Themis e Metis | 08 febbraio 2023, 07:39

Un sindacato di polizia presenta esposto contro i vaccini anti-Covid

Un sindacato di polizia presenta esposto contro i vaccini anti-Covid

Un esposto denuncia contro le morti improvvise possibilmente 'collegate' ai sieri Covid è stato depositato in una Procura della Repubblica dall’avvocato Antonietta Veneziano, per conto del segretario provinciale di Caserta del sindacato della Polizia di Stato 'Libertà e Sicurezza'-LeS

Il sindacato di polizia chiede l’apertura di indagini, il sequestro dei lotti vaccinati ancora presenti sul territorio italiano e l’acquisizione dei contratti di fornitura stipulati dalle Autorità nazionali e dell’Unione europea con le case farmaceutiche. “Si chiede l’avvio di indagini necessarie atte a scongiurare il reiterarsi del reato nei confronti della popolazione - si legge nell'esposto - giacché la campagna vaccinale continua con effetti sempre più devastanti in termini di eventi avversi, nonché ad individuare i responsabili che hanno consentito o addirittura imposto la somministrazione di questi farmaci imperfetti e nocivi ai cittadini italiani“.

"Consentire e/o non impedire la commercializzazione nel territorio nazionale di un prodotto farmaceutico imperfetto, integra appieno il reato di commercio o somministrazione di medicinali (guasti) imperfetti di cui all’art. 443 del codice penale e potrebbe integrare il medesimo titolo di reato l’aver imposto l’utilizzo di tali medicinali”, scrive l’avvocato nell’esposto, intenendo portare in tribunale la questione dei medicinali scaduti a cui è stata allungata la data di validità e la conservazione dei vaccini, non svolta come richiesto all’inizio dalle case farmaceutiche.  

Il delitto previsto dall’art. 443 c.p. punisce chiunque, esercitando il commercio di sostanze medicinali, le somministra in specie, qualità e quantità non corrispondente alle ordinazioni mediche, o diversa da quella dichiarata e pattuita. 

Si tratta di un reato proprio, contro la salute pubblica, che può essere commesso soltanto da chi, esercitando con carattere di professionalità o abitualità il commercio di farmaci, li somministra indebitamente a terzi; la nozione di commercio va intesa come attività di intermediazione nella circolazione dei beni, svolta con continuità e avvalendosi di una, pur rudimentale, organizzazione di mezzi, rivolta ad una cerchia indeterminata di soggetti.

In sostanza la disposizione si riferisce al commercio esercitato tramite farmacie, anche ospedaliere, e qualsiasi struttura aperta al pubblico che dispensa e somministra direttamente farmaci, in cui certamente possono essere annoverati gli hub vaccinali e tutte quelle altre strutture, ospedaliere e non, utilizzate per la somministrazione dei vaccini anti covid-19. 

La condotta punita è quella della somministrazione, intesa come qualsiasi forma di consegna o messa a disposizione, anche a titolo gratuito, di medicinali, purché esercitata nell’ambito di un rapporto professionale in rapporto con il pubblico.

 

red.laprimalinea.it

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