Religio et Fides | 19 febbraio 2023, 10:30

Lettura d'arte domenicale; 'Cooking The World' (2022) di Subodh Gupta

Lettura d'arte domenicale; 'Cooking The World' (2022) di Subodh Gupta

Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra"; Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano”; “se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario?”.

Queste parole che Gesù pronuncia non sono facili da accettare e a maggior ragione da vivere. Occorre allora smontarle per comprenderne il senso profondo e coglierne così la bellezza e la forza, scoprendo che il Signore non ci chiede qualcosa di impossibile ma un cammino che possiamo compiere tutti con il suo aiuto.

Sono parole che ci ricordano innanzitutto che la fede non è solo qualcosa che scalda i cuori ma che ci scuote e ci smuove dalle nostre zone di confort per intraprendere strade mai battute, che richiedono anche fatica ma che ci aprono ad una vita autentica.

Le parole del Vangelo seppur impegnative, vogliono condurci ad una felicità più piena; spesso non siamo davvero contenti perché non abbiamo il coraggio di andare oltre ed è proprio ciò che Gesù ci suggerisce di fare: come possiamo essere davvero felici se dentro di noi coviamo odio, rancore, rabbia verso qualcuno?

E’ impossibile vivendo così avere un cuore leggero. Occorre buttare lo sguardo anche sulla prima lettura, tratta dal libro del Levitico: il Signore chiede a Mosè di parlare a tutta la comunità di Israele circa il tema della concordia e in particolare dice: ”Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai di un peccato per lui”.

Molte fatiche nelle nostre relazioni dipendono dal fatto che coviamo dentro di noi tensioni e non le portiamo alla luce; siamo come tante pentole a pressione senza valvola di controllo pronte ad esplodere.

La vita è complessa e così lo sono i rapporti con le persone che incrociamo sul nostro cammino, è normale che vi siano incomprensioni, fatiche, attriti, incompatibilità, divergenze e discussioni più o meno accese ma non è questo il problema, fa parte della realtà, non esistono rapporti sempre sereni ed idilliaci: il vero problema semmai è non saper affrontare le crisi e le tensioni quando si affacciano.

Compiamo spesso un errore gravissimo: pensando di fare cosa buona e giusta, quando viviamo divergenze e fatiche relazionali, preferiamo tacere per quieto vivere ma è un inganno terribile.

Subodh Gupta (1964) è un artista contemporaneo indiano che ama creare sculture che interagiscono con il pubblico. In molti dei suoi lavori richiama i temi della casa e della famiglia, ma al contempo rimanda alla violenza e alla conflittualità insita negli ambienti domestici, come nel caso di Cooking The World realizzata nel 2022 in occasione della Biennale di Venezia.

Una casa creata con centinaia di pentole e di vecchi utensili da cucina indiani e, nella prima settimana di inaugurazione dell’evento, l’artista si cimentava cucinando per il pubblico all’interno della sua scultura-installazione, intrattenendosi in conversazione con la gente.

I nostri cuori sono spesso pentole cariche di tensioni, di bollori interiori. Gesù ci offre la strada per ritrovare la serenità: conversare tra noi, parlarci ecco cosa significa porgere l’altra guancia, non è un invito a subire ma a dare alla persona con la quale ho avuto un’incomprensione un’altra possibilità, un’occasione per sedersi, guardarsi in faccia e dirsi le cose, chiarirsi e scusarsi. Tutto ciò è da farsi più volte nella vita in un rapporto tra sposi, amici, colleghi, famigliari, collaboratori perché ci carichiamo di tensioni e ogni tanto occorre sfiatare, dirci cosa non funziona; e magati non nell'immediato  perché  occorre attendere il tempo necessario per sbollire e poi parlarsi.

Così come è altrettanto importante pregare, affidando allo Spirito Santo la persona con la quale siamo in difficoltà e chiedendo che vi sia il margine per chiarirsi, riconciliarsi e riprendere il cammino.

Amare i nemici vuol dire sapersi chiarire con chi ho avuto qualche incomprensione o diverbio, è non permettere ai pesi e ai dissapori di permanere nei cuori. Può anche darsi che dopo che ci si è parlati ognuno scelga di prendere la sua strada però intanto si sono svuotate le pentole delle tensioni e dai pesi.

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Letture d’arte è un’idea nata dieci anni fa che don Quattrone ha realizzato e che sta portando avanti per il settimanale Il Corriere della Valle della Diocesi di Aosta.

Si tratta del commento delle letture della domenica compiendo un viaggio nello sconfinato panorama della storia dell’arte.

Ogni settimana accosta la Parola di Dio della domenica ad un’opera, spaziando in varie forme espressive quali la pittura, la scultura, l’installazione, la fotografia, l’architettura. Si tratta di un percorso che si muove nelle varie epoche, senza pregiudizi, scoprendo la forza e la bellezza non solo dell’arte antica ma anche di quella moderna e contemporanea.

Questo cammino è iniziato quasi per gioco e sulla scia degli studi compiuti all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano dove Paolo Quattrone si è laureato nel 2008. La sfida è quella di riscoprire l’arte come canale privilegiato per rientrare in noi stessi, parlare di Dio e andare a Lui.

Il pensiero di fondo che caratterizza questa esperienza è quello che un’opera d’arte è tale nel momento in cui riesce a farci andare oltre la superficie, oltre la realtà. L’artista, come sosteneva Kandinskij, è un sacerdote che ha la missione di aprirci una finestra verso l’oltre, per farci accorgere che esiste una dimensione spirituale, per aiutarci ad esplorare i sentieri dello spirito.

Questo ha portato don Quattrone ad affermare senza ombra di dubbio che tutta l’arte è sacra. E’ un errore immenso distinguere tra arte sacra e profana! Esiste l’arte religiosa e non, ma non è il soggetto rappresentato che rende sacra o meno una pittura, una scultura, un brano musicale o un film ma è ciò che trasmette, l’energia, la forza che suscita nel cuore dello spettatore.

Questa esperienza è possibile non soltanto ammirando opere a soggetto religioso ma anche contemplando quadri, sculture, installazioni che apparentemente sembrano non comunicare nulla di profondo. Un’opera d’arte è tale quando acquista una sua autonomia, una vita propria, quando riesce a far compiere all’osservatore riflessioni e percorsi che vanno oltre le intenzioni dell’autore. Accostare Parola di Dio e arte vuol dire far convivere due canali che hanno la finalità di farci andare oltre la superficie, che conducono l’uomo a pensare, a scoprire la dimensione spirituale della propria esistenza.

 

Don Paolo Quattrone-red.laprimalinea.it