri, operatori — volti concentrati, mani ferme, parole rassicuranti. In quei momenti, ho capito che la competenza è fondamentale, ma l’umanità lo è ancora di più. E in quell’ospedale ho trovato entrambe. Vorrei esprimere la mia più profonda riconoscenza a tutto il personale del Pronto Soccorso e dell’UTIC dell’Ospedale di Aosta (l''Umberto Parini' ndr), che con tempestività, professionalità e dedizione mi hanno assistito in ogni fase. Un pensiero speciale va a un’infermiera del Pronto Soccorso, di cui purtroppo non ricordo il nome, ma ricordo bene il sorriso e l’accento sardo: la sua gentilezza e la sua presenza mi hanno dato forza nei momenti più difficili. Il mio grazie va a tutti i medici e gli infermieri dell’UTIC, che mi hanno seguito passo dopo passo con attenzione, competenza e umanità. Alla Dottoressa Elisa Pelloni, che con prontezza e determinazione mi ha 'fulminato' nel momento giusto, restituendomi la vita. Al Dottor Gianluca Amato, cardiologo interventista, che con maestria e precisione ha riparato concretamente il mio cuore. Al Dottor Shail Tarek, che con grande sensibilità ha saputo spiegare con chiarezza e delicatezza ai miei figli quanto accaduto e la successiva fase di degenza, donando loro serenità e fiducia. E al Dottor Paolo Scacciatella, Primario dell’UTIC dell’Ospedale di Aosta, che con la sua guida e la sua visione dirige un reparto d’eccellenza, fatto prima di tutto di persone straordinarie.

Oggi posso dire di avere due compleanni: quello che mi appartiene per nascita, e quello che mi è stato donato grazie al coraggio e alla dedizione di questi professionisti. Scrivo queste righe non solo per ringraziare chi mi ha salvato, ma anche per ricordare a tutti che dietro ogni reparto, ogni corsia e ogni camice ci sono persone che ogni giorno combattono il tempo, il dolore e la paura — e lo fanno con una forza che merita rispetto e gratitudine. La Valle d’Aosta mi ha accolto due volte: la prima come ospite, la seconda come uomo rinato. Con profonda riconoscenza,

Antonio Centomani