Scientia | 02 dicembre 2022, 17:50

Eupatorium perfoliatum nel trattamento della COVID-19: quando la 'strada alternativa' si rivela un'eccellente alternativa

Eupatorium perfoliatum nel trattamento della COVID-19: quando la 'strada alternativa' si rivela un'eccellente alternativa

2020...all'apparenza un anno come tanti, eppure tra quei tanti il più singolare e inimmaginabile. Eravamo tutti convinti di poter continuare a vivere come sempre prima d'allora, inspiegabilmente abituati a dare tutto per scontato e forse, addirittura, poco consapevoli di quanta importanza potesse rivestire la consuetudine.

Nonostante un mondo gremito di tumultuosi conflitti di opinioni e reazioni eravamo soliti vestirci di un'illusoria normalità ma, all'improvviso, qualsiasi nostra convinzione è stata sradicata e ogni certezza si è lasciata accantonare.

Una “strana influenza” dilagava, nuove e stringenti regole si propagavano e la comunità scientifica si adoperava per trovare un'adeguata soluzione. È in quel clima, a dir poco caotico, che il dottor Diego Tomassone, noto e stimato medico chirurgo omeopata e fedele discepolo del dottor Samuel Hahnemann, iniziava a volgere le proprie abilità e competenze verso l'individuazione di un rimedio unitario che potesse far fronte alla malattia da coronavirus (COVID-19), causata dal virus SARS-CoV-2.

Dalle sue osservazioni, dall'esperienza maturata e dagli studi da lui effettuati nasceva l'articolo scientifico intitolato “Homeopathic Eupatorium perfoliatum in the Treatment of COVID-19”, pubblicato lo scorso novembre sulla prestigiosa rivista 'Homeopathy'.

Un testo che rappresenta senz'altro la condivisione dell'esperienza clinica omeopatica che lo stesso ha compiuto da dicembre 2019 ad aprile 2022 e racconta di come egli sia riuscito a trattare più di 1000 casi affetti dalla malattia da coronavirus avvalendosi di un approccio omeopatico unicista, la strada complementare migliore per la risoluzione di qualsiasi problematica anche infettiva.

Il rimedio più efficace individuato dal dottor Tomassone come probabile 'genio epidemico', utilizzato anche altrove da altri specialisti, è Eupatorium perfoliatum. Questo, denominato anche 'Erba della febbre', deriva da una pianta, originaria del Nord America e coltivata anche in Europa, che appartiene alla famiglia delle Composite e contiene: lattoni sesquiterpenici, polisaccaridi immunostimolanti, flavonoidi, diterpeni, steroli e olio volatile. In particolare i lattoni sesquiterpenici sono noti per le attività antimicrobiche, antitumorali, immunostimolanti e citotossiche.

È proprio grazie alle proprietà derivanti dalla sua costituzione che, in breve tempo, Eupatorium perfoliatum si è rivelato la via elettiva per la cura iniziale dei pazienti affetti dalla COVID-19 privi di una severa sintomatologia. Si è, addirittura, incredibilmente dimostrato efficace nel contrastare e nel guarire sintomi neurologici quali la perdita di gusto e olfatto, seppur nelle sperimentazioni omeopatiche effettuate anni addietro non aveva ottenuto risultati in tal senso.

Nei ventotto mesi di pandemia, però, numerose sono state le varianti emerse e a coloro che presentavano un quadro moderato con problemi respiratori poco rilevanti sono state consigliate ulteriori terapie da affiancare al rimedio succitato dinamizzato in acqua. Inoltre per potenziare l'efficacia della profilassi omeopatica, attenendosi alle evidenze scientifiche e ai lavori che aveva pubblicato con altri colleghi facenti parte del servizio emergenza 118 e di prestigiose Università italiane ed estere, il dottor Tomassone ha consigliato di inserire un'integrazione sia nutriterapica che gemmoterapica.

Pertanto ha sottolineato l'importanza di assumere vitamina D e vitamina C, oligoelementi come lo Zinco, gemmoterapici (Rosa Canina, Ribes Nero, Ontano nero, Betulla verrucosa, Olivello spinoso) e lattoferrina. E, poiché per una risposta ottimale dell'organismo il microbiota intestinale riveste un ruolo di enorme rilevanza ma troppo spesso si trova in disequilibrio a causa di un'alimentazione priva di nutrienti essenziali e prodotti fermentati, il dottore ha suggerito l'introduzione della zuppa di miso, mix perfetto di yin e yang, cibo curativo per eccellenza.

Tale modo di procedere è stato fondamentale e ha permesso di evitare la pericolosa “tempesta di citochine”, una reazione immunitaria esagerata che si verificava quasi sempre entro il terzo giorno dall'insorgenza dei sintomi della malattia e che, in alcuni casi, si rivelava fatale. Fortunatamente, infatti, il dottor Tomassone è riuscito a curare rapidamente i pazienti che non versavano in condizioni gravi e ha evitato loro la tanto temuta ospedalizzazione.

Un esempio encomiabile, dunque, e le persone che, rifuggendo le più comuni congetture, con grande fiducia si sono affidate a lui si sono trovate dinanzi a un ottimo medico che, utilizzando quella che è una strada definita “alternativa”, ha saputo prendersi cura di loro con sapiente maestria.  

Qui il link della pubblicazione scientifica del dottor Tomassone sulla prestigiosa rivista 'Homeopathy': https://www.thieme-connect.de/products/ejournals/abstract/10.1055/s-0042-1755363?device=mobile&innerWidth=393&offsetWidth=393 #info

Valentina Adiutori