Religio et Fides | 22 gennaio 2023, 10:00

Lettura d'arte domenicale a cura di Don Paolo Quattrone

"Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse". Is. 9,1-6

SDO/AIA 171, 2023. Fonte Nasa

SDO/AIA 171, 2023. Fonte Nasa

Letture d’arte è un’idea nata dieci anni fa che don Quattrone ha realizzato e che sta portando avanti per il settimanale Il Corriere della Valle della Diocesi di Aosta.

Si tratta del commento delle letture della domenica compiendo un viaggio nello sconfinato panorama della storia dell’arte.

Ogni settimana accosta la Parola di Dio della domenica ad un’opera, spaziando in varie forme espressive quali la pittura, la scultura, l’installazione, la fotografia, l’architettura. Si tratta di un percorso che si muove nelle varie epoche, senza pregiudizi, scoprendo la forza e la bellezza non solo dell’arte antica ma anche di quella moderna e contemporanea.

Questo cammino è iniziato quasi per gioco e sulla scia degli studi compiuti all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano dove Paolo Quattrone si è laureato nel 2008. La sfida è quella di riscoprire l’arte come canale privilegiato per rientrare in noi stessi, parlare di Dio e andare a Lui.

Il pensiero di fondo che caratterizza questa esperienza è quello che un’opera d’arte è tale nel momento in cui riesce a farci andare oltre la superficie, oltre la realtà. L’artista, come sosteneva Kandinskij, è un sacerdote che ha la missione di aprirci una finestra verso l’oltre, per farci accorgere che esiste una dimensione spirituale, per aiutarci ad esplorare i sentieri dello spirito.

Questo ha portato don Quattrone ad affermare senza ombra di dubbio che tutta l’arte è sacra. E’ un errore immenso distinguere tra arte sacra e profana! Esiste l’arte religiosa e non, ma non è il soggetto rappresentato che rende sacra o meno una pittura, una scultura, un brano musicale o un film ma è ciò che trasmette, l’energia, la forza che suscita nel cuore dello spettatore.

Questa esperienza è possibile non soltanto ammirando opere a soggetto religioso ma anche contemplando quadri, sculture, installazioni che apparentemente sembrano non comunicare nulla di profondo. Un’opera d’arte è tale quando acquista una sua autonomia, una vita propria, quando riesce a far compiere all’osservatore riflessioni e percorsi che vanno oltre le intenzioni dell’autore. Accostare Parola di Dio e arte vuol dire far convivere due canali che hanno la finalità di farci andare oltre la superficie, che conducono l’uomo a pensare, a scoprire la dimensione spirituale della propria esistenza.

---------------------------------------------------------------------------------------------

Letture d’arte di domenica 22 gennaio 2023

"Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta"; questa frase che troviamo nel Vangelo si riferisce alle parole del profeta Isaia che ritroviamo nella prima lettura: "Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse".

Chiaramente si fa riferimento alla venuta del Messia, all’incarnazione di Cristo.

Gesù è la luce che viene a rischiarare le tenebre dell’umanità, fa chiarezza su chi è Dio e su chi siamo noi e in particolare ci fa prendere coscienza che ognuno di noi possiede una luce divina interiore.

Spesso rischiamo di vivere male proprio perché ci dimentichiamo o ignoriamo di avere questa luce in noi e quando invece la scopriamo e ne facciamo esperienza tutto cambia, esattamente come accade a Simone, ad Andrea suo fratello, a Giacomo e a suo fratello Giovanni nel momento in cui Gesù li chiama: "Venite dietro a me".

Quei primi apostoli erano pescatori, vivevano in condizioni discrete , ma avvertivano che mancava loro qualcosa che desse davvero luce e senso alla loro esistenza.

Quante volte anche noi abbiamo la sensazione che ci manchi qualcosa di più solido e consistente, tanto più quando camminiamo nella prova e perciò ci sentiamo smarriti. D’istinto ci creiamo delle luci artificiali per aiutarci ma ci accorgiamo che non bastano; è come se ci illudessimo di poter vivere senza la luce del Sole utilizzando esclusivamente le luci artificiali che ci siamo creati.

L’11 febbraio 2010 è stato lanciato l’SDO (Solar Dynamics Observatory), l’osservatorio spaziale progettato dalla NASA per studiare il Sole ed attualmente è ancora in orbita e funzionante; grazie alla strumentazione avveniristica si sono ottenute immagini della stella con dettagli senza precedenti come nel caso della foto SDO/AIA 171 del 2023.

Oltretutto nel 2012 venne allestita una mostra dal titolo Sun as Art dedicata anche ai volti inediti del sole immortalati dall’SDO.

Quanti artisti nella storia dell’arte hanno rappresentato la stella più importante per la vita terrestre, si potrebbe stilare un elenco lunghissimo ma non sarà mai la stessa cosa come osservare le immagini suggestive che la sonda ogni giorno ci offre.

Niente e nessuno può sostituire la luce solare, essa possiede un fascino, una potenza ed una luminosità uniche che nessun artista e nessuna lampada potranno mai imitare.

Lo stesso vale per la vita, possiamo seguire tanti punti luce che ci creiamo per darci delle sicurezze, dei riferimenti ma mai nessuno potrà sostituire Dio e la fede in Lui.

Gesù si fa uomo per salvarci dalla tenebra più oscura, quella di pensare di poter fare a meno di Dio.

Esattamente come ai primi discepoli, Egli si rivolge a ciascuno di noi e ci dice: "Venite dietro a me": non andate solo dietro a voi stessi, non confidate esclusivamente nelle risorse e nei mezzi materiali che vi siete dati, non appoggiatevi soltanto alla vostra intelligenza, non lasciatevi guidare unicamente dalle luci terrene ma seguite anche quella divina che brilla dentro ciascuno di voi.

Dio si fa uomo per svelarci che tutti possediamo una luce interiore che se impariamo a seguire ogni giorno ci conduce alla vera vita, ci aiuta a camminare pur dovendo ogni tanto attraversare anche tratti dell’esistenza più o meno bui ma è Lui la luce che non ci molla mai e che mai si estingue proprio come ci ricordano alcuni passaggi del salmo 26 che ci propone la liturgia: "Il Signore è mia luce e mia salvezza: di chi avrò timore? Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore".

Riscopriamo allora che in ognuno di noi abita la luce di Dio che è lì appositamente per guidarci, è l’unica che risplende sempre, il problema è che spesso la ignoriamo e ci affidiamo soltanto alle piccole, fragili e fugaci luci che ci costruiamo per reggere alle sfide della vita.

Vi cito a tal proposito una frase di Etty Hillesum (1914-1943), una scrittrice olandese ebrea vittima dell’Olocausto, che scrisse il 26 agosto 1942 nel suo diario: "Dentro di me c’è una sorgente molto profonda. E in quella sorgente c’è Dio. A volte riesco a raggiungerla, più volte essa è coperta di pietre e sabbia: allora Dio è sepolto. Allora bisogna dissotterrarlo di nuovo".

Possiamo crearci tutte le luci artificiali che desideriamo per non sentirci smarriti e solim ma nessuna può sostituire quella del Sole, quella di Dio. 

 

 

Don Paolo Quattrone-red.laprimalinea.it