Cultura | 25 aprile 2024, 07:00

La Libertà è una conquista da difendere ogni giorno; oggi è il 25 Aprile

E' Festa Nazionale: il dovere di non dimenticare, una breve panoramica di quel significativo giorno e del come ci si è arrivati con video e immagini inedite

La Libertà è una conquista da difendere ogni giorno; oggi è il 25 Aprile

Il 25 Aprile è il giorno in cui in Italia si celebra la Festa della Resistenza e della Liberazione dal nazifascismo, avvenuta nel 1945. L’occupazione nazifascista in Italia, soprattutto al Nord, non terminò in un solo giorno, ma si considera il 25 Aprile di quell'anno come data simbolo e 'culmine' della Liberazione perché  il 1945 coincide con l’inizio della ritirata da parte dei soldati della Germania nazista e di quelli fascisti della Repubblica di Salò dalle città di Torino e di Milano, dopo che la popolazione si era ribellata e i partigiani avevano organizzato un piano coordinato per riprendere il controllo delle città.

La decisione di scegliere questo giorno come quello della “Festa della Liberazione” (o come “anniversario della Liberazione d’Italia”) fu presa il 22 aprile del 1946, quando il governo italiano provvisorio – il primo guidato da Alcide De Gasperi e l’ultimo del Regno d’Italia – stabilì con un decreto che il 25 aprile dovesse essere “festa nazionale”.

La data fu fissata in modo definitivo con la legge n. 269 del maggio 1949, presentata da De Gasperi in Senato nel settembre 1948. Da allora, il 25 aprile è un giorno festivo.

La guerra in Italia comunque continuò ancora per qualche giorno, fino agli inizi di maggio. Ma facciamo un passo indietro:

Nei primi mesi del 1945 diverse decine di migliaia di persone, quasi tutti partigiani in brigate ma anche pochi 'singoli ribelli' non aggregati a formazioni, che combattevano contro l’occupazione tedesca e la Repubblica di Salò nell’Italia settentrionale, dalla Valle d'Aosta alla Liguria, con una discreta organizzazione dal punto di vista militare. A sud della Pianura padana nel marzo del 1945 c’erano molti soldati occupanti che cercavano di resistere all’offensiva finale degli Alleati, che si intensificò a partire dal 9 aprile (in una zona a est di Bologna) lungo un fronte più o meno parallelo alla via Emilia.

L’offensiva fu da subito un successo, sia per la superiorità di uomini e mezzi degli attaccanti che per il generale sentimento di sfiducia e inevitabilità nella sconfitta che si era diffuso tra i soldati della Wermacht, le SS e i repubblichini, nonostante le volontà delle massime autorità tedesche e fasciste di continuare la guerra fino all’ultimo.

Il 10 aprile il Partito Comunista diffuse a tutte le organizzazioni locali con cui era in contatto la “Direttiva n. 16”, in cui si diceva che era giunta l’ora di "scatenare l’attacco definitivo"; sei giorni dopo il CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, di cui facevano parte tutti i movimenti antifascisti e di resistenza italiani, dai comunisti ai socialisti ai democristiani e agli azionisti, cioè i membri del Partito d’Azione) emanò simili istruzioni di insurrezione generale.

I partigiani organizzarono e avviarono attacchi verso i centri urbani.

Bologna fu attaccata dai partigiani il 19 aprile e definitivamente liberata con l’aiuto degli alleati il 21. Il 24 aprile 1945 gli alleati superarono il Po, e il 25 aprile i soldati tedeschi e della repubblica di Salò cominciarono a ritirarsi da Milano e da Torino. A Milano, a partire dalla mattina del giorno precedente, era stato proclamato uno sciopero generale, annunciato alla radio “Milano Libera” da Sandro Pertini, futuro presidente della Repubblica, allora partigiano e membro del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN).

25 aprile 1945 - Sandro Pertini

Le fabbriche più importanti del Paese come ad esempio la Fiat furono occupate e presidiate e la tipografia del Corriere della Sera fu usata per stampare i primi fogli che annunciavano la vittoria. La sera del 25 aprile Benito Mussolini abbandonò Milano per andare verso Como (sarebbe stato poi catturato dai partigiani a Dongo due giorni dopo e ucciso il 28 aprile).

I giornali italiani celebrarono il 25 aprile 1945 come un giorno fondamentale per la fine della guerra: non solo l’Unità e Il Popolo, quotidiani ufficiali del Partito Comunista e della Democrazia Cristiana che si stampavano nelle parti d’Italia già liberate da tempo, ma anche La Stampa o il Corriere della Sera, che durante il ventennio fascista era stato vicino al regime.

Photo Credits:ACCAS FILM

In fondo la photogallery di alcuni giornali che danno notizia della Liberazione d'Italia.

A.A.

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