Scientia | 18 marzo 2024, 09:00

L'alchimia della malattia

Quando il malessere è una grande opportunità di crescita interiore e consapevolezza

L'alchimia della malattia

Tra il visibile e l’invisibile esiste da sempre un profondo legame. Uno è segno, l’altro significato. Uno è superficie, l’altro profondità. Uno è atto, l’altro concetto. Uno è l’insieme contenuto nell’altro. Ogni elemento è condiviso, tutto è parte dell’intero e il luogo delle ombre rischiara quello della luce. Vi è grande sagacia nella natura e dunque un’infinita intelligenza nell’inconscio che opera costantemente in maniera velata.

Anche nel parlare di biologia non ci si può riferire al caso, infatti non vi è malattia che non sia espressione di ciò che resta più nascosto, perché distante e quasi impossibile da distinguere, ma seppur celato estremamente bisognoso di un adeguato riconoscimento.

Ogni reazione rappresenta ciò che è visibile e rievoca un’azione diventata invisibile poiché dimenticata, che avrà potere fino a quando non giungerà la consapevolezza dei contenuti che nasconde. L’inconscio è estremamente intelligente e opera in modo silenzioso arrivando a manifestarsi all’improvviso, facendo un’enorme fracasso.

Negli ultimi tempi la maggioranza degli individui ha iniziato a comprendere che in ogni malattia vi è qualcosa che cerca di esprimersi e il sintomo ha un significato ben preciso che si allontana dal caos del caso, per abbandonarsi a una logica razionale. Diventa importante sottolineare che il cervello resta incapace di fare la differenza fra il reale e l’immaginario, infatti tutto ciò che giunge tramite i cinque sensi viene tradotto in realtà biologica e se non si ha una soluzione concreta e cosciente a un problema reale o immaginario accadrà che verrà prodotta una reazione biologica, ossia un sintomo.

Il dottor Diego Tomassone e molti altri professionisti della salute spiegano che in ogni malattia vi sono tre fasi. Nella prima vi è uno shock che catapulta in una situazione di stress e in funzione del sentire, cioè di come si vive l’evento, quello shock toccherà una zona precisa del cervello, un organo e una realtà energetica. La seconda fase si apre nel momento in cui si ritrova la quiete poiché, in quell’attesa rappresentata dallo stare male in cui si aspettava che arrivasse una risposta soddisfacente che cambiasse il corso degli eventi, viene trovata una risposta e si può passare al momento di ricostituzione, di riposo e riparazione in cui ogni conflitto è risolto. Compare infine la terza fase che è quella del ritorno integrale alla salute. In ogni conflitto ne esistono molteplici, poiché a ogni vissuto emozionale si congiungono vissuti diversi.

Questo perché ogni individuo ha il suo modo particolare di percepire la realtà e ognuno ha una propria sensorialità legata a una tipologia percettiva dominante e secondaria che determinano un vissuto biologico. Nella vita possono presentarsi molteplici sensibilità biologiche determinate dalle varie fasi che si attraversano nelle diverse situazioni. Ogni dramma si imprime in uno specifico apparato che si collega a un altrettanto specifico vissuto emozionale.

Pertanto è possibile comprendere e risolvere un problema osservando innanzitutto quale apparato viene colpito.

L’apparato digerente è correlato a una mancanza di accettazione del e dal mondo esterno; l’apparato respiratorio al bisogno di spazio di libertà e sicurezza; l’apparato urinario alla necessità di punti di riferimento; l’apparato locomotorio al bisogno di motivazione; gli organi sensoriali al bisogno di informazioni; il cervello alla necessità di avere intenzioni realistiche, di costruire un futuro; il sistema cardiovascolare al bisogno di proprietà; il sistema ematico al bisogno di essere vivi e protetti; il sistema immunitario alla necessità di proteggere il proprio Sé; il sistema nervoso al bisogno di progetto che si esplica nel dare e nell’avere; il sistema ormonale al desiderio di armonia; il sistema riproduttivo al bisogno di sedurre e perpetuarsi. In base al proprio sentire durante uno stato di malessere il tessuto colpito dell’organo muta e a mutare è addirittura il modo di vivere il conflitto. Infatti si può percepire un’aggressione e, dunque, si tenta di cancellare qualcosa oppure si può avvertire una separazione e si tenta di  aggiungere dell’altro. La reazione è dovuta a determinati schemi mentali, che derivano dal proprio vissuto personale, a cui ci si attiene e che dettano le regole dell’agire. La persona che è incline a cancellare si è strutturata sul “troppo” e nel pieno della sofferenza, percependo una costante abbondanza, tende a ridurre, a eliminare. La persona che è incline ad aggiungere si è invece strutturata sul “poco” e nel pieno della sofferenza, percependo una costante carenza, tende a riempire, a costruire.

Il dottor Tomassone evidenzia quindi che si possono definire due strategie terapeutiche: contattare la parte frustrata e permetterle di farla crescere accettando la frustrazione e comprendendo che non si può essere pienamente soddisfatti, ma che occorre elaborare le proprie perdite e accogliere i propri vuoti senza doverli necessariamente riempire; insegnare alla parte frustrata che può esistere dinanzi all’altro da sé comprendendo che di fronte all’ignoto e al pericolo può continuare a esserci, senza cancellarsi.

Tali strategie possono anche convivere ed entrambe sono realizzabili tramite cure personalizzate che tengano conto dell’unicità, individualità e totalità del malato. L’essere umano è un essere alquanto complesso e in un tempo colmo di malattie, come quello che viviamo, risulta necessario che lo specialista riesca a cogliere qualsiasi sfumatura del paziente che si rivolge a lui per guidarlo in un nuovo cammino, pieno di pietre che sembrano solo sassi grigiastri, ma una volta lasciate indietro si colorano e diventano preziose e sfavillanti.

“Prima di cercare la guarigione di qualcuno, chiedigli se è disposto a rinunciare alle cose che lo hanno fatto ammalare” diceva Ippocrate e sosteneva fortemente Hahnemann.

Infatti la maggior parte del lavoro lo fa il viandante e il medico che è la sua guida può aiutarlo, ma non può sostituirsi a lui. Perché solo lui nel viaggio verso la guarigione potrà ritrovarsi, talvolta sentendosi addirittura sperduto, perché modificare la propria vita nel profondo può essere assai arduo.

La Guarigione non è per tutti, in quanto guarire è un atto di coraggio, ma affrontare i propri demoni interiori e lasciar andare ogni paura è la scelta migliore che si possa fare, per permettersi di vedere oltre qualsiasi apparenza. D’altronde il mondo può essere un luogo meraviglioso, occorre solo imparare a guardarlo nel modo più adeguato e  dalla giusta prospettiva.  

A cura di Valentina Adiutori

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CHI E' VALENTINA ADIUTORI

Valentina Adiutori nasce ad Anagni (FR) il 13/05/1989. All'età di sette anni si avvicina agli spartiti musicali e la bellezza disarmante delle note la trasporta in un mondo di soli suoni e colori. Quello strano universo, che dona concretezza all'astrattezza e mette ordine nel disordine, la affascina incredibilmente e diventa inchiostro versato su candidi fogli, fino a poco prima privi di qualsiasi sfumatura. Le emozioni si trasformano in fiumi prorompenti di parole che riescono a creare immagini entusiasmanti e divengono rime, strofe, canzoni, poesie. Passano gli anni e quella bambina, con le sue mille fantasticherie scritte ovunque, lascia spazio a una ragazza che si avvicina sempre più alla letteratura e alla filosofia, materie che appagano oltremodo la sua sete di conoscenza e la rendono estremamente attenta, curiosa e introspettiva. È allora che acquista la consapevolezza della grandezza dei sogni che stringe tra le mani e cerca di renderli una solida realtà, perciò partecipa a vari concorsi letterari nazionali e internazionali, ottenendo importanti riconoscimenti. Nel medesimo periodo inizia a studiare armonia e composizione e al contempo scrive documentari per un'emittente televisiva locale. Nel 2006 pubblica il romanzo 'Alla ricerca di un sogno da vivere' (Montedit) e nel 2007 vede la luce 'NON c'era una volta' (Il Filo). L'anno successivo consegue il diploma di Liceo Scientifico e, dopo essersi trasferita in un paesino in provincia di Trento, si laurea in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi di Verona. Nel 2023 consegue il master in Marketing Management nell'Università degli Studi Niccolò Cusano.

CHI E' DIEGO TOMASSONE

Medico chirurgo piemontese, esercita la libera professione occupandosi prevalentemente di immunologia, pediatria e medicina predittiva, avendo conseguito diversi master post laurea e un dottorato di ricerca in malattie infettive, microbiologia e sanità pubblica. Esperto di medicine non convenzionali (iscritto nel Registro dell’OdM di Torino per la disciplina Omeopatia), oltre alla laurea in medicina e chirurgia, ha conseguito la laurea triennale in scienze matematiche, e le lauree magistrali in fisica e chimica. Revisore scientifico della linea editoriale di 'Nature', la più importante rivista scientifica al mondo; editorial board (membro di redazione) di riviste di medicina e fisica; ricercatore affiliato 'Foundation of Physics Research Center' affianca il lavoro di medico a quello di fisico; attualmente dottorando di ricerca in fisica teorica, si occupa prevalentemente di fisica quantistica e biofisica.

https://www.holosmedica.com/ 

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Valentina Adiutori

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