C’è un angolo della Valle del Lys in cui la modernità ha rallentato, quasi per rispetto. Non per disinteresse, ma perché lì, tra boschi antichi e silenzi profondi, resiste una memoria che non vuole saperne di sparire. Parliamo di Issime, nel Vallone di San Grato, dove una casa contadina seicentesca – danneggiata ma ancora in piedi – aspetta di essere salvata.
È lo Stadel di Stubbi. Non è un castello, non è un santuario. Non ha ospitato re né eroi, ma ha ospitato la vita: quella vera, fatta di legno, neve, fatica e ingegno. Fu costruito nel Seicento da Hans (o Jean) Goyet, capomastro locale che conosceva la forza del larice meglio di quanto oggi certi progettisti conoscano il cemento.
Oggi, quello che resta dello Stadel – dopo il crollo del tetto nell’estate 2022 – è stato acquistato da Associazione Augusta, un piccolo gruppo di appassionati custodi della memoria alpina. Con lui sono arrivati anche i ruderi di un mulino quattrocentesco, un forno medievale e i boschi attorno. Insieme, compongono il paesaggio di una civiltà che ha costruito senza sprecare, usando solo ciò che la natura offriva.
La missione: ricostruire senza snaturare
L’obiettivo non è il “restyling”, ma il risanamento etico. Non si useranno materiali industriali, ma solo quelli originari: larici e abeti locali, lose posate a mano, e la sapienza rara di artigiani veri. Tra questi, Egle Fosson di Gressoney – una delle ultime depositarie della tradizione walser – e due maestri d’ascia di Alagna, Degasparis e Cusa, che ricostruiranno tronco per tronco come in un gigantesco puzzle ligneo. Non è un semplice cantiere: è un gesto di giustizia culturale.
Stubbi non è un’icona per turisti. È una testimonianza della cultura walser, che per secoli ha dialogato con la montagna invece di combatterla. Un’architettura umile, sobria, ma perfettamente armonica. Salvare questo edificio significa proteggere un’idea di paesaggio vissuto con rispetto, in ascolto e senza sprechi.
Il costo della memoria: 210.000 euro
Salvare Stubbi ha un prezzo concreto: 210.000 euro. E ne mancano ancora molti. Per questo l’Associazione Augusta lancia un appello diretto, onesto: aiutateci a ricostruirlo. Non si chiede carità, ma partecipazione. Chi contribuisce, infatti, potrà anche prendere parte ai moduli formativi previsti durante il cantiere.
Il primo corso – gratuito per i donatori – sarà condotto dall’architetto Danilo Marco, esperto di architettura alpina, che guiderà i partecipanti in un viaggio tra teoria e pratica: prima in aula, poi sul campo, proprio a Stubbi e nei dintorni del Vallone di San Grato.
Non si ferma il declino con un bonifico, è vero. Ma ogni gesto conta. Perché ogni pietra salvata, ogni trave risanata, è un frammento di futuro custodito. Chi può, doni. Chi crede, partecipi. Chi sente, ascolti.
CAMPAGNA DI RACCOLTA FONDI
Questa iniziativa rientra nel progetto di valorizzazione del patrimonio culturale del Vallone di San Grato. L’obiettivo immediato è raccogliere 20.000 euro, parte delle spese di restauro.
IBAN: IT32 D 03069 09606 10000 0410097
Intestazione: Associazione AUGUSTA
Causale: Restauro Stubbi di San Grato
Banca: INTESA SANPAOLO (Rete Impact dedicata al Terzo Settore).
Il restauro sarà anche occasione per un cantiere-evento incentrato sull’architettura storica minore e sulle tecniche tradizionali. In programma cinque moduli formativi rivolti ad architetti, imprese e appassionati. Il primo modulo – gratuito per i donatori – si intitola: “Architettura in legno in Valle d’Aosta – Storia dell’architettura locale” e prevede una lezione teorica nella sede dell’Associazione Augusta e un sopralluogo guidato dall’architetto Danilo Marco a Stubbi e nelle altre architetture del Vallone.