Cronaca | 25 giugno 2025, 15:07

Corte dei conti chiede risarcimento da 25 mila euro all’ex sindaco di Oyace

Corte dei conti chiede risarcimento da 25 mila euro all’ex sindaco di Oyace

La Procura regionale della Corte dei Conti della Valle d’Aosta ha chiesto la condanna dell’ex sindaco di Oyace, Remo Domaine, 54 anni, a un risarcimento di 25 mila euro per danno d’immagine arrecato all’Amministrazione comunale.

Al centro della vicenda c’è il patteggiamento a 18 mesi di reclusione (pena sospesa), sentenziato nei confronti di Domaine nell’aprile 2021, per concorso in corruzione impropria in atto d'ufficio, nell’ambito della realizzazione di una centrale idroelettrica nella località Gallians. Secondo la Procura contabile, Domaine “ha leso l’immagine del Comune con la sua condotta, proprio in ragione del ruolo istituzionale ricoperto” e ovviamente della risonanza mediatica avuta dalla vicenda. Di qui la richiesta di risarcimento.

Le accuse sono respinte dall’avvocato Paolo Sammaritani, legale dell’ex sindaco, che patteggiò la pena insieme al 47enne imprenditore ed ex assessore a Bionaz Flavio Petitjacques  La vicenda è nota e riguarda l'inchiesta della procura aostana sul tentativo di realizzazione di una centrale idroelettrica in località Gallians, a Oyace. Secondo gli inquirenti, Domaine dal 2016 si era speso per risolvere problemi pratici, giuridici ed economici relativi all'opera che Petitjacques voleva realizzare. In cambio l'imprenditore lo aveva retribuito con il 50 per cento della società Varere srl, titolare della subconcessione di utilizzo della centralina - e quindi della metà dei futuri utili - quota appartenuta nientemeno che alla figlia di Domaine.

L'8 giugno 2020 Domaine e Petitjacques erano stati arrestati e posti ai domiciliari. Le prove nei loro confronti, suffragate da diverse e inequivocabili intercettazioni telefoniche ("sono anni che manovriamo (...) adesso che siamo arrivati alla fine...adesso abbiamo il permesso di fare la centrale (...) finita la purga!") erano schiaccianti: Domaine (difeso dall'avvocato Corrado Bellora) e Petitjacques (avvocato Saverio Rodi) erano finiti imputati per concorso in corruzione propria per un atto contrario ai doveri d'ufficio.

I due legali proposero al pm Luca Ceccanti il patteggiamento e nel contempo la derubricazione del reato (da corruzione propria a impropria, una differenza sostanziale perché la prima si verifica in cambio di un atto contrario a doveri d'ufficio del pubblico ufficiale, la seconda per un atto che invece rientra nei doveri) sostenendo che era emersa l'utilità pubblica della centrale, la cui realizzazione in questo modo non si sarebbe resa più un atto contrario ai doveri dell'allora sindaco. Ed effettivamente il Consiglio comunale di Oyace il 6 giugno 2016 aveva votato favorevolmente la dichiarazione di pubblica utilità dell'opera ma, è scritto nero su bianco nella sentenza di condanna dei due imputati, ciò avvenne perché il sindaco quel giorno, invece di uscire dall'assemblea consiliare in quanto evidentemente incompatibile, interveniva "continuamente, al fine di ottenere la dichiarazione di pubblica utilità ed esercitando continue richieste ed esortazioni sui consiglieri che, anche in ragione di tali interventi, votavano favorevolmente". 

pa.ga.