Il Bastone di Asclepio | 25 gennaio 2024, 16:00

Neuroni e Allattamento- Parte II

"La domanda principale alla quale cerchiamo di trovare una risposta scientifica e, in particolar modo, “culturale” è perché si è andata a perdere la naturalezza di questo atto fisiologico e l’alimentazione artificiale viene considerata la più accreditata, quando sono evidenti le implicazioni circa la salute di tutti i soggetti coinvolti e gli importanti aspetti psico-fisici collegati all’allattamento?"

Neuroni e Allattamento- Parte II

Consuelo Puxeddu e Nicole Decurti, offrono ai nostri lettori l'estratto del loro libro sul tema dell'allattamento; lo abbiamo diviso in tre parti per darvi appuntamento sulla nostra rubrica 'Il Bastone di Asclepio' dove temi di salute e benessere sono le protagoniste.

Per consultare la parte I cliccare su  https://www.laprimalinea.it/sommario/argomenti/il-bastone-di-asclepio.html 

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ll viaggio verso la salute inizia da una goccia di latte (parte II)

Come ricordato dal Dott. Mario Ferraro in occasione della conferenza “La relazione di allattamento: nutrire e accudire”, tenutasi a Roma il 22 gennaio 2019, i motivi sono diversi, dalla medicalizzazione della nascita, ai condizionamenti mediatici e culturali degli anni 70 e non ultimo al marketing dei sostituti del latte materno, aggressivo e non regolarizzato, messo in atto a partire dagli anni 50 (per approfondimenti vedi sito IBFAN Italia al link http://www.ibfanitalia.org/cosa-e-il-codice/).

Tutto questo ha contribuito a diminuire non solo i tassi di allattamento, ma anche la competenza della madre nel suo ruolo di nutrice. Se prima degli anni 70, allattare era un atto di normale continuità della gravidanza - parto e da un punto di vista sociale era la norma biologica, oggi sempre meno bambine vedono allattare e sempre meno mamme hanno l’opportunità di godere di esperienze che riguardano sia l’allattamento che l’accudimento.

 

In foto Angela Lazzaro,Rebecca & Enea

Questo gesto naturale sembra abbia perso, non solo la sua importanza, ma anche il suo valore nella società, tanto da esserci oggi un’inversione della rappresentazione soggettiva di quale sia la normale alimentazione nei lattanti.

Ma questa competenza è innata? Se nel bambino sembra esserlo, nella mamma è una competenza appresa attraverso l’esposizione a questo atto fisiologico.

È proprio attraverso l’esperienza condivisa e visiva di altre donne nell’atto di allattare i loro bambini e l’introiezione, quasi del tutto inconsapevole, degli schemi motori sottesi alla gestualità tipica dell’allattamento materno che le donne assimilano questo gesto d’amore.

Ogni bambina, ragazza, donna apprende dalla conoscenza altrui, dai racconti, dai vissuti, dalla condivisione con le altre mamme, zie, vicine, amiche, ma anche dalle esperienze visive nei libri, in tv, nei giochi, nell’arte e nella vita quotidiana.

L’allattamento è un comportamento naturale e spontaneo che è frutto dell’emergere delle competenze proprie di ogni donna che, però, va promosso, sostenuto e facilitato dagli operatori sanitari, dalla famiglia e dalla società in toto (11).Quanto detto viene spiegato scientificamente dagli studi fatti sui “Neuroni[1]  Specchio” (12).

[1] Neurone. Cellula nervosa specializzata nella conduzione di impulsi bioelettrici. È caratterizzato da un corpo cellulare, da un prolungamento fibroso chiamato assone e da vari prolungamenti più corti e ramificati chiamati dendriti.

Scoperti “casualmente” agli inizi degli anni Novanta (la prima segnalazione in letteratura è del 1992) da Giacomo Rizzolatti e Vittorio Gallese (13), in una esperienza di laboratorio, e studiati in particolare nell’uomo dal gruppo di Marco Iacobini a Los Angeles i Neuroni Specchio (mirror neurons) e il fenomeno del mirroring hanno rivoluzionato la modalità stessa di concepire i meccanismi fondamentali della cognizione (14-15). Vengono definiti “specchio” perché è come se l’individuo vedesse la sua stessa azione riflessa da uno specchio. I neuroni specchio sono cellule che diventano attive quando un’azione compiuta da un altro soggetto fa “risuonare” nell’interno di chi osserva l’azione, come se fosse lui stesso ad agire (da qui il loro nome). Proprietà principale di questi neuroni è di rispondere, attivandosi, sia quando è l’agente ad eseguire un’azione, sia quando l’agente osserva le stesse azioni compiute da altri.

Secondo quest’ipotesi, sul piano dell’attività della mente, il “fare un’azione” o “il vederla fare” comporterebbe per il soggetto osservante e per quello osservato lo stesso risultato.

Secondo l’équipe di Rizzolatti, nell’area F5 della corteccia cerebrale premotoria c’è un “vocabolario di atti motori”, quasi fosse un “serbatoio” di azioni a disposizione del sistema motorio (16).

Stiamo parlando della capacità che il nostro cervello ha di imparare in seguito all’imitazione o solo alla visione di atti o immagini.

L’area F5 viene dunque concettualizzata come una sorta di vocabolario di atti motori le cui parole sarebbero rappresentate da popolazioni di neuroni che scaricano sia durante l’effettiva esecuzione dell’atto motorio sia durante la mera osservazione dell’oggetto che è quindi percepito dal soggetto in termini di potenzialità d’uso. Gli studiosi parlano, in questi casi, di affordance: la percezione di un oggetto comporta nel soggetto l’immediata e automatica selezione delle proprietà intrinseche che ci consentono di interagire con esso. (17)

Secondo Ramachandran, grande neuroscienziato americano di origini indiane, i neuroni specchio hanno svolto un ruolo importante nell’evoluzione umana relativamente alla trasmissione culturale delle informazioni, li paragona ai mattoni sui quali si è costruita la cultura. Il nostro patrimonio culturale dipende, infatti, in larga misura dall’imitazione di genitori e insegnati, dove nell’imitazione di operazioni complesse viene richiesta la partecipazione dei neuroni specchio.

Questo gruppo di neuroni consente altresì la simulazione virtuale delle azioni e delle intenzioni degli altri.

È proprio grazie ai neuroni specchio che gli individui riescono a elaborare una teoria delle altre menti che ci permette di prevedere il comportamento altrui ed è indispensabile nelle interazioni sociali complesse. (18)Facendo delle ricerche, ci siamo imbattute in questa interessante tesi dello STAGE Nazionale ADO UISP del 2012 di Matilde Cavacicchi: "I NEURONI SPECCHIO, IMPLICAZIONI DIDATTICHE", che riportiamo testualmente

“L'importanza di avere gli schemi motori di base già "a posto", di averli cioè esperiti quanto basta, risiede nel fatto che più esperienze motorie sono state fatte, più a queste esperienze motorie ci possiamo legare i nostri insegnamenti, anche specifici della disciplina, che diventano imitabili tanto più l'allievo ne riconosce il senso attraverso un rispecchiamento che avviene al suo interno, che però avviene agevolmente nella misura in cui ciò che viene osservato è in parte conosciuto, in parte dunque esperito, familiare. Per questo le Scienze motorie raccomandano di insistere sulla cosiddetta multidisciplinarietà, vale a dire esercizi, giochi non immediatamente inerenti l'attività specifica, proprio per fornire agli allievi tutte quelle basi motorie sulle quali se ne legheranno altre e sulle quali costruire in un secondo momento le tecniche specifiche della disciplina. L'imitazione, cioè, la possibilità di apprendere via imitazione è data dunque da un rivivere all'interno di noi stessi di ciò che stiamo osservando, e questo può avvenire se c'è un patrimonio motorio condiviso, almeno in parte: Non si insegna mai qualcosa di completamente nuovo.”(19)

I neuroni mirror non funzionano, dunque, solo nel senso di imitare il movimento osservato ma anche nel comprendere la complessità e l’obiettivo dell’intera sequenza motoria: essi sono cioè coinvolti nella comprensione delle intenzioni che motivano l’azione altrui.

Inoltre, alcuni studi sembrerebbero dimostrare che l’attivazione del mirroring umano è tanto più intensa quanto più l’azione osservata è finalizzata e familiare. (20)

Ricollegandoci all' argomento da noi preso in esame, ci siamo poste questa domanda: quali sono stati fino ad oggi gli stimoli che hanno riempito questo “vocabolario di atti motori”, questo “serbatoio”?

Abbiamo cercato di dare una risposta cercando di prendere in considerazione i vari stimoli e azioni familiari che osserviamo sin dalla nascita.

Un ruolo importante nella diseducazione culturale, lo hanno avuto e lo hanno, i giochi, le bambole, i libri e le varie rappresentazioni dell’alimentazione con la formula che si trovano in commercio. Vi sono bambole, delfini, gatte, serpenti e cani alimentati al biberon, bambole che smettono di piangere solo se viene messo loro il ciuccio in bocca. Vi sono gomme a forma di biberon e ciucci, caramelle, paperelle, cuscini e pupazzi di ogni colore e consistenza. Vi sono libri che riportano immagini e frasi di come il bambino è calmo e tranquillo dopo esser stato alimentato al biberon e come mamme e papà possano passare più tempo col primo figlio se il fratellino o la sorellina vengono alimentati a casa o altrove da un’altra persona.

Le immagini che riportano ad un’alimentazione artificiale sono ovunque, dalle acque, ai giocattoli e gadget, dai cartoni animati (Peppa Pig, Doraimon, Daniel Tiger) ai fiocchi nascita, ai palloncini per annunciare l’arrivo di un nuovo nato e persino regalati come bomboniere.

I mass media, giornali, telegiornali, utilizzano ciucci e biberon per simboleggiare il bambino appena nato e neanche le organizzazioni più attente sono immuni a questo stereotipo. Tutto questo crea cultura, tutto questo da uno stimolo alla nostra mente, costruendo delle basi motorie sulle quali se ne legheranno altre più specifiche.

In foto Elisa Giometto con Richard e Raoul

E se invece di tutti questi stimoli il serbatoio venisse riempito con delle immagini di accudimento e di allattamento, questo faciliterebbe il riattivarsi di una delle competenze più importanti per tutti i mammiferi, ovvero alimentare i nostri bambini allattandoli?

Nella parte III daremo ampio spazio a questa domanda.

A cura di Consuelo Puxeddu e Nicole Decurti

Chi siamo

Nata e cresciuta a Cagliari nel 1976,  ho frequentato la scuola per Ostetricia all'Università di Cagliari terminata dopo 5 anni, nel 2000. Mi sono trasferita  ad Aosta nello stesso anno e ho iniziato a lavorare come infermiera c/o l ospedale U. Parini fino al 2002, anno in cui, vincitrice del concorso pubblico, ho iniziato la professione di ostetrica all'ospedale Regionale Beauregard . Mi sono inoltre diplomata alla Scuola Elementale di Arte Ostetrica nel 2006.Nel 2019, lasciai l ospedale regionale Beauregard per spostarmi sul territorio a seguito del bando di concorso,che vinsi. Attualmente quindi sono ostetrica consultoriale nel distrettto due. Nel 2020 ho conseguito il diploma di "Educatore Sessuale" presso AISPA a Milano. Sono inoltre referente dell'Ospedale Amico Unicef/Oms per il rispetto del Codice Internazionale dei Sostituti del Latte Materno. Sostengo e informo le mamme ogni giorno sul rispetto del Codice Internazionale e sull'Allattamento essendo anche Presidente dell'Associazione Pronto Mamy da diversi anni. Invito  tutte le mamme che lo desiderano a scrivermi e a contattarmi anche tramite il social Fb "allattamento maternoProntoMamy" . Sono autrice di due libri per bambini. "Lina, storia di una goccia di Latte" e "Il canto della Balena Azzurra'.Infine sono autrice di  alcuni articoli pubblicati sulla rivista 'D&D' e 'Il Codice Violato'e collaboro con varie associazioni come volontaria e socia come il 'MAMI' movimento allattamento materno italiano, IBFAN ITALIA'   e 'CiaoLapo'.

Consuelo Puxeddu- ostetrica ,a sn nella foto in basso 

Psicologa clinica, perfezionata in psicologia clinica perinatale sono consulente alla pari per l'allattamento al seno.Seguo percorsi individuali e di coppia di sostegno psicologico, supporto alla genitorialità, crescita personale e di sostegno al lutto perinatale per genitori e operatori sociosanitari.Sono autrice dell'albo illustrato ' Profumo di Neve'.

Nicole Decurti, psicologa a dx nella foto in basso

La redazione de Laprimalinea.it  Vi invita a seguire la terza e ultima parte in uscita tra pochi giorni.

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Bibliografia

11. Dal video intervento dell’Ostetrica Angela Giusti SAM 2016,Ibclc,Esperta in Salute Pubblica e Ricercatrice all’Istituto Superiore della Sanità:Allattare in pubblico un gesto di normalità, https://allattamentoedintorni.wordpress.com/2016/10/10/allattamento-pubblico-un-gesto-di-normalità-angela-giusti/12. http://blog.bimbonaturale.org/filastrocche-e-ninne-nanne-la-loro-funzione/ 

13. Rizzolatti, G. e Sinigaglia, C. (2006). So quel che fai. I neuroni specchio e il cervello che agisce. Raffaello Cortina Editore

14. Rizzolatti, G. e Gnoli A. (2018). In te mi specchio. Per una scienza dell’empatia. BUR Biblioteca Univ.Rizzoli

15. MERCIA, S., CANNELLA B. (2009). La psicoanalisi nelle terre di confine. Tra psiche e cervello. Raffaello Cortina Editore, Milano.

16.http://www.federica.unina.it /lettere-e-filosofia/filosofia-della-mente/neuroni-specchio-mente/ 

17. MERCIA, S., CANNELLA B. (2009). La psicoanalisi nelle terre di confine. Tra psiche e cervello. Raffaello Cortina Editore, Milano.

18. RAMACHANDRAN, V.S. (2004), Che cosa sappiamo della mente. Tr. it. Mondadori, Milano 2006

19.http://www.uisp.it /discorientali/files/principale/I%20NEURONI%20SPECCHIO,%20IMPLICAZIONI%20DIDATTICHE.pdf. 

20. MERCIA, S., CANNELLA B. (2009). La psicoanalisi nelle terre di confine. Tra psiche e cervello. Raffaello Cortina Editore, Milano.

 

 

 

C.Puxeddu-N.Decurti-red.laprimalinea.it

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