Dal 14 febbraio al 2 giugno, al CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia di Torino si tiene l’esposizione “Robert Capa e Gerda Taro: la fotografia, l’amore e la guerra”, in cui vengono esposte più di un centinaio di fotografie scattate principalmente nei primi due anni della guerra civile spagnola dalla coppia che che ne dà il nome.
La mostra contiene circa 120 immagini realizzate da Robert Capa, considerato il più grande fotografo bellico della storia, recentemente esposto anche ad Aosta al centro Saint- Bénin, e dalla sua compagna Gerda Taro, il cui contributo alla fotografia di guerra è stato sottovalutato fino alla scoperta della cosiddetta “valigia messicana”: nel 1998 fu ritrovata dal cineasta Benjamin Tarver, nella casa del generale messicano Francisco Aguilar Gonzales, una vecchia e malandata valigia Louis Vuitton contenente tre scatole di negativi sulla guerra civile spagnola scattate da Capa, Taro e anche dal loro amico David “Chim” Seymour. Finita lì per una serie di eventi iniziata dallo stesso Robert, in fuga da Parigi per via dell’avanzare dei nazisti in Europa nel 1939, la borsa fu portata a New York City nel 2007 grazie all’intervento della regista Trisha Ziff e del fratello Cornell Capa, e i suoi contenuti hanno permesso l’attribuzione di molte fotografie a Taro.
Due sono gli elementi decisivi per marcare la differenza tra le sue opere e quelle di Capa; la forma quadrata della maggior parte di esse, dovuta dall’uso di una Rolleiflex da lei spesso usata e un uso più attento della composizione, un dettaglio che si può notare anche dalla sua opera più famosa, ossia la Miliziana repubblicana che si esercita sulla spiaggia. Si può quindi osservare quanto l’enfasi sulla posa della donna sia evidenziata, puntando una pistola con i tacchi ben saldi sulla spiaggia.
Iniziando dalla vittoria del Fronte Popolare in Francia del 1936 e gli scioperi a Parigi dell’anno successivo, l’esposizione si concentra successivamente sul già citato conflitto in Spagna, mostrando i vari aspetti di esso: gli addestramenti dei miliziani, le partenze al fronte, il campo di battaglia, le città distrutte dai bombardamenti e così via, in un lasso di tempo che va fino all’anno in cui Gerda viene travolta da un carro armato durante la battaglia di Brunete e muore poco dopo per via delle ferite riportate. Robert, che in quel momento si trovava a Parigi, saprà della sua morte soltanto successivamente, leggendone in un giornale nella sala d’attesa del dentista.
Una cronologia della guerra viene raccontata sul muro della seconda sala, illustrando anche gli spostamenti della coppia nel paese e i loro ritorni nella capitale francese, dove vivevano, parallelamente alle mosse e conquiste dei repubblicani e dei fascisti sul suolo spagnolo.
Alcune foto vengono esposte anche lungo i corridoi che collegano le sale, come viste sulle città durante i momenti di “calma” oppure le esercitazioni nello stadio cittadino. L’ultima sala si concentra invece sui disastri che la guerra causa ai civili, mostrando la rovina dei palazzi colpiti o i cancelli degli obitori, assaliti dalle persone che attendono di entrare per sapere chi tra i loro affetti è stato colpito dai bombardamenti.
La coppia era legata da un amore molto forte, immortalato in uno scatto di Fred Stein al Café du Dome di Parigi e presente nella prima sala dell’esposizione: all’inizio della loro carriera firmavano molti dei loro lavori come “Capa-Taro”, e quelli che conosciamo come i loro nomi sono in realtà gli pseudonimi di Endre Friedmann e Gerta Pohorylle. Quest’ultima scelse il nome di Robert Capa per rendere il suo compagno più interessante e misterioso agli occhi dei committenti, che grazie a questa mossa infatti aumentarono.
Un anno dopo la scomparsa di Taro, Robert pubblica un libro dal nome “Death In The Making”, contenente scatti eseguiti da entrambi e dedicato alla sua memoria.
Ogni scatto fa quindi parte di un viaggio che passa per ognuno dei temi presentati dal titolo della mostra: il conflitto civile spagnolo (la guerra), il legame indissolubile tra i due fotografi (l’amore) e il mezzo con cui si racconta ciò che viene presentato (la fotografia).
È durante questo servizio che Robert scatterà una delle sue foto più famose, ossia quella del Miliziano colpito a morte, nei pressi di Cordova in Andalusia nel 1936.