Religio et Fides | 24 giugno 2022, 19:16

Don Isidoro Mercuri, 'Vicini a chi soffre, da Cristiani, per sconfiggere l'isolamento' - VIDEOCONFERENZA

Il presidente dell'Associazione Italiana di Pastorale Sanitaria-AIPaS ci ricorda l'esempio di Cristo, che accoglie le preoccupazioni di chi cura e di chi viene curato. In fondo ai testi del sacerdote valdostano, la videoconferenza 'Accogliere la fragilità, abbracciare la solitudine'

Don Isidoro Mercuri, 'Vicini a chi soffre, da Cristiani, per sconfiggere l'isolamento' - VIDEOCONFERENZA

L’etica della Fede e quella dell’esistenza - dalla nascita sino alla parte terminale della vita all’interno della quale si manifesta anche la malattia - in un cammino spirituale e pratico contraddistinto da umanità e fiducia.

Don Isidoro Mercuri Giovinazzo è un sacerdote aostano che a fianco dell’attività pastorale pone viva attenzione per le problematiche della vita e per quella che si potrebbe definire una sorta di ‘morale dell’esistenza’ illuminata dalla Fede e dalla Parola del Signore.

Nato ad Aosta il 30 aprile 1974, è stato ordinato il 9 novembre 2003.

Tra i diversi incarichi ricoperti, don Isidoro attualmente è parroco a San Giorgio di Pollein e a Santa Colomba di Charvensod; membro nonché segretario del consiglio presbiterale della diocesi; membro del Consiglio pastorale della diocesi e del collegio del consultori della diocesi; direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale della Salute; assistente religioso presso l' azienda ospedaliera valdostana e socio dell’ Associazione Italiana di Pastorale; vicario foraneo della Diocesi (Zona 2); segretario del Consiglio Presbiterale della diocesi di Aosta; presidente nazionale dell’Associazione italiana di Pastorale Sanitaria e vicepresidente nazionale del Forum delle Associazioni sociosanitarie.

Ed ancora, è membro della Consulta delle regioni Piemonte e Valle d’ Aosta di pastorale sanitaria e del direttivo del forum nazionale delle Associazioni Socio Sanitarie.

Don Isidoro Mercuri è apprezzato conferenziere e tra gli organizzatori di convegni che trattano diverse questioni etiche sulla salute; è formatore per diversi enti ed Associazioni sanitarie in merito ai temi della malattia e della morte.

I suoi interventi sono pubblicati su diverse testate nazionali e locali tra cui Famiglia Cristiana, Avvenire, La Vallée Notizie, il Corriere della Valle e LAPRIMALINEA.IT.

In foto Don Isidoro Mercuri Giovinazzo

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Vediamo, ascoltiamo, con Misericordia senza scartare nessuno

"Nell’esercizio della nostra attività pastorale presso gli ospedali, le case di cura e riabilitazione e sul territorio, spesso sentiamo ripetere dai malati e dalle loro famiglie le parole: “Non ne posso più,  questa prova è troppo pesante, fino a quando?” E’ molto illuminante che il Santo Padre Francesco abbia scelto nel  suo messaggio per la XXVIII giornata mondiale del malato, l’esortazione del Signore “Venite a me voi tutti che siete stanchi e oppressi e io vi darò ristoro”(Mt 11,28). Ci viene così ricordato come il proposito di Dio sia proprio quello di essere accanto all’umanità debole e sofferente, donando una parola che promette speranza. Gesù risponde al grido del sofferente, a chi è ferito dal peso della prova nel corpo e nello spirito ed ha bisogno di guarigione.

Egli accoglie le preoccupazioni di chi cura e di chi viene curato, sostiene chi accompagna ed ama un sofferente.  In una lettura pastorale sociale comprendiamo come anche Gesù vero Dio e vero Uomo usi sapientemente i canali sensibili di un corpo, che si esprime con svariati linguaggi. Innanzitutto guarda nella profondità dell’anima di ogni uomo: Gesù sa ascoltare, sa vedere, sa parlare e donare misericordia, senza scartare nessuno.

Ciò che le associazioni di promozione della salute cercano di operare, attraverso i loro agenti pastorali è quello di avere una visione olistica della persona. L’A.I.Pa.S. (Associazione Italiana di Pastorale Sanitaria) attraverso il suo quotidiano lavoro accanto al malato, alle famiglie e agli operatori sanitari è molto attenta a questa dimensione. Anche Papa Francesco ce lo ricorda: bisogna prendersi cura di ognuno in modo integrale, malati e famiglie che li accompagnano. Un corpo, un anima, una mente, una dimensione sociale, relazionale, spirituale che fanno sentire le proprie esigenze.

Tutto questo  richiede attenzione e come ben suggerito dal Pontefice; occorre personalizzare l’approccio al malato. Le terapie farmacologiche dovranno necessariamente accostarsi ad una sollecitudine, al sostegno, all’amore in quei momenti in cui si piomba nella notte del corpo o dello spirito.  Gesù Cristo che ristora e cura diviene un luogo fisico di salvezza: le mani sante degli operatori sanitari che si spendono per prendersi cura di chiunque ne abbia bisogno fra le mura di un edificio che diventa Locanda del Buon Samaritano.

Quanta competenza, quanta consolazione offerta in sincero spirito di umiltà a coloro che si trovino a fare i conti con la propria contingenza. E’ Cristo che offre questo ristoro. Nel messaggio viene ribadito un importante imperativo cristiano: La persona come sostantivo viene sempre prima dell’aggettivo malata. Viene quindi sottolineata l’importanza dell’essere. Siamo ad immagine e somiglianza di Dio, siamo uno spirito incarnato o come diceva Tertulliano un corpo spiritualizzato. Occorre onorare la dignità di ogni individuo dal suo concepimento sino alla sua morte naturale. La vita è sacra ed appartiene a Dio, è inviolabile ed indisponibile. Il Santo Padre Francesco ribadisce fortemente questo punto: accogliamo, tuteliamo e serviamo la vita. Negli ultimi tempi questo tema di difesa della vita ha trovato non pochi ostacoli nella legislazione di molti paesi. Si tratta di un delicato problema etico. Talvolta diventa difficile ottenere attenzione a questo livello per quelli che come noi lavorano in ambienti oltremodo secolarizzati.

C’è sempre chi rema contro, in nome di una libertà annebbiata dalle ideologie, che spesso conducono alla cecità della misericordia. Il grido della chiesa risuona chiaro: quando non potrete guarire, potrete sempre curare dando ristoro e sollievo al malato. Il Papa sottolinea, come talvolta contro quei poteri che vorrebbero manipolare anche la vita, l’obiezione di coscienza sia l’unica strada per rimanere fedeli alla nostra vocazione. Sono parole di cui in questo momento avevamo proprio bisogno, perché ci incoraggiano e ci sostengono nel difficile cammino quotidiano. In ultima analisi il messaggio fa emergere un tema molto delicato ed importante che è stato recentemente affrontato anche dal Forum delle Associazioni Socio-Sanitarie italiane.

Si tratta della salute diseguale, che si esplicita nella difficoltà di accesso alle cure per talune categorie di persone. Il problema di fondo riguarda la capacità economica e contributiva dei singoli. Il Papa ribadisce a tutti i governi del mondo che per tutelare l’aspetto economico non si trascuri la giustizia sociale. Molte persone che incontriamo rinunciano a curarsi perché i costi sono per loro insostenibili.

Questo è un punto su cui dovremo molto lavorare. Il Papa conclude ringraziando i tanti volontari che si spendono con grande generosità. Sono davvero preziosi i fedeli che leniscono le ferite di un prossimo sofferente. In un momento in cui la rarefazione dei volontari colpisce ogni associazione religiosa e civile preghiamo il Signore perché illumini le coscienze e doni tanti cuori santi e generosi".

A cura di Don Isidoro Mercuri Giovinazzo - giornale Avvenire

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Pastorale sanitaria, le 'voci' dal campo

Al termine del biennio di emergenza pandemica l'Associazione italiana di Pastorale sanitaria (Aipas), come da quasi quarant'anni, accosta alla cura corporale degli infermi il bisogno spirituale e morale, offrendo un accompagnamento competente, sollecito e rispettoso.

Siamo sacerdoti diocesani, diaconi, membri di istituti maschili e femminili di vita consacrata e laici impegnati nel servizio di cura. Particolarmente legati alla storia dell'Aipas sono gli ordini religiosi.

Ogni anno al Convegno Cei di Pastorale della Salute – com’è accaduto anche quest’anno a Cagliari, dal 10 al 12 maggio – cerchiamo di alternare le loro voci: in questa edizione quella di tre operatori sanitari specialisti in cure palliative dell'Unità di Oncologia e Geriatria all'Ospedale San Pietro Fatebenefratelli di Roma. L'infermiera Chiara Innamorati e la coordinatrice Daniela Algenii hanno illustrato un'indagine sul «vissuto degli infermieri che hanno prestato assistenza ai pazienti affetti da Covid-19».

È emerso che «per gli infermieri le emozioni provate hanno avuto un peso rilevante. La comprensione e la gestione del proprio stato d'animo in nessun modo potevano essere ignorate, pena burnout e scadente efficienza nell'assistenza prestata. Dunque, prestare attenzione alle esperienze degli infermieri durante la pandemia è un prerequisito per continuare a fornire cure sanitarie adeguate e migliorarne la qualità».

Secondo Giulia Nazzicone, medico, «come operatori sanitari cristiani abbiamo la grande responsabilità di contrastare con responsabilità l'isolamento dei più fragili, la paura che ci fa fuggire davanti alla malattia, il tentativo di chiudere gli occhi alla sofferenza con scelte di morte in contrasto con il principio cardine della nostra professione: la salvaguardia della vita».

Don Isidoro Mercuri, presidente AIPaS -  giornale Avvenire

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Accogliere la fragilità, abbracciare la solitudine

Si è svolto lo scorso aprile a Cagliari il Convegno nazionale di pastorale della salute. Introduzione di don Isidoro Mercuri Giovinazzo, Presidente Nazionale AIPaS che ha moderato il dibattito.

I temi e i relatori:

 - Prendersi cura del fine vita - Giulia Nazzicone, Medico oncologo palliativista, Unità operativa di oncologia e geriatria, ospedale San Pietro Fatebenefratelli Roma

 - Il vissuto degli infermieri durante l’assistenza ai pazienti affetti da covid-19 - Chiara Innamorati, Infermiera, Unità operativa di oncologia e geriatria, ospedale San Pietro Fatebenefratelli Roma

 - La fragilità dei pazienti anziani e dei caregivers durante il covid-19, nuovi paradigmi di cura - Daniela Algenii, Coordinatrice, Unità operativa di oncologia e geriatria, ospedale San Pietro Fatebenefratelli Roma.

Qui il video degli interventi

Don Isidoro Mercuri Giovinazzo- red.laprimalinea.it