Attualità | 19 marzo 2024, 07:04

Ogni padre è un Mondo

Oggi si celebra colui che è fondamentale in quello spazio che non sa ospitare il vuoto, perché è pienezza e abbondanza

Ogni padre è un Mondo

Da sempre quando il sole s’addormenta e si lascia spegnere dalla notte che tutto avvolge col suo fare misterioso ammiriamo il cielo, così vasto, assolutamente perfetto. Talvolta esso si mostra in tutta la sua magnificenza e, seppur tanto blu, dona luce attraverso una miriade di puntini luminosi, dipinti con gran cura e precisione. Sono talmente belli ed effigiano così tanti sogni e desideri che se non appaiono se ne sente la mancanza, ma quei puntini riescono a essere tanto sublimi solo grazie a quell’immensa tela scura che ne evidenzia lo splendore.

Ogni bambino è come una stella, incredibilmente sfavillante, un essere speciale venuto al mondo per donargli il suo colore, per rischiararlo e riscaldarlo. E ogni stella ha bisogno di un cielo tutto blu, che sia lì a sostenerla, che riesca a tenerla su senza farla precipitare, che sappia essere un adeguato sfondo.

Non le occorre un cielo perfetto, ma un cielo che sappia accoglierla, che possa cogliere qualsiasi sua sfumatura e che per essa miri all’eccellenza. Così ogni bambino nasce in una famiglia che possa rappresentare quella vasta distesa lassù, un “luogo” dove si spera che tutto nasca dall’amore e che sempre all’amore ritorni.

Oggi si celebra colui che è fondamentale in quello spazio che non sa ospitare il vuoto, perché è pienezza e abbondanza: il papà.

Questa festa nasce per l’importanza che riveste la figura paterna e viene celebrata in quasi tutto il mondo, seppur declinata in modo differente in base a storia e tradizioni del Paese in cui ci si trova. Sembra che nel 1910 fu la signora Sonora Smart Dodd a sollecitare la creazione di una festività dedicata interamente a suo padre, Henry Jackson, ex combattente della Guerra di Secessione che, dopo la prematura scomparsa della moglie, aveva speso la propria vita a prendersi cura dei sei figli. In molti paesi cattolici la Festa del Papà coincide con il 19 marzo, ossia il giorno dedicato a San Giuseppe, padre putativo di Gesù ed esempio di bontà, amorevolezza, devozione nei confronti della moglie e del figlio, riconosciuto anche protettore degli orfani.

Un padre nello sguardo della gente è un uomo come tanti, eppure agli occhi di suo figlio è un vero supereroe, che affronta ogni tempesta e sconfigge la paura. Le sue mani, dalla presa salda e sicura, sospingono in alto e infondono fiducia, diventando ali dorate che sanno regalare meravigliosi voli. Sa farsi carezza, sa essere sorriso.  Il suo sentire scorre limpido su prati verdeggianti e disseta i teneri fiori. Il suo dire s’innalza maestoso e crea agglomerati di terra e roccia imponenti. Il suo fare è calore e nutrimento per l’anima. Lui è il custode del tesoro più grande. Sa amare in modo incondizionato e il suo è un amore che va oltre la concretezza, oltrepassa le catene di qualsiasi legame di sangue e diventa vivida fiamma che scalda e illumina.

Un padre è cura di profonda vastità e con una vigorosa potenza evocativa. Dal primo istante diventa presenza. Le sue braccia si trasformano in nido sicuro, le sue spalle assumono le fattezze di un buon porto. Poi inizia ad affiancare ogni passo e con il passare degli anni resta più indietro a guardare in lontananza un sentiero che non gli è sconosciuto, ma ha un nuovo sapore. Lui non trattiene e non imprigiona, ma lascia che il suo sentire, il suo dire e il suo fare arrivino ovunque, anche dove non è mai stato, facendo in modo che essi siano certezza nel domani. Con sguardo orgoglioso accompagna costantemente suo figlio e proprio in quello sguardo quest’ultimo, oramai diventato grande, potrà sempre ritrovarsi piccino.

Per descrivere un padre non bastano parole che conoscono semplicemente la finitezza dell’esistenza, perché lui è una parte di quel cielo tutto blu, tanto immenso e colmo d’amore, che ammiriamo quando il sole s’addormenta e che tiene su ogni sua stella per non farla mai cadere.  

A cura di Valentina Adiutori

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CHI E' VALENTINA ADIUTORI

Valentina Adiutori nasce ad Anagni (FR) il 13/05/1989. All'età di sette anni si avvicina agli spartiti musicali e la bellezza disarmante delle note la trasporta in un mondo di soli suoni e colori. Quello strano universo, che dona concretezza all'astrattezza e mette ordine nel disordine, la affascina incredibilmente e diventa inchiostro versato su candidi fogli, fino a poco prima privi di qualsiasi sfumatura. Le emozioni si trasformano in fiumi prorompenti di parole che riescono a creare immagini entusiasmanti e divengono rime, strofe, canzoni, poesie. Passano gli anni e quella bambina, con le sue mille fantasticherie scritte ovunque, lascia spazio a una ragazza che si avvicina sempre più alla letteratura e alla filosofia, materie che appagano oltremodo la sua sete di conoscenza e la rendono estremamente attenta, curiosa e introspettiva. È allora che acquista la consapevolezza della grandezza dei sogni che stringe tra le mani e cerca di renderli una solida realtà, perciò partecipa a vari concorsi letterari nazionali e internazionali, ottenendo importanti riconoscimenti. Nel medesimo periodo inizia a studiare armonia e composizione e al contempo scrive documentari per un'emittente televisiva locale. Nel 2006 pubblica il romanzo 'Alla ricerca di un sogno da vivere' (Montedit) e nel 2007 vede la luce 'NON c'era una volta' (Il Filo). L'anno successivo consegue il diploma di Liceo Scientifico e, dopo essersi trasferita in un paesino in provincia di Trento, si laurea in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi di Verona. Nel 2023 consegue il master in Marketing Management nell'Università degli Studi Niccolò Cusano.

Valentina Adiutori