Dal Vinile al Cuore | 06 febbraio 2024, 07:45

Festival di Sanremo 2024, tutto ciò che c'è da sapere sulle canzoni e non solo

Paolo Fassino, titolare dello storico negozio di dischi, vendita e riparazione di Pc 'SpazioMusica' ad Aosta, assieme alla redazione de Laprimalinea offre ai lettori un'anteprima sul Festival della musica italiana, che dal secolo scorso entra nelle nostre case e nei nostri salotti come una tradizione da seguire, una consuetudine da rispettare

Festival di Sanremo 2024, tutto ciò che c'è da sapere sulle canzoni e non solo

Mancano poco ore all'appuntamento più atteso con la musica italiana: la 74esima edizione del festival di Sanremo 2024 si tiene, ormai dal 1977, al teatro Ariston nella cittadina ligure. Cinque serate, a partire da oggi martedì 6 febbraio, di musica e spettacoli che attireranno migliaia di fans e di appassionati, con milioni di telespettatori nel paese.

Sono in tutto 30 i cantanti che si esibiranno sul palco dell‘Ariston, 27 big e 3 artisti provenienti da Sanremo Giovani. Nel corso della prima serata Marco Mengoni, vincitore dell’edizione 2023, accompagnerà Amadeus (presentatore e direttore artistico del festival per la quinta edizione consecutiva) nella conduzione. Sempre durante la prima sera, sulla nave della Costa Smeralda sarà presente Tedua. Il 7 di febbraio sarà la volta di Giovanni Allevi e Giorgia, mentre Bob Sinclair si esibirà sulla nave. Nella terza serata il festival ospiterà l’attore Russell Crowe ed Eros Ramazzotti, mentre sulla nave ci sarà Bresh. Il 9 di febbraio sarà in diretta dalla nave Gigi D’Agostino, mentre nel corso della finale il pubblico vedrà salire sul palco Roberto Bolle e Gigliola Cinquetti, mentre sulla nave sarà di nuovo presente Tedua. Gli ospiti che si alterneranno nelle varie serate in piazza Colombo sono, in ordine, Lazza, Rosa Chemical, Paola & Chiara, Arisa e Tananai.

Niente canzoni sanremesi, piuttosto canzoni per la radio o canzoni per TikTok: è un Festival dai batiti per minuto alti, quello del 2024. Poche ballate, molta "cassa dritta".Le abbiamo ascoltate in anteprima in questi giorni: presto per una vera e propria recensione, prestissimo per delle pagelle. Semmai bisognerà (ri)sentirle dal vivo e sul palco dell'Ariston e in TV, con lo spettacolo televisivo e l'interpretazione che può far decollare una canzone o lasciarla ferma a terra.

Intanto ecco le impressioni al primo ascolto, con qualche considerazione su suono, testi e riferimenti.

Alessandra Amoroso - “Fino a qui”(A. Amoroso, F. Abbate, J. Ettorre, Takagi e Ketra)

Una ballata che parte piano e voce, con un crescendo che ricorda quelli tipici della cantante: “Sarà che questa vita non la prendo mai sul serio, magari un giorno me ne pento, ma ora no”. Alessandra Amoroso arriva per la prima volta in gara a Sanremo (era stata superospite), con una canzone pensata per esaltare la sua voce, mirando al podio con uno stile classicamente sanremese.

Alfa – “Vai!”(Alfa, M. A. Jackson e I. B. Scott)

Una canzone pop con una chitarra ritmata, un brano che ricorda a tratti Ed Sheeran, scritto e arrangiato bene: “lo voglio solo vivere/ E piangere dal ridere/ Il cielo sarà il limite/ Se stai via dalla strada e via dai guai/ Tu non guardare indietro mai e vai uh uh/ Non guardare indietro mai e vai uh uh/ Non guardare indietro e vai”.

Angelina Mango – “La noia" (A. Mango, Madame e Dardust)

È la cumbia della noia”, canta Angelina Mango con una canzone ambiziosa, cofirmata con Madame e Dardust, tra elettronica e ritmi latini: "Rende i giorni più umani/Vivo perché soffrire/Fa le gioie più grandi/Non ci resta che ridere in queste notti bruciate/Una corona di spine/Sarà il dress-code per la mia festa/È la cumbia della noia”.

Annalisa – “Sinceramente”(Annalisa, D. Simonetta, P. Antonacci e S. Tognini)

Tastieroni e melodia: Annalisa torna a Sanremo con un brano pop che capitalizza il successo di “Bellissima” e Mon Amour”: fraseggio serrato, melodia memorabile, cassa dritta: “E mi piace quando quando quando quando piango/E anche se poi cadesse il mondo/Non mi sogno di morire di sete/Sto tremando sto tremando/Sto lasciando dei chiari di luna indietro/ E tu non sei leggero/Sinceramente”.

Loredana Berté – “Pazza”(L. Berté, L. Chiaravalli, A. Bonomo e A. Pugliese)

Attacco con un riff potente, sembrano quasi i Muse (o “Spirit in the sky”, ricordate?). Loredana racconta il suo amore per se stessa, rivendicando la sua anima rock e il suo essere fuori dagli schemi: “Io sono pazza di me e voglio gridarlo non ho bisogno di gridarlo ancora, io faccio da sola” 

BigMama – “La rabbia non ti basta”(BigMama, M L Lazzerino, Enrico Botta, E Brun)

Una canzone che gioca con l’elettronica contemporanea, interpretata in maniera convincente da Big Mama, che racconta la sua ricerca di un’identità: “Guarda me/Adesso sono un’altra/La rabbia non ti basta/Hai cose da dire/Se ti perdi segui me/Quel vuoto non ti calma/È il buio che ti mangia e non ti fa dormire”.

Bnkr44 – “Governo punk”(D. Caponi, A. Locci, D. Lombardi, P. Serafini, M. Vittiglio e J. Ettorre)

Uptempo che unisce chitarre, archi ed effetti sulla voce. Un brano generazionale: “governo punk, questa città sembra una competizione / restiamo qua a guardare la nostra generazione”. Conoscendoli, è una di quelle canzoni che hanno più bisogno di essere viste sul palco.

Clara – “Diamanti grezzi”(C. Soccini, A. La Cava e F. Catitti)

Inizio con archi e voci, poi un break elettronico e parte la cassa dritta: un brano veloce, con diversi drop. Un altro testo generazionale: “Cosa siamo noi, solo diamanti grezzi, cadono in mille pezzi d una storia sola, dove andremo poi”, cantato con il fraseggio che ha reso riconoscibile la sua voce da “Mare fuori”.

Dargen D’Amico – “Onda alta” (D. D’Amico, E. Roberts, G. Fazio, S. Marletta e Cheope)

Inizia con ritmo dritto e velocissimo, quasi un “Dove si balla” ma in versione gabber. Una bella melodia che, come la canzone del precedente Sanremo, ti si appiccica in un attimo: “Sta arrivando sta arrivando l'onda alta/Stiamo fermi e non e si parla e non si salta/Senti il brivido/Ti ho deluso lo so/Siamo più dei salvagenti sulla barca/Sta arrivando sta arrivando l'onda alta/Non ci resta che pregare finché passa”.

Diodato – “Ti muovi”(Diodato)

Diodato in purezza: parte come una ballata Motown, poi si apre; “Tu ancora ti muovi, qui dentro ti muovi, cerchi l’ultima parte di me che crede ancora che sia possibile”. Unisce la canzone italiana (ricorda a tratti “Il bacio sulla bocca” di Fossati, ed è un gran complimento), con arrangiamenti dal sapore internazionale, con un bell’uso degli archi quasi beatlesiano e un finale minimale. Emozionante.

Emma – “Apnea” (E. Marrone, P. Antonacci, J. Boverod e D. Petrella)

Emma è una di quelle che rischia, giocando la carta dell’elettronica, unendo suggestioni alla Fred Again.. (si sentono echi dei synth di “Marea (We lost dancing)”) con la sua intensità vocale: “È colpa mia se adesso siamo in bilico/Ma è colpa tua hai gli occhi che mi uccidono lo sai però/Mi fai sentire il brivido di stare bene/Di stare insieme/E non è una bugia di quelle che si dicono per nostalgia/  O solo per sputare via il veleno che tanto è tutto vero/Non mi piace niente ma tu mi togli il respiro/Apnea”.

Fred De Palma – “Il cielo non ci vuole”(F. De Palma, J. Ettorre e J. Boverod)

Tastieroni un po’ anni ’80 alla The Weeknd, qualche coloritura elettronica, ancora alla Fred Again, poi entra la cassa dritta; una delle canzoni più ballabili del gruppo, anche senza il reggaeton che lo ha portato spesso in classifica: “Ma tu promettimi che starai bene anche all’inferno, il cielo non ci vuole pieno di rimpianti fino all’overdose e invece di tenerti lontana da me ti ho fatta solo piangere piangere”.

Gazzelle – "Tutto qui”(Gazzelle e F. Nardelli)

Una ballata dalle coloriture brit pop alla Oasis, scritta ed eseguita con classe, con lo stile emotivo e personale che ha reso popolare Gazzelle: “Vorrei guardare il passato con te addosso al muro col proiettore/viverlo insieme un minuto anche tre scappare per un po' da Roma Nord”.

Geolier – “I p’ me, tu p’ te”(Geolier, D. Simonetta, P. Antonacci, D. Totaro, F. D’Alessio, G. Petito e Michelangelo)

Cantato quasi tutta in napoletano, un brano pop ed elettronico con gran produzione, che mira ad essere la “Cenere” del 2023 - anche se fosse non ha un ritornello altrettanto forte: “Piccio mo sta iniziann a chiovr/Simm duij estranei ca s’incontrano/E stev pnzann a tutte le cose che ho fatto/E tutto quello che ho perso, non posso fare nient’altro/I p'me tu p’te/I p'me tu pte”.

Ghali – “Casa mia”(Ghali, D. Petrella e Michelangelo

Altro brano ritmato con suoni contemporanei che alterna parti cantate ad altre rap. Un dialogo sulla terra con un alieno: “Non mi sento tanto bene/però sto già meglio se mi fai vedere /Il mondo come lo vedi tu /Non mi serve un'astronave, lo so/Casa mia, Casa tua, Che differenza c'è? /Non c’è ma qual è casa mia/ma qual è casa tua/ dal cielo è uguale giuro”. Un finale che ricorda quasi Kate Bush.

Il Tre – “Fragili”(Il Tre, G. Di Mario, P. Zou, F. M. Aprili e I. Sinigaglia)

Anche Il Tre un po’ canta un po’ rappa, ma nel complesso il brano è molto pop con un ritornello efficace: “Siamo fragili come la neve/Come due crepe/E so che non è facile/Volersi bene/Stare in catene”.

Il Volo – “Capolavoro”(E. Roberts, S. Marletta e M. Tenisci)

Se non ci fossero i cori e le (poche) voci operistiche, non sembrerebbe neanche Il Volo: una ballata che allontana il trio dalle atmosfere e dai riferimenti alla tradizione e lo avvicina ad un pop più classico. Comunque sempre molto enfatici: “Cadi dal cielo come un capolavoro/Prima di te non c'era niente di buono/Come se tu fossi l'unica luce a dare un senso/E questa vita con te è un capolavoro”.

Irama – “Tu no”(Irama, G. Nenna, G Colonnelli, F. Monti, E Mattozzi)

Irama gioca su emotività ed intensità, una ballata dalle coloriture black che va in crescendo: “Non ti lascerò ancora una volta vedermi crollare/E mi innamorerò di lei/Ma tu non saprai mai chi è/Cado ma in fondo me lo merito/Il fondo è così gelido/ No tu no tu no”.

The Kolors – “Un ragazzo una ragazza”( A. Fiordispino, D. Petrella e F. Catitti)

“Italo disco” parte due, anzi parte 1: presentato l'anno scorso e recuperato quest'anno. L’inizio si confonde facilmente con la hit dell’estate 2023, con la famosa cassa dritta che quel brano celebrava: ma non è il Festivalbar, è il Festival di Sanremo. Il ritornello arriva come un drop e ti si appiccica in 5 secondi netti: “Un ragazzo incontra una ragazza/Le labbra sulle labbra poi che succederà/E comprerei per te la luna se ci avessi money/Solo per cantarti ancora un po'/Un ragazzo incontra una ragazza/La notte poi non passa/Vedrai non finirà”.Qualcuno la dà tra le favorite, sarà interessante sentirla sul palco e vedere le reazioni.

La Sad – “Autodistruttivo”(M. Botticini, M. Paganelli, R. Zanotti, F. E. Clemente e E. Fonte)

Con la complicità di Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari, un brano che richiama il pop punk dei primi anni zero e l’emo rock: “vomito anche l'anima per sentirmi vivo dentro 'sto casino affogo in una lacrima perché il mio destino è autodistruttivo/E prendo a pugni lo specchio io non ci riesco a cambiare chi vedo riflesso/Il tuo cuore è di plastica e starti vicino è autodistruttivo”. Vista l’imprevedibilità del trio, crescerà ancora sul palco.

Mahmood – “Tuta gold”(Mahmood, J. Ettorre e F. Catitti)

Dopo “Brividi”, Mahmood ritorna verso “Soldi”, con un brano ritmato - quasi reggaeton a tratti: beat, break e archi e autotune. Non ci sono i “clap clap” ma il mondo è quello, il suo: “Maglia bianca ora sui denti blue jeans/non paragonarmi a una bitch così/non era abbastanza noi sulla jeep ma non sono bravo a rincorrere/5 cellulari sulla tuta gold/Baby non richiamerò”.

Maninni – “Spettacolare”(Maninni, R. W. Guglielmi, G. Pollex, M. F. Xefteris)

Una ballata dritta e carica, che ammicca al pop derivato dall’indie, tra Calcutta e TheGiornalisti: “Abbracciami abbracciami che è normale/Stringerti forte è spettacolare/Ma abbracciami abbracciami che è normale/Stringerti forte è spettacolare/Come l'amore il primo giorno d’estate".

Fiorella Mannoia – “Mariposa”(F. Mannoia, C. Di Francesco, M. Cerri, Cheope e F. Abbate)

Ritmi sudamericani per Fiorella Mannoia, che torna a Sanremo con una canzone che - come “Sia benedetta” - rivendica la voglia di vivere, ma con un suono completamente diverso: “Mi chiamano con tutti i nomi, tutti quelli che mi hanno dato/Ma nel profondo sono libera, orgogliosa e canto/Mi chiamano con tutti i nomi/Con tutti quelli che mi hanno dato/E per sempre sarò libera e orgogliosa canto!”.

Mr. Rain – “Due altalene”(Mr. Rain e L. Vizzini)

Una ballata questa volta semplicemente d’amore, con un arrangiamento ambizioso, con inserti elettronici, autotune e una parte tra cantato e rap: “Io e te fermiamo il mondo quando siamo insieme/Anche se dura un secondo come le comete/ griderò, griderò il tuo nome fino a perdere la voce sotto la pioggia sotto la neve /sospesi in aria come due altalene”.

Negramaro – “Ricominciamo tutto”(G. Sangiorgi)

Parte piano e voce, poi si apre come una power ballad, con piano archi e chitarra e qualche coloritura elettronica, citando Battisti ma senza ritornello: “Eravamo una canzone di Battisti all'alba, anche senza "bionde trecce”: Dio, quanto sei bella?! E allora piove da quel buco sulle teste, sì, ma non fa niente. Tanto si riparte: non so nemmeno dove”.

Renga e Nek – “Pazzo di te”(F. Renga, Nek, D. Mancino, Dardust)

Inizio alla Coldplay (torna in mentre “Yellow”), poi anche questa si apre come una power ballad romantica sull’amore adulto: “L'amore è nobile è fatto di un metallo indistruttibile/Ma è cosi fragile e per questo anch’io sono pazzo di te/E non sai come vorrei farne a meno/E lo sa solo Dio chi è più pazzo di me/Sotto questo mantello di cielo”.

Ricchi e Poveri – “Ma non tutta la vita”(E. Roberts, S. Marletta e Cheope)

Le prime parole sono “che confusione": sì, proprio come quella canzone là. Però c’è una base elettronica, e Angela quasi canta rappando: il reboot dei Ricchi e Poveri, con atmosfere da Eurovision, al confine tra pop, camp e trash: "Dammi retta scendi adesso in pista/Gira, gira, girerà la testa/Non ti vedo, dove sei finita/Tanto lo sai che ti aspetto, ma non tutta la vita”.

Sangiovanni – “Finiscimi”(Sangiovanni, P. Miano, F. Vaccari, A. Ferrara e F. Campedelli)

Una ballata d’amore classica, che a metà parte con sezione ritmica e archi e finale in crescendo: “Tu che non mi ami e io ancora che ti chiamo per dirti finiscimi”.

Santi Francesi – “L’amore in bocca”(A De Santis, M. Francese, C. del Bono, A. Filipelli, D. Bestonzo)

Altra canzone che parte piano poi diventa un brano più pop mid tempo, con un bel suono contemporaneo e una bella melodia: "Mi hai lasciato con l'amore in bocca senza farlo apposta/sono le ultime gocce di pioggia/scivoliamo sopra tetti/prima di cadere a pezzi”. Per loro è già una vittoria essere qua, si presentano con un bel pezzo.

Rose Villain  – “Click boom!”(R. Luini, A. Ferrara e D. Petrella)

Inizio minimale, poi diventa un brano con cassa dritta (ancora!) che gioca su vuoti e ripartenza e soprattutto sulla musicalità del parole del titolo: "Per me l'amore è come un proiettile ricordo ancora il suono click boom boom boom senti il mio cuore fa così boom boom boom corro da te sopra la mia vroom vroom vroom". 

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Dopo 26 edizioni nella storica sede del Casinò, il Festival dovette traslocare per lavori di ristrutturazione dell'edificio; fu scelto il teatro Ariston che, originariamente inteso come sistemazione temporanea, divenne in seguito la nuova sede permanente del Festival fatta eccezione per l'edizione del 1990.

Il ventisettesimo Festival di Sanremo si svolse al teatro Ariston di Sanremo dal 3 al 5 marzo 1977 con la conduzione di Maria Giovanna Elmi e Mike Bongiorno che affiancò la conduttrice nella serata finale. La direzione musicale fu curata dal maestro Riccardo Vantellini .

In foto Teatro Ariston-1997- Quarantasettesimo Festival di Sanremo

PhotoCredit: SanremoStoriaeTradizioni


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