Finestra sull'Arte | 20 novembre 2025, 14:43

Rodney Smith; l’incanto della forma, la poesia della luce

Per la prima volta in Italia, una grande mostra monografica che celebra le opere dell'interprete lirico del bianco e nero

Rodney Smith; Don Jumpig over hay roll no 1, Monkton,Maryland, 1999

Rodney Smith; Don Jumpig over hay roll no 1, Monkton,Maryland, 1999

"Mi avventuro nel mondo per respirare la sua dubbia reputazione e il suo umorismo, per vedere più chiaramente, per cercare finalità e conoscenza, per aprirmi, per cogliere in modo esuberante e inesorabile la luce." — Rodney Smith

Un’eleganza sospesa tra sogno e realtà, un’ironia sottile che danza tra le pieghe del quotidiano, una luce che non illumina soltanto, ma rivela. È questo il mondo di Rodney Smith, fotografo newyorkese di rara sensibilità, che per la prima volta viene celebrato in Italia con una grande mostra monografica a Palazzo Roverella, a Rovigo.

Dal 3 ottobre 2025 al 1° febbraio 2026, il pubblico potrà immergersi in un percorso visivo che raccoglie oltre cento immagini dell’artista, in un’esposizione promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, in collaborazione con diChroma photography, il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi, con il sostegno di Intesa Sanpaolo e la produzione di Silvana Editoriale. La curatela è affidata ad Anne Morin, che ha saputo restituire con grazia e profondità l’universo poetico di Smith.

Rodney Smith (1947–2016) ha costruito un linguaggio visivo inconfondibile, dove rigore compositivo e leggerezza convivono in perfetto equilibrio. Le sue fotografie, spesso in bianco e nero, sono piccoli mondi paralleli in cui il reale si trasfigura in visione. L’influenza di René Magritte è evidente, ma Smith non imita e piuttostoreinventa. Le sue immagini, realizzate esclusivamente con pellicola e luce naturale, non subiscono alcuna manipolazione digitale. Ogni scatto è frutto di una paziente ricerca formale, di un’attenzione artigianale che trasforma la fotografia in arte orafa.

Rodney Smith, Caroline silhouette no 1, Ashley Hall, South Carolina, 2000

Allievo di Walker Evans, affascinato dalla purezza di Ansel Adams e ispirato da maestri come Bourke-White, Cartier-Bresson e W. Eugene Smith, Rodney Smith ha saputo fondere la tradizione con una visione personale e contemporanea. Le sue opere hanno trovato spazio su testate prestigiose come “TIME”, “The New York Times”, “Vanity Fair” e “Wall Street Journal”, e hanno segnato la fotografia di moda con collaborazioni iconiche per Ralph Lauren, Neiman Marcus e Bergdorf Goodman.

Studioso di teologia e filosofia, Smith ha sempre cercato nella fotografia un mezzo per interrogare il senso dell’esistenza. Si definiva “un ansioso solitario”, ma trovava nella creazione di immagini un modo per pacificare l’anima, per trasformare l’osservazione in partecipazione. Le sue fotografie sono finestre aperte su un mondo dove l’ordine si fa bellezza, dove l’umorismo è una forma di grazia, dove l’ottimismo è un atto di resistenza.

Rodney Smith, Leaning House, Alberta, Canada, 2004

Il suo sguardo, influenzato anche dal linguaggio cinematografico, richiama l’eleganza narrativa di Hitchcock, la poesia visiva di Malick, la simmetria giocosa di Wes Anderson. Echi del cinema muto – Chaplin, Keaton, Lloyd – attraversano le sue composizioni, conferendo loro una leggerezza senza tempo.

Sebbene abbia iniziato a esplorare il colore solo nel 2002, Smith ha sempre dichiarato un amore profondo per il bianco e nero: “C’è molto più colore nel bianco e nero di quanto non ve ne sia nel colore”, affermava. Eppure, anche le sue immagini a colori, realizzate in grande formato, mantengono intatta quella tensione poetica che caratterizza tutta la sua produzione.

Oggi le fotografie di Rodney Smith sono custodite in musei, gallerie e collezioni private in tutto il mondo. La retrospettiva di Rovigo rappresenta un’occasione preziosa per scoprire e/ o riscoprire un artista che ha saputo coniugare rigore e immaginazione, ironia e profondità, in un’opera che continua a parlare al cuore e all’intelletto.

La mostra si articola in sei sezioni tematiche: La divina proporzione, Gravità, Spazi eterei, Attraverso lo specchio, Il tempo e la permanenza, Passaggi.

L'itinerario perfetto per accompagnare il visitatore attraverso le molteplici sfaccettature dell’opera di Smith, tra geometrie perfette e atmosfere sospese.

Anne Morin, curatrice della mostra, descrive così il suo lavoro: “Ogni immagine creata da Smith, con la cura e la precisione di un orafo, è un tentativo sempre nuovo di ricreare questa armonia divina e di raggiungere uno stato superiore, anche solo per un istante. (…) L’occhio è immediatamente sedotto dalla grazia, dalla raffinatezza, dallo squisito accostamento di forme e controforme, dalla ricchezza narrativa che eccelle per sobrietà e silenzio.”

Ad accompagnare l’esposizione, un catalogo edito da Silvana Editoriale, con testi di Anne Morin, Susan Bright e Leslie Smolan, direttrice esecutiva dell’Estate of Rodney Smith.

Per info https://www.palazzoroverella.com/rodney-smith-fotografia-tra-reale-e-surreale/ 

a.a