Un ragioniere, ma soprattutto un 'ragionatore, che ha fatto del rigore e della concretezza i suoi tratti distintivi. Aldo Di Marco, 63 anni, aostano, è uno dei protagonisti della campagna elettorale per le regionali di domenica 28 settembre. Consigliere regionale uscente, già consigliere comunale ad Aosta e attuale segretario politico di Pour l’Autonomie (PlA), si presenta come volto credibile del centro autonomista, in alleanza con Stella Alpina e Rassemblement Valdôtain.
Alle spalle, un percorso professionale nel settore privato: Di Marco è security manager e quality auditor per Avda Spa, la società che gestisce l’aeroporto regionale; è stato anche presidente del Consorzio depurazione acque del Sub-Ato Monte Emilius - Piana di Aosta dal 2012 al 2015. Una carriera tecnica che gli ha permesso di maturare competenze in gestione, sicurezza e controllo qualità. Non è un dettaglio da poco, perché nelle sue uscite pubbliche richiama spesso la necessità di promesse “realizzabili”, calate nella realtà amministrativa e nei bilanci concreti.
Politicamente, Di Marco è approdato a PlA dopo un passato nell’area autonomista-unionista tradizionale. Legato da una profonda, sincera amicizia con Augusto Rollandin, lo ha seguito nella progettazione di Pour l'Autonomie e dal 2023 è segretario politico del Movimento, che sotto la sua guida ha consolidato la propria identità centrista, cristiano-democratica e fortemente valdostana. Di Marco è figura di riferimento al tavolo della coalizione degli Autonomisti di centro, dove le parole “unità” e “coesione” sono diventate mantra ripetuto a ogni comizio, pur con la presenza di due liste distinte al Comune di Aosta.
Incarna bene la filosofia del suo Movimento: poche ma 'centrate' polemiche, toni pacati, attenzione alle soluzioni. Ha insistito sulla differenza tra promesse irrealizzabili e impegni concreti, rivendicando la “credibilità” come marchio di fabbrica. E nelle sue parole non mancano stoccate agli avversari: non tanto attacchi diretti, quanto la sottolineatura che certi nervosismi nei confronti di PlA sono segno di timore politico.
Per il segretario, la campagna è anche un banco di prova personale: oltre a dover confermare la sua posizione in Consiglio Valle, ha il compito di rappresentare il suo Movimento come forza riconoscibile dentro una coalizione più ampia, e talvolta litigiosa, che unisce tre sigle con storie diverse. Non un compito semplice, ma Di Marco lo affronta con lo stile che lo contraddistingue: concretezza, misura, pragmatismo.
Il 28 settembre dirà se questa ricetta basterà. Intanto, Aldo Di Marco resta uno dei simboli dell’“autonomismo moderato” valdostano: un tecnico impegnato in politica che cerca di dare continuità e sostanza a un progetto che punta a distinguersi nel panorama regionale.