Ne è convinto Marco Carrel, assessore regionale all’Agricoltura e Risorse naturali: "La viticoltura eroica rappresenta molto più di una semplice pratica agricola: è un tassello fondamentale della cultura e dell’identità stessa della comunità valdostana. Si tratta di un’agricoltura che contribuisce in maniera concreta alla tutela del nostro ambiente naturale e che svolge un ruolo essenziale nel mantenere viva la biodiversità e nel rafforzare il tessuto sociale delle aree montane. È una forma di presidio del territorio che mette al centro la sostenibilità, la dedizione e la memoria collettiva".
E' questo il messaggio riecheggiato con forza nel corso del convegno 'La viticoltura eroica incontra le istituzioni', svoltosi venerdì 6 giugno nella sede dell’Institut Agricole Régional ad Aosta, su iniziativa del Centro di Ricerche, Studi e Valorizzazione per la Viticoltura Montana-Cervim.
"Fondamentali dunque l’attenzione costante e il dialogo tra operatori, istituzioni e mondo scientifico - ha ribadito Carrel -. Occorre stare al passo, tutelare e fare buona gestione delle risorse idriche, avvalersi dell’innovazione tecnologica".
All’incontro ha partecipato anche il presidente della Giunta, Renzo Testolin, che ha voluto sottolineare come la viticoltura eroica non sia semplicemente una modalità colturale, ma una narrazione viva fatta di determinazione, sacrificio e amore per la montagna. "Parlare di queste vigne strappate alla verticalità delle rocce – ha spiegato Testolin – significa onorare una lunga storia di impegno e rispetto per il paesaggio. È un esempio di come l’uomo possa convivere con l’ambiente in modo armonico, valorizzandolo anziché snaturarlo".
Testolin ha inoltre ribadito la volontà dell’amministrazione regionale di promuovere non solo il sostegno economico a queste produzioni difficili e spesso marginali, ma anche il riconoscimento culturale e strategico del modello che incarnano. "La viticoltura eroica – ha aggiunto – è un paradigma di resistenza alle logiche del consumo e della standardizzazione: racconta un’idea di territorio vissuto, curato e trasmesso di generazione in generazione".
Nicola Abbrescia, presidente del Cervim, ha rimarcato come ovunque si pratichi viticoltura eroica, si ritrovi un equilibrio prezioso tra uomo e natura. "Queste vigne custodiscono molto più del vino che producono – ha detto –: sono scrigni di biodiversità, custodi del paesaggio e simboli di un'agricoltura che ha ancora molto da insegnare".