Cronaca | 21 febbraio 2023, 15:15

'Legittima la concessione della Regione per la centrale idroelettrica al Cortlys'

Sentenza del Tribunale Superiore delle Acque pubbliche; l'imprenditore parte in causa, 'vergognoso; vinco ed è giusto ma devo contribuire alle spese di lite'

Uno scorcio dell'alpe del Cortlys

Uno scorcio dell'alpe del Cortlys

La Regione ha ragione, gli atti amministrativi sul caso sono legittimi. Questo in estrema sintesi, il sunto della sentenza con cui il Tribunale superiore delle Acque Pubbliche ha respinto il ricorso di Legambiente VdA contro l’atto amministrativo con cui la Giunta regionale nel 2021 aveva recuperato il progetto per la realizzazione di una centrale elettrica a Cortlys di Gressoney. 

Progetto che, secondo Legambiente, andrebbe a stravolgere e a sottrarre le acque del torrente Lys alle sue origini, nell’anfiteatro morenico del Monte Rosa.

La cronistoria

Nel 2017 l’autorizzazione a costruire l’impianto era ormai decaduta, i terreni espropriati restituiti, le poche opere realizzate avrebbero dovuto essere demolite. La società concessionaria, in liquidazione, aveva dichiarato di non essere più interessata all’impresa. Ciononostante, la Regione ha proseguito con i procedimenti che aveva in corso e ha tentato di correggere i gravi errori del progetto che, se individuati nel 2004, avrebbero comportato la sottoposizione del progetto alla Valutazione di impatto ambientale.

La valutazione di impatto ambientale non è invece stata espletata né allora, né in seguito, nonostante l’incompatibilità del progetto con le norme di tutela ambientali: a quelle in vigore allora e a quelle in vigore oggi. Si ritorna dunque al punto in cui si era nel 2009, quando fu rilasciata la concessione originaria. Cambia soltanto la concessionaria: con l’ultimo dei suoi atti, la Regione ha trasferito infatti la concessione alla Staffal Energy Srl dell'imprenditore idroelettrico Alberto Arditi.

Secondo Legambiente la concessione avrebbe determinato "il rilascio, in favore della Staffal Energy di una nuova concessione di derivazione”, con una "modifica sostanziale” all’autorizzazione iniziale.

Presupposto erroneo per i giudici delle Acque, in quanto "non è corretto ritenere che qualunque variante – ancorché non incidente sulle opere di presa o di restituzione – possa determinare la sua qualificazione come ‘sostanziale’”.

La sentenza

Anzi, le modifiche apportate dalla Regione al disciplinare di concessione "sono consistite nella semplice eliminazione di alcune discrasie relative ai valori numerici delle quote altimetriche indicate nel precedente disciplinare, relative al posizionamento della vasca di carico che negli elaborati progettuali non era stata correttamente rappresentata”.

Pertanto l’adeguamento autorizzativo “non ha inciso sul tratto d’alveo del torrente Lys sotteso dalla derivazione, che risulta il medesimo" così come nemmeno "sul salto o sulla potenza nominale della concessione già rilasciata e sulla quantità di prelievo di acqua assentita con l’originaria subconcessione”.

Non sono stati modificati nemmeno  "i manufatti dell’impianto (la centrale è rimasta nello stesso punto), e neppure i punti di prelievo e restituzione delle acque al torrente”. 

Quanto alla presunta illegittimità dei provvedimenti impugnati, per il tribunale “la proroga dei termini previsti dal disciplinare per la realizzazione dell’opera (ricadente nel perentorio termine trentennale di durata della concessione di derivazione) è stata correttamente motivata in ragione del perdurante interesse pubblico a consentire la realizzazione di un’infrastruttura che produce energia elettrica da fonte rinnovabile”. Il ricorso è stato quindi respinto, ma con la compensazione delle spese di lite.

"Mi conforta la valutazione corretta dei giudici rispetto al ricorso - commenta Alberto Arditi, parte in causa - ma  trovo vergognoso che, dopo essermi dovuto difendere con tanto di avvocati e per l'ennesima volta da accuse infondate, io abbia dovuto compensare le spese insieme agli autori del ricorso respinto". 

pa.ga.