La Valle Parlante | 23 aprile 2024, 14:50

La vallata di Champorcher inaugura la nuova rubrica 'La Valle Parlante'

La redazione de Laprimalinea.it, come anticipato nell'articolo precedente della nostra nuova sezione 'La Valle Parlante', guarda ai lettori fuorivalle e si veste da guida offrendo ampio spazio alle ricchezze delle montagne valdostane, riscoprendo le valli che caratterizzano il nostro meraviglioso territorio e le realtà alpine confinanti

La vallata di Champorcher inaugura la nuova rubrica 'La Valle Parlante'

Nonostante sia una delle regioni più piccole d'Italia e d'Europa, la Valle d’Aosta vanta un patrimonio naturalistico e storico più che notevoli: sul suo territorio sorgono parchi botanici, riserve naturali, il Parco Nazionale del Gran Paradiso e il Parco Naturale del Mont Avic. All’ombra del Monte Bianco, del Cervino e del Monte Rosa, ci accolgono poi la Via Francigena, i resti del dominio romano e splendidi castelli. Sono questi gli ingredienti che circondano e rendono la Valle di Champorcher una mèta per le vacanze estive che soddisferà amanti della natura, della storia, gli sportivi e chi è in cerca di tranquillità.

La Valle di Champorcher è una valle laterale della Valle d'Aosta, che prende il nome da Champorcher, comune principale della valle. Appartenente al bacino idrografico destro della Dora Baltea, è l'ultima valle sulla destra orografica della Dora. La prima cima che si incontra è il Bec Cocor (2142 m), sopra Hône. Lo spartiacque prosegue dal Bec Cocor al mont Debat (2622 m); seguono la Pointe de Dondogna (2550 m), il mont de Prel (2607 m) e il mont de Corni (2778 m), cime comprese nei territori di Pontboset  che coronano la Val de Brenve. Seguendo la cresta, si incontrano successivamente il Monte Marzo-Mont Mars (2756), posto alla testata del Vallon de l'Alleigne, e la Punta Santanel (2721 m), dalla quale prosegue verso ovest una cresta rocciosa e severa che si spegne sul col Laris. Da cima Piana (2512 m), sul confine con i territori di Champdepraz e del parco naturale del Mont Avic, la quota del crinale aumenta progressivamente, fino a toccare i 2866 metri della Gran Rossa (Grande-Rousse).

La testata della valle di Champorcher corona il lago Misérin. A sud della conca di Dondena si trova la Rosa dei Banchi (3163 m), con il sottostante nevaio dei Banchi, l'ultimo rimasto nella valle. Proseguendo verso ovest, si trovano il Bec Costazza (3092 m) e la Torre Ponton (3101 m), posta tra la Fenêtre de Champorcher e il col Pontonnet. Sul versante nord di Dondena, si trova il mont Moussaillon (3075), il mont Dela (3139) e il mont Glacier, che con i suoi 3185 m rappresenta il punto più elevato della valle di Champorcher.

Lago Miserin. La parte più alta della valle è inclusa, a seguito dell'ampliamento avvenuto nel 2003, nel parco naturale del Mont Avic. Interessanti per gli escursionisti l'ascesa al Rifugio Misérin - 2.580 m.; Rifugio Dondena - 2.192 m. e al Rifugio Barbustel - Lac Blanc - 2.200 m. La vallata è inoltre attraversata dall'Alta via N.2 della Valle d'Aosta. Salendo la vallata si incontrano nell'ordine i comuni di Hône, Pontboset e Champorcher.

Dal borgo di Champorcher, dove meritano una visita la Torre merlata del XIII secolo e l‘”Ecomuseo della Cultura della Lavorazione della Canapa” in località Chardonney, si può raggiungere quindi il Lago di Misérin, nelle cui acque turchesi si specchiano il Bec Costazza e la Rosa dei Banchi. Sulle rive del lago, sito a 2583 mt di altezza, sorge il Santuario di Notre Dame des Neiges: anche qui il 4 agosto si svolge una processione serale che parte dalla Chiesa Parrocchiale di Champorcher.

Se in inverno la Valle di Champorcher è di notevole importanza per la parte dell’omonimo comprensorio sciistico che soddisfa le esigenze di sciatori quanto di appassionati di sport invernali, in estate la valle diventa una vera esplosione di vita e colori, da vivere a contatto con la natura più incontaminata e selvaggia. È impossibile annoiarsi nella Valle di Champorcher, tra escursioni, sport e passeggiate; ci si può rilassare presso il torrente Ayasse cercando di pescare trote fario oppure cimentarsi sul kayak e affrontare rapide, strette gole e lunghi scivoli nell’impegnativo tratto di Pontboset. Vi sono poi opportunità per gli amanti del nordic walking e delle arrampicate su roccia, vista la presenza delle allettanti pareti delle Placche di Oriana, del Monte Charvatton e del Vallone delle Lisette. La Valle di Champorcher, da gioiello naturalistico qual è, è poi perfetta per essere esplorata a cavallo, in mountain-bike (vi sono panoramici percorsi che partono dalla località di Laris raggiungibile in cabinovia) oppure a piedi

A tal proposito esistono sentieri impegnativi ad alta quota e altri più accessibili anche a famiglie con bambini: i paesaggi sono in ogni caso spettacolari, tra monti, torrenti, laghetti alpini e foreste come quelle di faggi, larici e pini silvestri che ricoprono buona parte del “Parco Naturale del Mont Avic”.

Merita una vista il borgo di Hône per via della Chiesa di S.Giorgio, che custodisce un pulpito ligneo dell’800 nei cui pannelli è narrata la leggenda di S.Giorgio e, ben visibili sotto il pavimento in vetro, i resti di tre precedenti luoghi di culto.

Da Hône si può raggiungere, attraverso una panoramica mulattiera, la località di Pourcil dove si trovano una fontana e una piccola cappella, mentre ad appena 2 km si trova Bard: il suggestivo e apprezzato borgo sorge nel punto più stretto della Valle di Champorcher e il suo centro storico, ricco di eleganti case del XV e del XVI secolo, è dominato dal Forte di Bard (in foto).

L’imponente fortezza, sede oggi del “Museo delle Alpi” e raggiungibile anche attraverso ascensori panoramici, è stata costruita come baluardo difensivo e domina l’antica strada romana delle Gallie. Da visitare anche  le incisioni rupestri neolitiche nel Geosito Archeologico e le impressionanti cavità delle Marmitte dei Giganti, scavate dalle acque del ghiacciaio che in passato sorgeva nella valle della Dora Baltea.

L’altro borgo della Valle di Champorcher è Pontboset, famosa per i suoi medioevali ponti in pietra eretti in stile romanico nel XVIII: si possono visitare tutti nel corso di una passeggiata che solca tre torrenti e tra i più belli c’è il Ponte di Vaseras e il Ponte di Bozet a schiena d’asino. Da Pontboset parte una mulattiera lastricata che raggiunge lo scenografico Santuario di Retempio, con sullo sfondo le vette del Cervino e del Monte Rosa.

Visto l’importante patrimonio naturalistico e storico della Valle di Champorcher, non basterebbe una settimana per esplorarlo tutto, tra escursioni nella natura respirando a pieni polmoni l’aria pulita di montagna, attività sportive e ore di relax passeggiando per i graziosi borghi della valle, partecipando magari alle feste che fanno parte del bagaglio culturale del luogo.

Si può persino pernottare nei rifugi presenti a Dondena, facendo l’esperienza di una vacanza rurale dove conoscere e degustare i prodotti a filiera corta del territorio, dal Lardo di Arnad alla fontina DOP, dal burro di malga al pane di segale fino alla motzetta.

 

 

 

Il Forte di Bard, inespugnabile fortezza di sbarramento ottocentesca, è oggi un centro culturale europeo, con spazi museali ed espositivi, che ospita anche importanti manifestazioni.

 

 

 

La Micòoula è un pane dolce tipico del comune di Hône a base di farina integrale di frumento e di segale, castagne, uvetta, fichi secchi, burro, uova, sale, zucchero. In origine era che l’antico pane contenente castagne, tipico della vallata di Champorcher, già conosciuto in epoca medioevale.

A inizio dicembre il borgo di Hône celebra l’antenato valdostano del panettone con la Festa della Micòoula, durante la quale si organizzano dimostrazioni di impasto e cottura del tipico pane e un mercatino agroalimentare tradizionale.

 

Verso la fine di agosto ad Arnad si svolge la Sagra del Lardo (purtroppo interrotta ormai da quattro anni e la speranza è che possa  tornare quanto prima) che vede protagonista il prelibato lardo DOP: oltre alla degustazione e a varie animazioni, vengono organizzati interessanti laboratori del gusto. 

La località di Donnas in ottobre è animata da due importanti sagre: quella dell'uva, dove i molti produttori della zona ambiscono al premio “grappolo d'oro" e quella della castagna che culmina con la gara tra i caldarrostai in cui viene messa in palio la castagna d’oro.

 

Sempre ad ottobre a Bard il Marché au Fort è un mercato enogastronomico, allestito nel borgo ai piedi del Forte, che rappresenta una grande e completa vetrina di tutte le produzioni alimentari tipiche del territorio della Valle d’Aosta.

Il sito Patois Vda riporta quanto segue:

"Il patois di Champorcher è una parlata fortemente caratterizzata, che ha da sempre suscitato l'interesse dei linguisti e, in special modo, dei dialettologi i quali l'hanno inserita nel piano delle grandi inchieste dialettali condotte in Valle d'Aosta nel corso del XX secolo. Champorcher compare, infatti, come punto di inchiesta nell'Atlas linguistique de la France (1902-1910), nel Thesaurus Augustanus di H.-E. Keller, nella Carta dei dialetti italiani (1965-1967) e nell'Atlas des patois valdôtains (in corso di redazione), il cui questionario conta più di seimila voci. Si tratta di una parlata che per la sua posizione - all'estremità orientale dell'area francoprovenzale - presenta tratti molto arcaici, ma, allo stesso tempo, che è stata sottoposta all'influenza del piemontese, a causa della sua contiguità territoriale con il Canavese. Il patois di Champorcher, inoltre, si caratterizza per una variabilità interna, sia dal punto di vista fonetico che lessicale, che oppone i villaggi più alti al capoluogo e ai villaggi più bassi. Le caratteristiche proprie di questa parlata, che denotano la sua originalità piuttosto marcata, sono state riunite in un'opera monumentale, il Dictionnaire du patois de Champorcher, un inventario lessicale esaustivo, messo in contesto grazie a un ricco apparato fraseologico e accompagnato fa un'appendice grammaticale: una presentazione che segue l'esempio dato da un pioniere in questo campo, l'abbé Jean-Baptiste Cerlogne. Miranda Glarey, enfant du pays e autrice di questo dizionario, ha saputo impiegare il tempo offerto della pensione e, con giusto orgoglio, ha potuto consegnare ai Champorchereins in primo luogo, ma anche a tutti i Valdostani, il frutto delle sue fatiche: un omaggio alla sua lingua materna, un messaggio per i giovani e una testimonianza per i posteri. Da sempre impegnato nella valorizzazione del patois, l'Assessorato Istruzione e Cultura della Regione autonoma Valle d'Aosta ha, da parte sua, messo in atto numerose iniziative volte alla sua tutela, promozione e diffusione. Parallelamente, incoraggia ogni azione avente come obiettivo la valorizzazione della lingua del cuore dei Valdostani. Il Dictionnaire du patois de Champorcher, la cui pubblicazione è stata sostenuta dall'Assessorato, si inserisce nell'ambito dei progetti di eccellenza, capaci di fissare in modo imperituro una parlata dalla tradizione essenzialmente orale, e rappresenta uno strumento privilegiato per veicolare gli elementi fondamentali della nostra cultura e della nostra identità su un terreno che ci si augura sia sempre più fertile. L'opera ha ricevuto una menzione speciale alla 18^ edizione del Prix Willien".

Appuntamento alla prossima uscita nella rubrica 'La Valle Parlante', dove andremo ad approfondire la Valle di Gressoney  cercando di descriverla con il giusto merito oltre che per la magnificenza naturale e paesaggistica, anche per le tradizioni che la caratterizzano e che ne hanno fatto la storia.

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