Respinta la richiesta di giudizio immediato, il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Aosta Maurizio D'Abrusco ha confermato questa mattina in tribunale ad Aosta l'impianto procedurale del dibattimento e ha fissato inizio del processo in Corte d'Assise per mercoledì 7 maggio nei confronti di Sohaib Teima, il 22enne di Fermo gravemente indiziato del femminicidio della sua compagna, la cittadina lionese Auriane Nathalie Laisne (foto sotto) più grande di lui di un anno, avvenuto dentro o nei pressi della chiesetta diroccata di Equilivaz a La Salle (foto sotto) ed effettuato con un'arma da taglio alla fine del marzo scorso.
Teima, che oggi è giunto in tribunale ad Aosta sul cellullare della Polizia Penitenziaria, era stato arrestato in Francia (dov'è stato condannato per maltrattamenti sempre nei confronti della vittima) e poi estradato in Italia il 18 novembre scorso. A Palazzo di Giustizia, questa mattina, anche i genitori di Auriane, accompagnati dall'avvocato aostano Jacques Fosson e il fratello della giovane, assistito dal legale Giulia Scalise, che non hanno rilasciato dichiarazioni.
50 i testimoni chiamati a deporre: una quindicina dell'accusa e circa 35 della difesa, sostenuta dall'avvocato Luca Tommaso Calabrò del foro di Torino.
Teima continua a proclamarsi innocente ma l'imputazione è quella gravissima di omicidio aggravato dalla premeditazione e dal fatto che era legato sentimentalmente alla vittima (aggravanti che prevedono l'ergastolo)
nonché per occultamento di cadavere, aggravato dal fatto il nascondimento avrebbe avuto lo scopo di garantire l'impunità all'omicida.
L'atto d'accusa è agghiacciante, se si pensa riferito a un ragazzo poco più che ventenne senza precedenti penali. Sohaib Teima avrebbe ucciso Auriane "colpendola con un'arma da taglio alla gola provocando una ferita da punta e taglio" profonda due centimentri sotto la mandibola sinistra, trapasso la laringe e "causando la morte per asfissia meccanica" a causa dall'ingresso del sangue nelle vie respiratorie fino ai polmoni.
L'aggravante della premeditazione ha trovato riscontro nelle rapide ed efficati indagini condotte dai carabinieri del Reparto operativo di Aosta. I militari allora comandanti dal tenente colonnello Tommaso Gioffreda avevano riscontrato, si legge nel decreto del Gip. che Sohaib prima del 'viaggio vacanza' in Valle d'Aosta "aveva provato a fare arrestare la compagna l'1 marzo 2024, inserendo all'interno del bagaglio di Auriane ben 60 grammi di cocaina e allertando la polizia di frontiera dell'aeroporto di Fiumicino" e ancora "avendo poi denunciato la giovane alla Questura di Fermo per i reati di minacce al fine di fermarla" e avendo infine "ideato di viaggiare con la Laisne, per raggiungere la Valle d'Aosta e chiedere un luogo appartato e isolato dove poter compiere indisturbato il delitto di omicidio senza essere visto da alcuno e senza che il cadavere venisse individuato facilmente, garantendosi così la fuga e il ritorno in Francia". Dopo averla uccisa, secondo l'accusa il giovane "al fine di garantirsi l'impunità, occultava il cadavere all'interno della chiesa diroccata adagiandolo sul fianco sinistro, con le gambe leggermente piegate ponendo una pietra dietro alla schiena di Auriane Laisne".