Religio et Fides | 05 febbraio 2023, 10:00

'Lettura d'Arte' domenicale

Tuttomondo è un grande murale realizzato nel 1989 dall’artista statunitense Keith Haring (1958-1990) sulla parete esterna della canonica della chiesa di sant’Antonio abate a Pisa, un lavoro di grandi dimensioni che misura 180 metri quadrati per un totale di soli quattro giorni di lavoro.

Tuttomondo - 1989 d Keith Haring  (1958-1990)

Tuttomondo - 1989 d Keith Haring (1958-1990)

Letture d’arte è un’idea nata dieci anni fa che don Quattrone ha realizzato e che sta portando avanti per il settimanale Il Corriere della Valle della Diocesi di Aosta.

Si tratta del commento delle letture della domenica compiendo un viaggio nello sconfinato panorama della storia dell’arte.

Ogni settimana accosta la Parola di Dio della domenica ad un’opera, spaziando in varie forme espressive quali la pittura, la scultura, l’installazione, la fotografia, l’architettura. Si tratta di un percorso che si muove nelle varie epoche, senza pregiudizi, scoprendo la forza e la bellezza non solo dell’arte antica ma anche di quella moderna e contemporanea.

Questo cammino è iniziato quasi per gioco e sulla scia degli studi compiuti all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano dove Paolo Quattrone si è laureato nel 2008. La sfida è quella di riscoprire l’arte come canale privilegiato per rientrare in noi stessi, parlare di Dio e andare a Lui.

Il pensiero di fondo che caratterizza questa esperienza è quello che un’opera d’arte è tale nel momento in cui riesce a farci andare oltre la superficie, oltre la realtà. L’artista, come sosteneva Kandinskij, è un sacerdote che ha la missione di aprirci una finestra verso l’oltre, per farci accorgere che esiste una dimensione spirituale, per aiutarci ad esplorare i sentieri dello spirito.

Questo ha portato don Quattrone ad affermare senza ombra di dubbio che tutta l’arte è sacra. E’ un errore immenso distinguere tra arte sacra e profana! Esiste l’arte religiosa e non, ma non è il soggetto rappresentato che rende sacra o meno una pittura, una scultura, un brano musicale o un film ma è ciò che trasmette, l’energia, la forza che suscita nel cuore dello spettatore.

Questa esperienza è possibile non soltanto ammirando opere a soggetto religioso ma anche contemplando quadri, sculture, installazioni che apparentemente sembrano non comunicare nulla di profondo. Un’opera d’arte è tale quando acquista una sua autonomia, una vita propria, quando riesce a far compiere all’osservatore riflessioni e percorsi che vanno oltre le intenzioni dell’autore. Accostare Parola di Dio e arte vuol dire far convivere due canali che hanno la finalità di farci andare oltre la superficie, che conducono l’uomo a pensare, a scoprire la dimensione spirituale della propria esistenza.

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Di cosa sa la tua vita? Ha sapore o è insipida? E’ luminosa o è buia?

Occorre essere  molto realisti e ammettere che la nostra esistenza non è mai saporita al 100% e così  altrettanto luminosa; dobbiamo spesso convivere con una certa dose di insipidità e di tenebre ma  ciò che conta è che il grosso della nostra vita abbia sapore e luminosità.

Notiamo  però un particolare ; nel brano di Vangelo, Gesù dice ai discepoli e perciò a ciascuno di noi: 

“Voi siete il sale della terra; … voi siete la luce del mondo;”

non dice  "dovete diventare sale e  luce".

Ci ricorda un aspetto bello ed importante: noi siamo già sale e luce non dobbiamo  diventarlo; il problema è che spesso ce lo dimentichiamo.

Gesù annuncia davvero una  buona notizia, afferma che ciascuno di noi ha un valore che molto spesso ignoriamo. 

Quante volte pensiamo di non valere nulla, ci sottovalutiamo, ci deprezziamo ma questo è  un problema perché ci espone ad un rischio, quello di condurre una vita da trascinati e da  mediocri.

Mi accade di registrare questo in alcuni miei alunni e giovani. Ogni tanto  sentiamo di ragazzi che compiono atti di bullismo, di teppismo oppure che vivono con  trascuratezza buttando il loro tempo, senza regole e senza senso ma non perché siano  nati cattivi, semplicemente perché non sanno di valere e quando  sfugge loro questo particolare importante ecco che allora vivi a "casaccio".

Torniamo allora alle parole del  Vangelo che potremmo così attualizzare: voi siete sale ma potreste perdere  consapevolezza di esserlo e perciò credere cha la vostra vita non valga nulla, che tutto è  insignificante, che non ha senso spendersi per niente e per nessuno; voi siete luce ma se  non vi rendete conto di esserlo. 

Questo bagliore rischia di restare nascosto e di non  rivelarsi in tutto il suo splendore.

Gesù ci ricorda che valiamo e che ciò che siamo deve  emergere, deve venir fuori, non può restare inespresso.

Quando allora la mia esistenza  non sa di niente ed è buia? Quando non so esprimere ciò che sono, restando  parcheggiato e non mettendomi in gioco.

Con ciò non intendo assolutamente sostenere  che dobbiamo rincorrere la fama; per assurdo viviamo in un tempo dove o si diventa  celebri e allora acquisisci valore oppure si è destinati all’insignificanza.

Ogni persona vale  e questo indipendentemente dal riconoscimento che può venire dagli altri, ha valore per ciò che si è anche se vi sono elementi contrastanti, pur con le proprie ferite e debolezze; vale la sua storia, vale il suo carattere, vale ciò che ha da donare agli altri di sé mentre se non è consapevole  di valere si comporta proprio come dice Gesù: ti getti e ti butti via calpestato dalla gente. 

Tuttomondo è un grande murale realizzato nel 1989 dall’artista statunitense Keith Haring  (1958-1990) sulla parete esterna della canonica della chiesa di sant’Antonio abate a Pisa,  un lavoro di grandi dimensioni che misura 180 metri quadrati per un totale di soli quattro  giorni di lavoro.

Haring alloggiava nell’albergo di fronte in modo da poterlo osservare anche  quando non lavorava. Vi sono rappresentate trenta figure, concatenate e incastrate tra di  loro a simboleggiare la pace e l’armonia del mondo, al centro vi si trova la croce pisana  ricavata da quattro personaggi uniti all’altezza della vita. Ogni figura è una storia a sé,  possiede le sue particolarità ed unicità, ha il suo posto preciso nell’opera.

Questo vale per  tutti: nessuno è qui sulla terra per errore, anche chi fosse nato per caso o per sbaglio la  sua vita ha comunque senso.

Tutte le figure posseggono un loro dinamismo, non è un  invito alla frenesia ma a metterci in gioco nel mondo per ciò che siamo, con le nostre  diversità e peculiarità senza cadere nella terribile tentazione di pensare di non avere nulla  da dare e da dire.

Questa riflessione ci porta al brano della prima lettura: posso scoprire il  mio valore se mi metto in gioco, se mi sporco le mani e non resto parcheggiato; ecco  allora che esperimenterò che sono sale e luce del mondo capace di portare sapore e  luminosità là dove vivo e per fare questo devo anche imparare ad uscire dalle mie zone di  confort buttandomi in situazioni mai affrontate per scoprire che ho delle qualità e delle  capacità che non immaginavo di possedere. 

 

A cura di Don Paolo Quattrone

red.laprimalinea.it

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