Per qualche anno si era creduto che il problemma fosse soltanto più una questione di 'canne' e magari qualche pastiglia per lo sballo del sabato tra adolescenti. Non è più così e forse non lo è mai stato. Come accadde negli anni '70 e '80 del secolo scorso, in Valle d’Aosta si sta facendo largo, in modo silenzioso ma costante, un mercato di stupefacenti sempre più aggressivi, più pericolosi, più difficili da intercettare.
Negli ultimi mesi, le segnalazioni delle Forze dell’ordine e dei servizi sanitari raccontano di uno scenario preoccupante: cocaina ad alta concentrazione, spesso tagliata con anestetici per uso veterinario; eroina contenente sostanze contaminanti che ne aumentano la pericolosità; crack, MDMA, ketamina. Tutti nomi che, solo pochi anni fa, sembravano rimasti lontani dalla quotidianità valdostana.
Aosta non fa eccezione, anzi: negli ultimi sei mesi si sono moltiplicati (e non tutti resi pubblici dai giornali) i sequestri di stupefacenti chimicamente modificati, segno di una diffusione capillare e di un mercato sempre più strutturato, che non guarda solo ai giovani, ma si allarga anche a una fascia adulta, spesso insospettabile e si estende anche a livello di sostanze prescelte.
Per anni la cocaina è stata considerata la 'droga dei professionisti'. Il costo elevato, l'immagine patinata e il fatto che "non lascia tracce" visibili nel breve periodo, l'hanno resa popolare tra chi lavora in ambienti ad alta pressione: liberi professionisti, imprenditori, quadri aziendali, ristoratori, operatori del turismo. In Valle d'Aosta, dove l’economia è fortemente legata alla stagionalità e al settore dei servizi, il fenomeno si è radicato in modo silenzioso ma costante.
Ma il mercato delle droghe per chi ha soldi da spendere si sta ampliando. Cresce esponenzialmente l’uso di sostanze sintetiche come l'MDMA, la ketamina e il 2C-B, consumate non solo in contesti notturni ma anche in ambienti privati, spesso tra adulti benestanti. Sono droghe considerate 'controllabili', percepite come meno rischiose della cocaina, ma con effetti altrettanto destabilizzanti, soprattutto sul lungo periodo.
In aumento anche il fenomeno del microdosaggio di LSD e di psilocibina, droghe psichedeliche usate in minime quantità per aumentare la creatività o potenziare la performance mentale. Una moda nata negli Stati Uniti ma che inizia a circolare anche nei contesti culturali e professionali più avanzati della nostra regione.
A questo si aggiunge l’uso parallelo – spesso in ambito privato e sommerso – di benzodiazepine, stimolanti e farmaci da prescrizione ottenuti illegalmente. Sostanze come Xanax, Rivotril o Modafinil vengono usate per 'gestire lo stress' o per 'non staccare mai'. Una spirale di dipendenza sofisticata, invisibile, che spesso non emerge finché non è troppo tardi.
Secondo accreditate fonti investigative, dietro questa evoluzione ci sarebbero organizzazioni più radicate di quanto si pensasse, capaci di far giungere quantitativi importanti di sostanze anche nei comuni più piccoli della Valle, portando così su tutto il territorio una 'normalizzazione' dell’uso di droghe pesanti, che provocano dipendenza rapida, danni neurologici, comportamenti a rischio e una crescente pressione sui servizi socio-sanitari.
E mentre le Amministrazioni locali e l'ufficio della 'messa alla prova' del Tribunale di Aosta (gestisce le pene alternative al carcere) iniziano a fare i conti con le prime vere emergenze sociali legate alla dipendenza, resta ancora troppo basso il livello di consapevolezza pubblica.