"Questa nomina viene portata avanti in aperto contrasto con quanto richiesto dai Sindaci valdostani dei comuni del Parco nazionale del Gran Paradiso, che chiedevano che il nome del nuovo Presidente del più antico parco d'Italia fosse frutto di una scelta condivisa e non imposta. Ancora una volta tutto questo avviene nel totale silenzio da parte dei nostri Parlamentari e del Presidente Testolin". E quanto dichiara la consigliera regionale Erika Guichardaz di Valle d'Aosta Aperta (coalizione composta da M5S, SI, ADU e ADGA) alla notizia della nomina, in Commissione Ambiente alla Camera di Mauro Durbano a presidente del Parco nazionale del Gran Paradiso, fortemente sostenuto dal centrodestra.
"A nulla sono valse le proteste dei tanti amministratori locali piemontesi e valdostani - affermano a loro volta i consiglieri regionali piemontesi del M5S - che si sono visti calare dall'alto la nomina, caldeggiata dalla Lega, senza alcuna condivisione con i territori. E' uno strappo gravissimo imputabile al tandem composto dal presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio e dal ministro Gilberto Pichetto Fratin".
Un'opinione, quella di Guichardaz e del M5S, condivisa dal deputato valdostano Franco Manes: “Oggi si è consumata una pagina non idilliaca della storia di questo importante Parco Nazionale - ha detto Manes -. È deludente constatare come, in questa scelta, le voci dei territori non siano state ascoltate. Dopo la presidenza di Italo Cerise, era difficile trovare un sostituto adeguato. Tuttavia, a mio avviso, è stato disatteso il concetto di intesa come previsto dall’art. 9 della legge 394/91.”
La procedura di nomina richiede per legge l'accordo tra Valle d'Aosta e Piemonte. Spiega Manes: “In Commissione sarebbe stato opportuno discutere e votare non un singolo nominativo, ma una terna completa, valutando i curricula di tutti i candidati. La nuova modalità adottata, che sembra concedere la prerogativa di intesa a una sola delle due regioni, mina la collaborazione e la condivisione tra le Regioni e i territori interessati, fondamentali secondo l’art. 9 della legge. Un errore grave che poteva essere evitato.”
I pentastellati piemontesi Sarah Disabato e Sean Sacco rincarano la dose: "Per gestire un patrimonio naturalistico così importante non servono spaccature, ma comunione d'intenti. Invece di imporre la scelta il centrodestra avrebbe dovuto cercare la massima condivisione, aprendo un confronto degno di questo nome con le comunità locali".
"Questa imposizione - aggiungono i deputati M5s Ilaria Fontana e Nino Iaria, che hanno presentato due interrogazioni sul tema a Roma - potrebbe creare problemi nella gestione del più antico parco italiano. La figura del presidente dev'essere capace di creare coesione. Così non è. Se ci saranno situazioni di stallo, sapremo di chi sarà la responsabilità".