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Il vostro cassetto riceve oggi l'intervento di Angelo Minghetti, della Federazione infermieristica Migep-Oss su un delicato tema che ci riguarda tutti.
"Il Ministro di Giustizia Cartabia dà il ben servito a 1500 Operatori sociosanitari-Oss. Attraverso l’ordinanza 665 del 22 aprile 2020, venivano chiamati 1500 Operatori Socio Sanitari a prestare il loro contributo in questo settore così complesso della giustizia italiana e delle rsa.
Le Regioni e la Protezione Civile non sono riuscite a prorogare i contratti in scadenza per gli oss che lavoravano nelle carceri/rsa con un’eventuale stabilizzazione. Questo è solo una piccola parte della problematica che il sistema salute sta riscontrando.
Il “flop di riforma assistenziale”, oltre a ricadere sugli operatori socio sanitari ricade anche sui cittadini. La pandemia ha evidenziato una forte necessità di personale OSS da adibire nelle varie carceri italiane, figura completamente nuova, assicurando un migliore assetto alle prestazioni sanitarie del detenuto, emergendo quanto sia essenziale e importante il suo ruolo anche in queste strutture coadiuvando e collaborando con gli infermieri.
Inoltre, sotto un profilo prettamente normativo si rileva l'incongruità del mancato riconoscimento dell'anzianità di servizio, di omissione contributiva. Nonostante l’interrogazione della Lega presentata da 127 deputati, la Ministra della Giustizia Cartabia si è espressa: “che non è competenza sua” negando l’importanza del ruolo dell’oss nelle carceri, lasciando l’amaro in bocca ai 1500 oss.
Dopo la pandemia, si credeva di avere ossigeno nel sistema salute, invece si ritorna a una politica al risparmio e incapace di dare risposte.
I 1500 oss si aspettavano un impegno da parte del Ministro su una maggior attenzione al problema, ora si attendono le risposte delle altre due interrogazioni presentate (PD con la firma 17 Senatori e quella del M5S della Deputata Mammì).
Alla luce di quanto emerso, la Federazione Migep e il Sindacato Shc Oss in accordo con i 1500 operatori non possono accettare che un Ministro rinneghi il valore di questi operatori e di averli spazzati via come una scopa vecchia. Un Ministro che avrebbe dovuto rendersi partecipe al tema, sensibilizzando i funzionari competenti a valutare la necessità di integrare nel sistema carceri la figura dell’operatore socio sanitario. Operatori socio sanitari che hanno prestato servizio presso le Unità speciali e non possono considerarsi “volontari”, ma sono stati dei veri e propri prestatori di lavoro alle dipendenze della Protezione Civile.
Hanno lavorato con grandi capacità, senza limitazione oraria, mansionaria, assicurando un contributo qualitativo all’assetto delle prestazioni sanitarie dedicate agli ospiti delle strutture, incidendo positivamente all’interno delle aree sanitarie, collaborando con le figure professionali degli infermieri.
Questa figura non merita un’umiliazione dopo questa pandemia, ma merita di più, poiché ha colmato il vuoto di assistenza ai detenuti, e oggi quel vuoto si è ricreato, una politica che non ha imparato nulla da questa pandemia.
E’ stata indetta una manifestazione il 28 giugno 2022 a Roma per difendere una professione che è stato dichiarato eroe, per poi essere esclusa".