Cronaca | 06 novembre 2025, 18:50

Irregolarità in libera attività intramoenia, notificati oggi dalla GdF di Aosta 25 inviti a dedurre

Disposti dalla magistratura contabile, sono stati recapitati ad altrettanti medici in diverse regioni d'Italia e all'ex assessore regionale alla Sanità (anch'egli medico) Roberto Barmasse

Irregolarità in libera attività intramoenia, notificati oggi dalla GdF di Aosta 25 inviti a dedurre

Una nuova vicenda giudiziaria contabile (dopo quella sulla sua nomina e sulle sue successive proroghe e progressioni di carriera) coinvolge il chirurgo vascolare aostano Flavio Peinetti, il suo collega ed ex assessore regionale Roberto Barmasse e altri 23 medici che hanno lavorato in Valle d'Aosta.

Quel primo fascicolo – tuttora pendente – riguarda presunte irregolarità amministrative nella procedura che aveva portato Peinetti ad assumere l’incarico dirigenziale in Azienda Usl, nelle proroghe dell’incarico stesso e nelle sue progressioni economiche, con un ipotizzato danno erariale legato alla legittimità degli atti adottati dall’amministrazione. Una vicenda che aveva già acceso l’attenzione della Procura regionale e che ora trova un nuovo sviluppo con un'inchiesta ulteriore e distinta.

Oggi giovedì 6 novembre, invece, su mandato della Procura regionale della Corte dei conti, la Guardia di Finanza di Aosta ha notificato oggi 25 inviti a dedurre – ovvero atti con cui si chiede ai destinatari di comparire in sede di udienza o di presentare le proprie difese – ad altrettanti medici e dirigenti sanitari residenti in varie regioni d’Italia. Gli atti si inseriscono in un fascicolo su presunte irregolarità economiche nell'esercizio, da parte dei 25 sanitari, della 'Attività Libero Professionale Intramuraria-ALPI, detta anche semplicemente intramoenia, ovvero l'attività che i dirigenti medici, veterinari e sanitari svolgono, previa autorizzazione, al di fuori dell'orario di lavoro e delle attività previste dall'impegno di servizio.

Gli accertamenti della Corte dei conti sull’intramoenia riguardano la verifica del corretto svolgimento delle prestazioni rispetto all’orario istituzionale del medico. Gli investigatori hanno ricostruito turni, presenze e attività in reparto per capire se le visite o gli interventi privati siano stati effettuati davvero fuori dall’orario di lavoro e senza sovrapposizioni con i compiti istituzionali. Parallelamente vengono controllati i compensi percepiti, i flussi dei pagamenti dei pazienti e le quote che il medico avrebbe dovuto riversare all’Azienda Usl, verificando che ogni prestazione sia stata registrata correttamente nei sistemi informativi e che la parte spettante all’amministrazione sia stata effettivamente versata.

Un’altra area di approfondimento riguarda le autorizzazioni: la Procura contabile esamina delibere, permessi e eventuali limitazioni per accertare che l’attività privata sia stata svolta con titolo valido. Viene poi verificato il rispetto dei tetti di attività, perché la legge impone un equilibrio tra attività istituzionale e privata, e eventuali superamenti possono essere considerati distorsivi dell’intero sistema.

Gli accertamenti toccano anche l’uso delle strutture e delle attrezzature pubbliche, per stabilire se ambulatori, sale e apparecchiature siano stati utilizzati secondo le regole e con il pagamento delle tariffe dovute, evitando che attività prive di copertura generino un danno per l’Azienda sanitaria. Infine viene esaminata la documentazione clinica, per capire se le prestazioni private siano state tracciate in modo trasparente e distinto da quelle istituzionali.

 

Le irregolarità che emergono più di frequente nelle inchieste contabili riguardano la sovrapposizione tra attività pubblica e privata, il mancato o parziale riversamento delle quote all’Azienda Usl, le prestazioni non registrate, l’uso improprio di strutture pubbliche o l’esercizio dell’intramoenia in assenza di autorizzazione valida. Si tratta di condotte che, se confermate, possono configurare un danno erariale sia per la perdita di entrate sia per l’utilizzo indebito di risorse pubbliche destinate all’attività istituzionale.

Questa nuova inchiesta della Corte dei conti rappresenta uno dei dossier più pesanti degli ultimi anni per la sanità regionale. Il coinvolgimento di figure apicali – alcune ancora in servizio – e la lunghezza temporale degli episodi contestati rischiano di avere ripercussioni politiche e organizzative rilevanti.

pa.ga.