In poco più di tre anni, tra l’1 gennaio 2022 e il 10 luglio 2025, sono state 137 le iniziative consiliari rivolte alla Giunta regionale e – più indirettamente – ai vertici della Compagnia valdostana delle acque-Cva. Interpellanze, interrogazioni, risoluzioni, mozioni, ordini del giorno, audizioni. Ma soprattutto 48 richieste di accesso agli atti ai sensi dell’articolo 116 del Regolamento del Consiglio Valle, i cosiddetti "116". Uno strumento previsto proprio per consentire ai consiglieri regionali di accedere a documenti, informazioni e atti amministrativi detenuti dalla Regione o dalle sue partecipate, come Cva. In sostanza: una leva di controllo istituzionale.
E proprio sul sito web della Cva, sotto la sezione “Trasparenza informativa”, queste 137 istanze sono elencate e sommariamente descritte (senza l'indicazione dei consiglieri proponenti). Una scelta di chiarezza, fortemente voluta dall’allora presidente Marco Cantamessa, con il parere favorevole dell’amministratore delegato Giuseppe Argirò. “Le richieste 116 sono strumenti di controllo e trasparenza che i consiglieri regionali usano per vigilare sull’operato dell’amministrazione regionale. Dotarci noi stessi di uno spazio dove includere tali strumenti può soltanto contribuire a rafforzare la trasparenza e migliorare il controllo”, spiegava Cantamessa, rispondendo a chi – all’interno del CdA – paventava un possibile eccesso di zelo nel pubblicare, oltre alle iniziative consiliari peraltro tutte discusse pubblicamente in Aula, anche i '116'.
Eppure, proprio questa mattina, la conferenza dei capigruppo avrebbe discusso l’opportunità di mantenere online queste informazioni, ritenute da alcuni consiglieri una sorta di intimidazione: "La sola informazione di aver fatto un 116 deve restare riservata e pubblicare cosa si è chiesto è ancora peggio...sono azioni di pubblici ufficiali", si sostiene. Una riflessione quantomai legittima ma quantomeno curiosa: negli ultimi due anni, più di un consigliere regionale ha lamentato pubblicamente carenza di flussi informativi da parte della governance di Cva. La presenza di un archivio pubblico, con tutte le iniziative consiliari riferite alla società – comprese le temute 'richieste 116' – sembra smentire, almeno sul piano della comunicazione, questa narrazione.
Ma se le cose stanno così, il problema forse non è tanto l’assenza di trasparenza, quanto la sua eccessiva visibilità ovvero l'esatto contrario.