L’esposizione fotografica Innesti, curata dall’associazione La Clé sur la Porte, è stata inaugurata domenica 15 settembre davanti al nuovo polo universitario dell’Università della Valle d’Aosta, e si terrà fino al 31 ottobre.
La mostra fa parte del progetto più ampio “Atlas of the New World” dei due fotografi Giulia Piermartiri e Edoardo Delille, che dal 2019 hanno girato i cinque continenti per raccogliere ogni tipo di immagine che potesse documentare i cambiamenti climatici che sono in atto. Per far ciò, essi hanno scattato delle foto in luoghi particolarmente colpiti dalla crisi e sovrapposto su di essi delle proiezioni di altri luoghi in cui c’era in atto una catastrofe o un mutamento simbolico.
Flowering Heights, Giulia Piermartiri e Edoardo Delille
Il segmento di apertura Flowering Heights mostra il pericolo dello scioglimento dei ghiacciai da scatti presi in Val Ferret, a cui sono sovrapposte immagini di campi fioriti: l’obiettivo è di indicare il possibile destino che potrà abbattersi su questi luoghi una volta che i ghiacciai si saranno sciolti del tutto. Un altro ancora è invece la terza parte dedicata allo Yangtze (o Fiume Azzurro), Floating Dragon: a causa di alluvioni e temporali la geografia antropica della zona sta cambiando, e ciò viene raccontato attraverso immagini di persone in contesti cittadini mescolate ai luoghi inondati dal fiume.
Floating Dragon, Giulia Piermartiri e Edoardo Delille
Ci sono poi gli incendi in California (California Drought), la sommersione dell’arcipelago delle Maldive (Diving Maldives) e l'inaridimento delle terre in Mozambico (Africa Blues). Quel che rende comune i vari componimenti è il mostrare scene di vita quotidiana, di persone immerse nel loro comune, mescolate insieme a ciò che potrà succedere un domani che ormai non sembra più tanto lontano.
Il fine ultimo dell’esposizione è quello di illustrare gli effetti del cambiamento climatico, e come esso potrà ridefinire non solo l’aspetto del nostro pianeta, ma anche il nostro quotidiano.
L’inaugurazione della mostra ha visto l’accompagnamento dell’evento “Oltre le forme”, di Alessandro Ottenga e Riccardo Mantella; uno spettacolo di luci sulla facciata dell’Università. La particolare architettura di quest’ultima è in realtà “una metafora di un ghiacciaio che si inserisce e si insinua nella città” e perciò una sede perfetta per la rassegna.