Cronaca | 24 maggio 2025, 08:22

Dimissioni e disordini al carcere di Brissogne, il caso arriva in Parlamento

Qui e nelle foto in articolo, mezzi di soccorso entrano nel carcere di Brissogne la notte tra il 16 e 17 maggio scorsi

Qui e nelle foto in articolo, mezzi di soccorso entrano nel carcere di Brissogne la notte tra il 16 e 17 maggio scorsi

Se il ministro della Giustizia Carlo Nordio è a conoscenza dell'attuale situazione al carcere di Brissogne, intende "attivarsi, anche mediante ispezione ministeriale", per verificare "le criticità evidenziate, adottando misure idonee alla loro risoluzione, coinvolgendo eventualmente le organizzazioni sindacali e i vertici della Casa circondariale?". E "quali e quante sono le strutture penitenziarie dotate di un servizio di supporto psicologico interno per gli operatori in servizio?" Le domande sono contenute in un atto parlamentare di 'Sindacato Ispettivo' rivolto al ministro Nordio e sottoscritto da dieci tra senatrici e senatori del M5S il 21 maggio scorso.

"E' recente la notizia che presso la Casa circondariale di Brissogne in località Les Iles, un giovane agente di Polizia penitenziaria, A.N., ha presentato le proprie dimissioni alla direttrice, Velia Nobile Mattei", si legge nell'atto.

"L'agente ha dichiarato di essere giunto a questa sofferta decisione - scrivono i parlamentari - a causa delle condizioni di lavoro ritenute insostenibili all’interno del carcere, condizioni difficili anche solo da immaginare per chi vive al di fuori del contesto penitenziario; colpisce il fatto che l’agente non abbia chiesto un trasferimento, ma abbia deciso di abbandonare definitivamente il Corpo, non riponendo più alcuna fiducia in un possibile cambiamento".

I senatori del M5S ricordano che il carcere di Brissogne non soffre di sovraffollamento (130 detenuti su una capienza di 180), ma è privo di un comandante da circa otto anni, nonostante in Italia vi siano oltre 500 dirigenti della Polizia penitenziaria.

 

"L’agente ha lamentato un carico di lavoro eccessivo - si legge nel documento - turni estenuanti senza orari certi, riposi settimanali spostati o annullati, la totale assenza di ascolto da parte di chi ha il dovere di coordinare e dirigere il personale; ha inoltre segnalato: l’utilizzo distorto dello strumento disciplinare, impiegato come mezzo di intimidazione e repressione nei confronti di chi segnala disfunzioni e criticità; la mancanza di chiarezza nei ruoli e nelle responsabilità, con sovrapposizioni di compiti e incarichi; l’assenza di comunicazioni sui diritti dei lavoratori, anche sul piano amministrativo; l’assenza di prospettive di crescita e sviluppo professionale; l’impossibilità di conciliare vita privata e lavorativa a causa dei turni irregolari e dei continui cambi di servizio; un ambiente di lavoro tossico, caratterizzato da competizione malsana e comportamenti irrispettosi e umilianti da parte dei superiori".

Nonostante i numerosi tentativi di segnalazione tramite il sindacato OSAPP, richiamati nell'atto di Sindacato Ispettivo, l’agente, vista la giovane età, ha ritenuto preferibile rassegnare le dimissioni per cercare un nuovo inserimento professionale.

A parere dei senatori interpellanti "quanto accaduto rappresenta un fallimento dello Stato, considerato che il Corpo di Polizia penitenziaria garantisce la sicurezza e la legalità all’interno degli istituti penitenziari, svolge il servizio di traduzione e piantonamento dei detenuti, concorre all’ordine, alla sicurezza pubblica e al pubblico soccorso. I circa 37.000 operatori in servizio nei circa 200 istituti per adulti, nei 19 per minori e nelle strutture collegate, operano con impegno, dedizione e spirito di servizio; al Corpo è affidato anche il compito fondamentale di partecipare al trattamento rieducativo dei condannati, elemento che ne determina la specificità e lo distingue dalle altre forze di polizia, sia civili che militari;

tra i problemi principali del sistema penitenziario si annoverano il sovraffollamento e la grave carenza di personale, non solo di polizia, ma anche di figure professionali essenziali come educatori, medici e psicologi;

tale carenza cronica compromette le condizioni di vita dei detenuti e incide pesantemente anche sul benessere del personale, costretto a turni disagiati, ritmi insostenibili, stress e affaticamento che, in alcuni casi, possono sfociare in episodi estremi, come i suicidi di agenti di Polizia penitenziaria che si registrano ogni anno".

I senatori rammentano poi che nella notte tra il 16 e 17 maggio scorsi "e nuovamente nella notte del 19 maggio, si sono verificati gravi disordini all’interno del carcere di Brissogne, che hanno richiesto l'intervento urgente del personale di Polizia penitenziaria già fortemente provato da carichi di lavoro insostenibili". Tali episodi, "che si inseriscono in un quadro di crescente tensione e malessere, evidenziano ulteriormente l'urgenza di interventi strutturali e organizzativi volti a ristabilire condizioni di sicurezza, legalità e dignità lavorativa per tutti gli operatori coinvolti", conclude l'atto parlamentare.

 

pa.ga.