La revoca 'di tutti gli atti amministrativi di concessione e rinnovo', insieme 'alla bonifica e chiusura definitiva del sito'. E' la ferma richiesta delle associazioni Valle Virtuosa e Legambiente VdA riguardo alla gestione della discarica di Pompiod sulla quale, affermano, "emergono gravi criticità sia in termini ambientali che sanitari. La discarica, situata in una zona di grande valore paesaggistico e naturalistico, continua a rappresentare un rischio per la salute pubblica e l’ambiente, contravvenendo a normative nazionali ed europee.
Le associazioni sottolineano che "attuale concessione non rispetta i criteri di prudenza previsti dalla normativa" anche perché "manca l'aggiornamento della Valutazione di impatto ambientale-Via e che "lo studio dell'Arpa, che suggerisce la riapertura, presenta lacune significative, non considerando il riciclo già al 74% degli inerti in Valle d’Aosta.
Inoltre, "l’insistenza sulla riapertura appare in contrasto con gli obiettivi di valorizzazione del territorio".
Per Legambiente e Valle Virtuosa "la discarica non soddisfa i requisiti europei per il conferimento di rifiuti non pericolosi, come a suo tempo confermato dal parere tecnico dell’Arpa Valle d’Aosta"; è in contrasto "con il Piano regionale di gestione dei rifiuti, che prevede solo impianti per materiali inerti da demolizione e costruzione, escludendo rifiuti speciali.
Pompiod non sarebbe poi conforme ai criteri costruttivi: "La discarica non rispetta i criteri normativi per l’ubicazione, specialmente riguardo ai Cer autorizzati e alle deroghe concesse, senza motivazioni adeguate",
Le associazioni rilevano "l'inadeguata distanza dall’abitato e dall’area agricola: la discarica si trova a meno di 70 metri dall’abitato di Pompiod, circondata da vigneti, frutteti, pascoli, allevamenti di bestiame e un deposito di fontina. A breve distanza sorgono il sito storico-paesaggistico del Castello di Aymavilles e le miniere abbandonate di Pompiod, le cui gallerie sono inserite nella rete ecologica europea Natura 2000 per la tutela di rare specie di pipistrelli che le abitano. Questa situazione viola il principio di precauzione stabilito dall’art. 191 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), che impone comportamenti prudenti in presenza di rischi".
Come se non bastasse "la barriera di confinamento non rispetta lo spessore richiesto, specialmente sulle pareti dell’argine di valle e sulla scarpata meridionale" e sia controlli sulle polveri, sia il monitoraggio delle acque sotterranee sarebbero carenti e/o insufficienti.